Di Totò Cuffaro – che resta uno dei leader del centrodestra siciliano – una cosa la dobbiamo ammettere: è stupefacente la devozione canina dei suoi clientes. Per ‘pittarlo’, come si usa dire dalle nostre parti, ci sembra assai calzante una frase dello scrittore Roberto Gervaso: “Niente è più meschino della mediocrità, ma anche niente, più della mediocrità, affratella”
Dice il filosofo Bertrand Russel:
“Abbiamo due tipi di morale fianco a fianco, una che predichiamo ma non pratichiamo, e un’altra che pratichiamo ma di rado predichiamo”.
Con molta probabilità non Salvatore ‘Totò’ Cuffaro, ma le tante persone chi gli vanno ancora dietro debbono avere una terza morale che noi non abbiamo il ‘piacere’ di conoscere. Sappiamo tutti che l’ex presidente della Regione siciliana è stato condannato per mafia. Ha scontato la sua pena ed è di nuovo libero. Per il resto della sua vita non potrà più ricoprire incarichi pubblici. Si chiama interdizione perpetua. Questo, per carità, non gli impedisce di fare politica.
La cosa strana non è che Cuffaro faccia ancora politica: la cosa strana è che ci siano in giro ancora tante persone che gli vanno dietro: persone che, evidentemente, considerano una condanna per mafia una cosa da nulla, un incidente di percorso, uno ‘scivolone’ senza conseguenze: cosa che capitano, insomma.
Della serie: in politica un po’ di mafia ci vuole, semplifica i rapporti umani, migliora quelli economici (soprattutto…), facilita i rapporti sociali e, perché no?, magari serve pure per condizionare i passaggi elettorali.
Stupisce la naturalezza con la quale si legge nei giornali siciliani che il centrodestra avrebbe difficoltà a trovare un candidato per la presidenza della Regione che metta d’accordo tutti i big di questo schieramento politico. Anzi, che un politico di centrodestra, che si è già candidato – Nello Musumeci – non sarebbe gradito a Forza Italia e ai centristi di Totò Cuffaro e Saverio Romano.
Qualcuno, a questo punto, potrebbe malignare: Nello Musumeci ha ricoperto il ruolo di presidente della commissione Antimafia del Parlamento siciliano, e l’ha fatto senza guardare in faccia nessuno. Non è che l’ostracismo che sta incontrando nel centrodestra siciliano…
“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, recita un vecchio adagio che sintetizza bene la saggezza popolare. Chissà perché questo proverbio non fa altro che mulinare nei miei pensieri da quando ho appreso che un bar che si trova nei pressi dell’abitazione di Cuffaro diventa meta di grandi processioni ogni volta che il nostro Totò va a prendersi un caffè. Che avranno da dirgli tutte le persone che lo vanno a trovare? Da buon radiologo dispenserà consigli medici, tra Tac e Risonanze magnetiche? Oppure, visto che adesso si è anche laureato in Giurisprudenza, darà manzoniani consigli da avvocato?
E’ stupefacente la devozione canina dei suoi clientes. Gente di ogni ceto sociale, di ogni classe, di ogni età. Com’è possibile che, nel genere umano, irriconoscente per natura, alberghi tanta riconoscenza? Che benefici eccezionali hanno ricevuto tutti questi soggetti per tributargli tanti onori? Forse tanta gratitudine nasce dalla consapevolezza che ognuno di essi sa non di essere stato solo favorito, aiutato o raccomandato, ma addirittura di essere stato miracolato?
Magari si tratterà di miracoli: i miracoli del cuffarismo.
Penso a chi, senza il miracolo cuffariano, sarebbe ancora alle elementari e invece, oggi si ritrova laureato. O a chi, sempre grazie ai miracoli di Totò, è diventato primario di un ospedale pubblico pur essendo rimasto un tosacani. Per non parlare di tanti manager privati che, nella vita reale, avrebbero difficoltà perfino a guidare una classe scolastica nell’attraversamento di un incrocio e che oggi continuano a ‘spatuliare’, facendo danni, sì, ma con il titolo acquisito ancora con i soliti miracoli.
E che dire dei tanti, ma proprio tanti che, senza il loro salvatore, mai e poi mai avrebbero potuto lasciare la postazione di commesso alla Regione e diventare direttori? E c’è perfino chi ha scavalcato graduatorie kilometriche ed ha potuto trasferirsi sotto casa e chi, pur essendo un campione dei cento metri, ha lo stesso sostegno di chi è costretto su una sedia a rotelle.
Tutta brava gente che, senza Cuffaro, sarebbe precipitata dal Taigeto della vita, per ruzzolare in basso, fino ad occupare il posto che, stando al darwinismo sociale, sarebbe spettato loro in ragione della propria mediocrità. Una mediocrità che, alla faccia della meritocrazia, il nostro Totò ha sempre filosoficamente rifiutato.
Chissà, forse il segreto del cuffarismo e dei ‘cuffaroidi’ che ancora oggi gli rendono omaggio – non al di là del bene e del male, ma al di là di una condanna per mafia – è proprio la mediocrità. Se oggi Rosario Crocetta, Antonello Cracolici, Davide Faraone, Fausto Raciti e via continuando rappresentano l’inadeguatezza politica e amministrativa, Cuffaro ha rappresentato e rappresenta ancora la mediocrità in politica e al potere: forse è per questo che è ancora tanto gettonato? Chissà.
Come ci ricorda lo scrittore Roberto Gervaso, “niente è più meschino della mediocrità, ma anche niente, più della mediocrità, affratella”…
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Totò Cuffaro è un cittadino fra i cittadini , e lo è stato anche quando era presidente della Regione siciliana, è nato fra gli studenti da matricola è stato scelto per rappresentare i giovani in politica ed è stato sostenuto dai giovani per diventare deputato regionale , poi è stato scelto per diventare Presidente della Regione ma è rimasto un giovane fra i giovane
con tutti i suoi problemi di giustizia che ha avuto e che tra l'altro è stato l'unico a farsi la galera senza sè senza ma, ma veramente lo vorreste paragonare alle due nullità di presidenti che gli sono succeduti !!!!!!!!!!!!!!! totò cuffaro rispetto al primo e al secondo è un signore umile con chiunque non esistono estremi di paragone
Il suo lato umano lo distingue
Il paragone con i suoi successori lo esalta
I dubbi sui metodi 'alla Scarpia ' dei magistrati lo supportano
I risultati dei nuovi governi lo assolvono
Con tutti i suoi tragici errori
Essere il Presidente della Regione
Sicilia è facilissimo, basta non
rivendicare le prerogative dello
Statuto Speciale, appiattirsi ai
desideri degli imprenditori che
operano nell'isola, che prendono
senza dare e inquinano senza
bonificare, chiudere un'occhio
all'arrivo del polverino dell'Ilva
in Sicilia, non esercitare alcun
controllo sulle derrate
alimentari che arrivano
dall'estero, vedi grano duro,
che rovina gli agricoltori
siciliani, etc, non per niente
siamo una colonia.
Questi commenti confermano la mediocrità narrata dall'autore dell'articolo.
Giacomo tu invece eccelli! Si vede
Tutto questo pietismo verso il "buon samaritano" Totò lascia davvero sbalorditi. La sua personalità politica è stata ben tratteggiata in una sentenza definitiva della Corte di Cassazione a seguito della quale si sono aperte le porte rebibbiane. Del resto ricordo ai disinformati che il buon Totò non ha usufruito di sconti di pena perchè, come scrivono i giudici, non ha mai collaborato con la giustizia. Come si chiama in Sicilia questo silenzio lo lascio ai lettori dotati di un minimo d'intelligenza e di ironia. Il direttore Busalacchi ha scritto un articolo, lucido e coraggioso. Su una sola cosa non concordo e Busalacchi mi perdonerà. Qui non siamo in presenza di una devozione canina da parte degli irriducibili adepti, perchè. gli ottimi cani si offenderebbero. Diciamo, invece, senza offendere questi sinceri e disinteressati amici dell'uomo, che siamo in presenza di devozione per grazia, favori e sottogoverni ricevuti con laute retribuzioni in assoluta obbedienza al dispensatore, il quale, poi, ha finito per pagare, nel ben noto "silenzio", per tutti. E gli altri due successori? Uno ha fatto a gara, l'altro è a fine gara per emularlo e la speranza è che l'emulazione la portino fino in fondo, ma davvero fino in fondo. E con questo ho detto tutto!
Non ho avuto favori da cuffaro , non l'ho votato mai, non apprezzavo il suo strafare e le sue frequentazioni ma...dopo ho visto in regione di molto peggio e per giunta mi sono dovuto sorbire la distruzione dell'istituzione regione siciliana con la 'narrazione' della legalità e della rivoluzione morale. È peggio! Molto
Questo articolo misero e moralistico che ha ragionatamente e pacatamente ricevuto solo commenti di giusto dissenso, mi pare non avesse alcuna ragione di essere, per la sola ragione, sfuggita al suo disattento autore, che Cuffaro , incontestabilmente è stato l'ultimo se non l'unico Presidente della Regione che ha frontalmente difeso la Sicilia e le prerogative statutarie contro lo Stato! Poi, dopo la condanna scontata con dignità e serietà inedite e sconosciute ai nostri politici in particolare, Cuffaro non è più nessuno e nulla soprattutto in Politica, interdetto ad perpetuum, può avere amici estimatori e seguaci più o meno melanconici o grati per favori avuti, ma sicuramente ciò non può diventare argomento politico tampoco di critica postuma, vacua ed inutile se non addirittura inutilmente crudele verso un uomo che comunque è ormai finito e ricordiamolo ha già pagato come nessuno ! Con condanna pesantissima e con un trattamento carcerario disumano e biecamente torturatorio! Chi dice che ciò sia dovuto al fatto che " non avrebbe collaborato con i giudici" non sa in che cosa avrebbe dovuto, immagino, e non sa comunque che nessuno ha il dovere davanti al giudice di collaborare, anzi il preciso diritto
di non rispondere.
Accanirsi vanamente contro Ciffaro perciò non è giusto e non paga
Se l' autore dell'articolo fosse Bisalacchi, mi spiace, ma non merita di essere votato! Per ciò solo che ne ha rivelato la statura e sensibilità politica! Certamente non esaltanti!
Preciso a scanso di equivoci che non ho mai avuto favori da cifrato nè mai lo inseguito con passione canina, ma mi sempre fatto un gran simpatia per i modi diretto e semplice di incontrare la gente anche alla Regione oltre che per strada e doprattotyo per il modo in cui si è battuto per la Sicilia neicontenziosi conyro lo stato e per la difesa dello statuto: cose che gliutimi presidenti da perfetti ascari del PD e di Roma certamente non hanno fatto, anzi!