Istituito il Fondo per i disabili gravi. Chi paga? Le imprese siciliane al posto dello Stato

Condividi

La competenza sui disabili gravi è dello Stato. Grazie a un’operazione mediatica – che ha scaricato le responsabilità della mancata assistenza sulla Regione – il costo di questo servizio è stato caricato sulle imprese della Sicilia. Missione compiuta. Anche le imprese siciliane stanno cominciando a riflettere sul fatto che l’ascarismo, alla fine, non paga. La Confcommercio, almeno, dimostra di averlo capito

Alla fine l’assistenza ai disabili gravi della Sicilia la pagheranno le imprese siciliane. E lo pagheranno con le maggiorazioni di IRPEF e IRAP che il prossimo anno – dopo cinque anni – avrebbero dovuto essere ridotte. E che invece non verranno ridotte.

Davanti a un’Amministrazione pubblica che risolve il problema dei disabili gravi non si può non restare soddisfatti. Però bisogna anche approfondire e descrivere quello che è avvenuto.

Cominciamo col dire che la competenza sui disabili gravi – dove per competenza, in questo caso, s’intende il titolare dell’intervento finanziario – è lo Stato. Che interviene, in generale, con la legge nazionale n. 328 del 2000 e con un Fondo apposito che si occupa della disabilità grave.

Ebbene, il Governo nazionale ha tagliato questi fondi. L’attenzione mediatica, giustamente, ha affrontato il problema. Ma l’ha fatto concentrando la responsabilità della mancata assistenza sulla Regione siciliana e non sullo Stato.

Così facendo il costo di questo servizio – che lo ribadiamo ancora una volta è a carico dello Stato – è stato sulla Regione siciliana.

A questo punto, dopo le dimissioni dell’assessore al Lavoro e alla Famiglia, Gianluca Miccichè, il problema è stato affrontato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta. Che non si è rivolto a Roma per chiedere le risorse finanziarie per questo servizio, ha ha cercato e trovato chi, in Sicilia, alla fine, pagherà al posto di Roma.

In prima battuta Crocetta ha provato a far pagare il costo ai Comuni. Poi ci ha ripensato. Il presidente della Regione non ci ha ripensato per tutelare i Comuni: ci ha ripensato perché i Comuni siciliani sono già in quasi default.

A questo punto Crocetta ha pensato bene di tenersi le maggiorazioni IRPEF a carico delle imprese siciliane che, come già ricordato, il prossimo anno dovrebbero essere ridotte.

“E’ una risposta concreta – si giustifica il presidente della Regione (risposta che leggiamo su un articolo pubblicato dal quotidiano on line, Blog Sicilia) – l’unica possibile se non si vogliono perdere dei mesi, perché le forme di assistenza indiretta sono sottoposte ad adempimenti burocratici che non sono compatibili con la risposta immediata che dobbiamo a quei disabili gravissimi che in questi anni non hanno ricevuto livelli adeguati di solidarietà”.

“Rispetto alla questione sollevata da taluni sulle fonti di entrate da utilizzare per il fondo sulla disabilità – aggiunge Crocetta – contesto quanti affermano che staremmo introducendo nuove tasse per trovare i soldi. Voglio precisare che, a partire dal 2018, non ci sarà nessuna tassa aggiuntiva per i siciliani, ma semplicemente l’impossibilità di ridurre l’addizionale IRPEF, per permettere la creazione del fondo. Non è una novità che i servizi vengano pagati con le tasse dei cittadini. Non si capisce però perché quando con tali tasse si pagano stipendi e contributi va bene, e si sollevi il caso se tali entrate vengono destinate a cittadini che hanno più bisogno. Su questo farò battaglia, perché il fondo deve essere assolutamente creato”.

A Crocetta replica la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio:

“Lo stop al taglio dei tributi IRPEF e IRAP (e qui già notiamo una differenza: Crocetta ha detto che la Regione si terrà le maggiorazioni IRPEF, la presidente di Confcommercio parla di maggiorazioni IRPEF e IRAP) per reperire fondi da destinare all’assistenza ai disabili – dice Patrizia Di Dio – è un nuovo attacco a chi, in Sicilia, fa impresa con coscienza e correttezza, un’altra scelta miope del governo Crocetta che decide di far pagare dazio sempre e soltanto all’unica parte produttiva della società piuttosto che andare a guardare in casa propria, andando ad eliminare privilegi, vitalizi e trattamenti inusitati e smantellare carrozzoni pubblici che servono unicamente a foraggiare posti di sottogoverno”.

la presidente di Confcommercio non ha torto, se si pensa alle nomine inutili che il Governo regionale ormai in uscita sta ‘pilotando’ in questi giorni. E a poco vale dire che è stata approvata la legge sullo Spoils system approvata nei giorni scorsi dall’Ars: siamo a marzo e il Governo sta nominando i consigli di amministrazioni di enti e società regionali che non pagano fornitori e dipendenti da mesi: ma pagheranno per almeno nove-dieci mesi presidenti e consiglieri di amministrazione di enti e società regionali, in considerazione del fatto che il nuovo Governo regionale si insedierà il prossimo dicembre e solo allora potrà mandare a casa i soggetti che il Governo regionale ha nominato e continua a nominare.

Insomma: la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio, ha ragione da vendere!

“Tutti i disabili – precisa Patrizia Di Dio – hanno diritti inalienabili e in un Paese civile non si mantengono le tasse alte alle imprese per far fronte all’assistenza ai disabili che deve avere un canale di finanziamento a prescindere da quanto si riscuote attraverso IRAP e IRPEF”. Poi il messaggio politico:

“Gli imprenditori siciliani trarranno le dovute conseguenze di questi cinque anni di malgoverno”.

A questo punto, però, per la chiarezza e la completezza che dobbiamo ai nostri lettori, dobbiamo completare il racconto sulle maggiorazioni IRPEF e IRAP. Che vengono introdotte dal Governo Crocetta – con l’accordo delle opposizioni (allora anche il Nuovo Centrodestra Democratico era all’opposizione) – per fronteggiare fantomatici ‘debiti’ accumulati dalle Aziende Sanitarie Provinciali e dalle Aziende ospedaliere.

Questi ‘debiti’ – correva l’anno 2014 – apparivano strani, perché la Regione aveva già completato il Piano di rientro dal deficit sanitario. E infatti non erano ‘debiti’ accumulati dal sistema sanitario regionale, ma mancati pagamenti dell’Amministrazione regionale alle ASP e alle Aziende ospedaliere.

Insomma, debiti dell’Amministrazione regionale trasferiti impropriamente, con ‘magheggi” di bilancio, sul sistema sanitario regionale.

Cosa, questa, che ha consentito alla Regione di contrarre mutui per pagare i ‘debiti della sanità’. Trovata provvidenziale, perché la Regione non può contrarre mutui per pagare spese correnti!

Per pagare le rate di questi mutui la Regione – con il voto dell’Assemblea regionale siciliana – sono state maggiorate le aliquote IRPEF e IRAP.

Questa maggiorazione avrebbe dovuto durare un anno. Ma da allora ad oggi la riduzione non è mai stata attuata. E non verrà attuata nemmeno il prossimo anno.

Da allora ad oggi – come denunciato lo scorso anno dalla Corte dei Conti (come potete leggere in questo articolo) – la Regione, con le risorse finanziarie del Fondo sanitario regionale paga altre spese improprie: le rate dei mutui, l’ARPA e i dipendenti della società regionale SAS.

A questo punto, una domanda: se con la maggiorazione IRAP e IRPEF – o con una parte di tale maggiorazione – verrà istituito il Fondo per i disabili, dove verranno presi i soldi per pagare le rate dei mutui?

La risposta, forse, è nella seguente considerazione:

quando il prossimo dicembre si insedierà il nuovo Governo, si capirà di quanto è stata ridotta in Sicilia, negli ultimi anni, la spesa per la sanità…

 

Pubblicato da