L’attenzione mediatica, da qualche settimana, è concentrata sui disabili gravi lasciati senza assistenza. In realtà, è in sofferenza tutta la Sicilia che dipende dalla spesa pubblica. Il presidente Crocetta e i partiti di centrosinistra hanno consentito a Roma di tenersi tutti i soldi della Regione. E ora non sanno cosa dire ai Siciliani. Tutto questo a qualche mese dal voto. Riusciranno i nostri ‘eroi’ a prendere in giro la gente anche per il prossimo ‘giro’ elettorale?
Dal 2014 ad oggi Stato e Governo della Regione siciliana hanno fatto a gare per tagliare i fondi a 5 milioni di Siciliani. Hanno calpestato sentenze della Corte Costituzionali favorevoli alla nostra Isola. Hanno consentito all’Agenzia delle Entrate di tenersi imposte che spettano alla Regione. Dopo avere svuotato le ‘casse’ regionali, insieme, hanno deciso di lasciare a Roma i due terzi dei fondi destinati alla spesa sociale e di ‘saccheggiare’ anche il Fondo per la grande disabilità. A questo punto, però, il Governo nazionale e il Governo siciliano si sono accorti che una categoria sociale non ha rispettato il copione: invece di soffrire e tacere, i disabili gravi della nostra Isola hanno cominciato a protestare.
Insomma, ai disabili gravi, quelli che hanno bisogno di un’assistenza 24 ore su 24 non gli va proprio di soffrire e stare zitti. Anche perché, a un certo punto, anche la televisione e perfino l’informazione hanno cominciato a ‘rumoreggiare’. Per fortuna che il sistema ha ‘tenuto’. Non è venuto fuori che la Regione siciliana è stata fatta fallire dallo Stato. Ci sono dei momenti in cui la verità non va detta.
Così si è sacrificato il Governo regionale. Prima si è ‘immolato’ l’ex assessore al lavoro e alla famiglia, Gianluca Miccichè, che si è dimesso non prima di aver accumulato due o tre brutte figure. Ora la situazione è stata presa in carico dal presidente Crocetta. Che, sostituendosi allo Stato, ha trovato 50 milioni di Euro.
Da dove ha preso questi soldi? Da una nuova tassa di scopo. Cioè dalle tasche dei Siciliani.
Ma i Siciliani non sono quelli che pagano già le addizionali IRPEF e IRAP più ‘salate’ d’Italia? Non sono gli abitanti di una Regione più tartassata da Roma?
Ma sì, è vero: quando la povertà ha superato i limiti di guardia, aggiungere tasse e imposte non serve, perché il gettito non aumenta. Per un motivo semplice che i Siciliani sintetizzano in un vecchio adagio:
Unn’avennu, un putennu, un paannu!
Traduzioni: non abbiamo più soldi e non paghiamo.
Che fare, allora? Rosario da Gela ha un’idea: togliamo 50 milioni di Comuni siciliani.
Replica dei sindaci: spiacenti, già ci avete fatti fallire.
E allora?
Intanto i disabili si appellano al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Papa, e chi più ne ha più ne metta.
E Crocetta? Annuncia di aver trovato i soldi. Da dove li prenderà? Questo lo sapremo alla prossima puntata.
Intanto, oltre ai disabili gravi, ci sarebbe da pagare anche il servizio per il trasporto a scuola degli studenti disabili. Da quando sono rientrati a scuola, dopo le vacanze di Natale, non tutti riescono ad essere presenti in classe. Chi ha alle spalle una famiglia che riesce, ogni mattina, ad accompagnarli, va a scuola. Altrimenti resta in casa. Cose che succedono.
Ah, ci sarebbero anche le strade provinciali, tutte abbandonate. Buche, frane, crolli. E chiusure. L’importante è non parlarne.
Ci sarebbe anche la manutenzione dei plessi scolastici di licei e istituti superiori in generale. Ma non se ne dovrebbero occupare le Province? Ah, già, mannaggia, le abbiamo ‘riformate’. Però, anche se riformare le abbiamo lasciate senza soldi.
Bene, ci sono i Comuni: se ne occupino i sindaci. Ma chi, i Comuni pure senza soldi, quelli che avrebbero dovuto pagare i 50 milioni di Euro per i disabili gravi? Che confusione!
Ci sarebbero gli enti e le società regionali che non pagano il personale: non è che è rimasto qualche ‘spicciolo’?
Risposta del Governo Crocetta: uffa, ma tutti soldi volete? Ma non avete altri argomenti? Non fate altro che chiedere soldi di qua, soldi di là: basta! Pensate alla salute!
Appunto: qui non abbiamo i soldi nemmeno per la salute, non ci curiamo più. Almeno fateci mangiare.
Mangiare, mangiare: volete ingrossare? Un po’ di dieta, via, non vi farà male.
Presidente Crocetta, non per contraddirla, ma ci sarebbero da pagare:
i circa 18 mila precari dei Comuni e delle ex Province,
i circa 6 mila precari ASU;
i circa 7 mila LSU (quelli creato dallo Stato che sono stati ‘regalati’ alla Regione);
i 2 mila e 400 ex PIP di Palermo;
i 24 mila forestali;
i mille e 400 dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali;
i mille e 450 dipendenti dei Consorzi di Bonifica che non bonificano una mazza da anni, ma che vanno pagati lo stesso.
Poi sa, presidente, ci sarebbero anche i 4 mila, forse 5 mila, magari diventeranno 6 mila dipendenti della Formazione professionale…
Crocetta: ma non erano 4 mila i dipendenti della Formazione licenziati?
Risposta: sì, ma adesso gli amici si sono iscritti all’Albo dei disoccupati e vengono assunti prima dei vecchi disoccupati: sa, c’è la campagna elettorale…
Insomma: tutti che vogliono soldi, ma pensano che la Regione siciliana sia una banca?
Ah, a proposito: lo sa che le banche non vogliono più anticipare soldi ai Comuni?
E perché?
Pensano che il ‘sistema Sicilia’ – Regione, Comuni, ex Province, società ed enti regionali comunali e provinciali – sia già esposto per quasi 25 miliardi di Euro e forse più… Insomma, si sono convinti che le anticipazioni di cassa non li rivedranno più. Presidente, che dobbiamo fare?
Boh! Intanto domani vado da Giletti, poi ne parliamo…
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