Lo hanno presentato la parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Claudia Mannino, e la consigliera comunale, sempre grillina, Eva Deak. Il documento, che segnala e stigmatizza una serie di irregolarità e chiede di bloccare il progetto, dovrà essere esaminato, domani, nel corso della Conferenza di servizio convocata presso gli uffici del dipartimento Acqua e Rifiuti
Con un documento di ben quarantacinque pagine, inviato tramite mail certificata a tutti gli attori pubblici che domani (giovedì 16 marzo), durante la conferenza di servizio convocata presso il dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, dovranno decidere sul consenso o il diniego da dare ad un contestatissimo progetto di “stazione di rifiuti” a Terrasini (in pratica, una mega discarica), la consigliera comunale Cinque Stelle, Eva Deak, e la parlamentare nazionale – sempre del Movimento 5 Stelle – Claudia Mannino, denunciano e mettono in evidenza numerose irregolarità (di ogni genere), e ‘bocciano’ senza appello il progetto.
Ed è proprio in un settore sul quale, da tempo, indaga la magistratura (è di oggi la notizia di 14 persone arrestate a Catania per traffico e trattamento illecito di tonnellate di rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale, una vicenda che coinvolge alcuni funzionari della Regione siciliana deputati al rilascio delle autorizzazioni) che si inquadra l’incontro di domani. Ma andiamo per ordine.
Il suddetto documento, che verrà ulteriormente presentato ed arricchito con annotazioni domani nel corso della conferenza, elenca e dettaglia diverse lacune, supportato da una ricca docu mentazione, è stato inviato:
1) al dirigente responsabile Servizio 7 – dipartimento regionale dell’Acqua e dei Aifiuti, Assessorato regionale dell’energia e dei Servizi di Pubblica Utilità;
2) al Sindaco del Comune di Terrasini; 3)
al Segretario comunale dello stesso Comune di Terrasini;
4) ai relativi uffici comunali che hanno prodotto la documentazione a supporto del contestato progetto per la mega discarica;
agli uffici della Regione siciliana preposti alla valutazione;
5) dipartimento Ambiente dell’assessorato al Territorio e Ambiente;
6) al dipartimento Urbanistico dell’assessorato al Territorio e Ambiente;
7) al Genio civile;
8) all’Arpa Sicilia;
9) al dirigente Ambiente della Città metropolitana di Palermo;
10) al comandante dei Vigili del fuoco;
11) al dirigente regionale di ANAS Sicilia;
12) all’ufficio Igiene Ambienti di Vita – ASP di Palermo;
13) alla direzione territoriale di RFI;
14) all’impresa che ha presentato il progetto.
Nel documento si mette in evidenza la cattiva e carente informazione che il progetto ha avuto (la documentazione è stata depositata solo il 7 marzo u.s. alla presidenza del Consiglio comunale di Terrasini, solo due giorni prima della conferenza di servizio del 9 marzo scorso). E specifica che tale documentazione è stata ottenuta solo per mezzo di un’apposita richiesta di accesso agli atti, in data 13-02- 2017.
“La documentazione, ottenuta – si legge – in data 18.02.2017, non sembra completa poiché mancano tutti i documenti relativi all’iter di deposito oltre che tutti i passaggi burocratici negli uffici preposti; inoltre, limitatamente alle tavole di progetto ricevute in copia, si segnala che queste non presentano alcun timbro o data di deposito/ricezione da parte degli uffici competenti, ovvero dell’ufficio protocollo del Comune di Terrasini”.
“Si rende noto – si legge sempre nel documento di Claudia Mannino ed Eva Deak – che la convocazione è stata pubblicata il 19 febbraio 2017 per i 20 giorni previsti dalla legge, ma non nella sezione ‘avvisi’ del sito web del Comune di Terrasini, bensì nella sezione ‘bandi e provvedimenti’; questa difformità non ha permesso alla cittadinanza ed agli stockholders interessati l’immediata visibilità dell’avviso e solo uno scrupoloso ‘passaparola’ ha permesso alla cittadinanza ed ai suoi rappresentanti in Consiglio comunale di attenzionare e approfondire la proposta imprenditoriale”.
“Coloro che hanno redatto il progetto – si legge ancora nel documento – non hanno tenuto in considerazione le caratteristiche del luogo, o perché non lo si conosce abbastanza, o perché ci si è concentrati su un modello di progetto standard da adeguare alle diverse possibilità di insediamento. Per tale ragione, già in questa fase preliminare delle nostre osservazioni, riteniamo che il SUAP e conseguentemente l’Amministrazione comunale (di Terrasini ndr) dovrebbero agire in autotutela e rigettare il progetto”.
Al punto 2 si evidenzia che l’assenso richiamato nell’elaborato A1, punto 4 comma 1 fa riferimento esclusivamente ad un ‘centro di riserva rifiuti’ non pericolosi (e non ad un centro di compostaggio), e si specifica che “la stessa documentazione, elaborato A1 punto 4, comma 1 – pag. 8, fa riferimento a un assenso (protocollato dall’Area VI in data 03/10/2013, prot. 21089) ricevuto (genericamente) dal Comune di Terrasini in data 08-01-2014 prot. 18 con firma del solo Capo Area VIA”. Per tale ragione, ed altre specificate in tale punto, si invita l’Amministrazione comunale ad agire in autotutela e a chiedere spiegazioni di tali difformità oltre a chiarire con il proprio Capo Area VIA le motivazioni a supporto di tale assenso”.
“Già lo scorso anno – specifica il documento – sulle modalità di gestione e sulla costante tendenza isolana di usare e realizzare in ogni dove discariche (o siti terminologicamente identificati nelle più svariate modalità come aree di trasferenza, depositi temporanei, aree di stoccaggio, ecc) sempre private, si sono espressi sia l’ANAC che la Commissione parlamentare di inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. Vale la pena in questa sede ricordare e sottolineare che anche questo impianto nasce in un quadro totalmente scoordinato con quello che dovrebbe essere lo strumento di riferimento su scala regionale in tema di rifiuti, ovvero il Piano regionale per la gestione dei rifiuti su cui, è noto, incombe anche una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea per il suo mancato aggiornamento, oltre che il mancato rispetto delle procedure autorizzative dello stesso previsto dalle norme europee e nazionali (n. 2015/2165)”.
Viene poi posto in rilievo come il sindaco, partecipando alla Conferenza dei servizi indetta in data 9 marzo 2017, abbia condiviso il parere favorevole dell’Ufficio Urbanistica, prot. n. 602 del 8/3/2017 ed il parere favorevole del SUAP prot. n. 4556 del 9/3/2017, dai quali si evince la fattibilità alla realizzazione dell’impianto, e contestualmente, abbia espresso il parere contrario alla proposta oggetto della conferenza, facendo suo l’atto di indirizzo del Consiglio comunale; ed anche l’anomala tempestività con cui gli uffici comunali si sono prodigati ad esprimere un parere favorevole contestuale le fasi precedenti alla convocazione della conferenza dei servizi stessa e dopo il Consiglio comunale straordinario che si è svolto il 7 marzo u.s. presso l’aula consiliare di Terrasini”.
“Il parere positivo dell’ufficio Urbanistica – si legge sempre nel documento – risulta quantomeno anacronistico rispetto alla sua data di redazione (1999 ancorché modificato da una sentenza del TAR nel 2013). Più in generale si ritiene che avallare una variante di Piano regolatore, con il parere favorevole dell’ufficio SUAP che a sua volta, però, subordina lo stesso parere all’acquisizione di tutte le dichiarazioni, certificazioni e nulla osta non di sua competenza, ci sembra un modo disordinato, incoerenze ed approssimativo di gestire un tema delicato come quello dei rifiuti e dell’ambiente (costituzionalmente garantito nei principi fondamentali della Carta Costituzionale, art. 9 che vale la pena ricordarlo, viene prima degli interessi economici, art. 42 della Costituzione)”.
Nelle immediate vicinanze dell’area in oggetto, seguendo un asse verticale da sud verso nord, si sottolinea che, posta al centro l’area triangolare oggetto della Conferenza dei servizi, in direzione sud-est è già ubicata la vecchia discarica comunale di Terrasini (oggi in stato di abbandono e solo parzialmente bonificata o messa in sicurezza). Nel 2013 il Consiglio comunale di Terrasini aveva già espresso parere negativo in merito alla realizzazione di una stazione di trasferenza dei rifiuti poiché “incompatibile con la vocazione monumentale, ambientale e turistica dell’area, per la sua scelta incontrovertibile di sviluppo socioeconomico che vedrebbe frustrato il lavoro fatto e limitate le proprie aspettative anche solo a causa della semplice assimilazione della propria immagine di impresa territoriale a quella di sito industriale rientrante nel circuito del trasferimento dei rifiuti”.
Claudia Mannino e Eva DeakI evidenziano, come fattore escludente del progetto, che a soli 150 metri dall’area nella quale dovrebbe sorgere la mega discarica iniziano ad esserci i primi caseggiati della contrada Paterna: una contrada che ha la fortuna di ospitare diverse realtà agricole che hanno intrapreso ed investito nella coltivazione biologica. Le due esponenti grilline ricordano la virtuosa realtà de ‘l’Orto di nonno nino’ di Benedetto Palazzolo che ha da poco riconvertito tutte le sue colture ed ha ricevuto un premio nazionale proprio per la qualità raggiunta, il ‘Best in Sicily’.
Nelle vicinanze ci sono anche un SIC (Sito d’Importanza Comunitaria) e la Riserva Naturale Orientata Capo Rama la cui gestione è stata affidata al WWF Italia onlus, area protetta che ricade integralmente all’interno del più ampio Sito d’Importanza Comunitaria denominato “Cala Rossa e Capo Rama” (codice ITA020009, individuato ai sensi della “Direttiva 92/43/CEE” Dir. “Habitat”), ed è censita tra le aree protette europee con il codice EUAP1101. E poi c’è il Sito d’Importanza Comunitaria Montagna Longa, Pizzo Montanello – ITA 020021. E per tali ragioni le due esponenti del Movimento 5 Stelle sottolineano che sarebbe stato necessario che il progetto fosse corredato della V.INC.A..
Nel documento inoltre si legge che il progetto dovrebbe essere corredato dalla VIA per la presenza in zona di Aree di Interesse monumentale ed archeologico, e si segnala nelle immediate vicinanze anche un’area archeologica e l’area monumentale dello Zucco (citata come di prestigio dalla stessa Regione siciliana come si legge qui), una volta feudo del duca Henry duca d’Aumale, dove esiste sempre la sua bellissima tenuta, poi, ancora, alcuni recenti ritrovamenti e l’area archeologica lungo il fiume Nocella. Insomma, aree monumentali, archeologiche e culturali che dovrebbero essere tutelate, non certo con una mega discarica!
Viene poi evidenziato che la documentazione consegnata alla consigliera comunale, Eva Deak, sia incompleta di dettagli progettuali ed formalmente inammissibile poiché non presenta sugli elaborati (grafici in particolare) alcun timbro di ricezione da parte dell’Amministrazione.
Relativamente al progetto, leggiamo sempre nel documento, la documentazione non presenta alcun riferimento in merito:
a. Al piano industriale
b. Al Piano economico finanziario
c. Alle garanzie finanziarie
d. Ai mezzi necessari o a disposizione per il funzionamento dell’impianto
e. All’approvvigionamento dei materiali necessari per il funzionamento dell’impianto.
Per quanto riguarda la società C.F. EDIL AMBIENTE S.r.l. si evidenzia che:
a) “solo in data 12 gennaio 2017 la società ha fatto richiesta di rilascio del certificato antimafia classificandosi come ‘Trasporto e smaltimento rifiuti conto terzi’, con C.F./P.IVA n. 06346430827 e l’istruttoria risulta ancora in itinere (vedi elenco della Prefettura di Palermo);
b) non risulta iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali (nelle varie categorie previste: Categoria 1 e sottocategoria D) nella categoria indicata dall’elenco della Prefettura;
c) da una superficiale analisi delle condizioni finanziarie dell’impresa (visura camerale) non è possibile evincere la solidità della stessa ed il suo trend poiché l’impresa risulta essere stata costituita nel settembre del 2014 ed attivata a maggio 2015, non è ancora noto il bilancio del 2016 e conseguentemente non è possibile fare delle valutazioni sull’indice ROI. Si segnala comunque che l’impresa risulta avere un capitale sociale di soli 20.000 euro, risulta avere due soli addetti e soprattutto che le valutazioni sul Conto Economico Riclassificato fanno pensare ad un’impresa che ad oggi non ha mai operato nel settore;
d) sono presenti diverse carenze progettuali; si segnalano significative carenze, oltre quelle formali già espresso in precedenza, progettuali anche in riferimento alle Linee Guida per la progettazione, la costruzione e la gestione degli impianti di compostaggio, pubblicate dalla Regione Siciliana (vedi qui) citate e richiamate anche nello Studio APAT-ARPA-CIC dell’ISPRA (vedi qui)”.
Le due esponenti grilline invitano le autorità competenti a verificare se a nord dell’area di progetto risulta esservi un affluente del torrente nocella (denominato vallone Paterna) che nelle carte del progetto, non è citato.
Nel documento si chiede che venga immediatamente annullato, anche in autotutela di tutti i soggetti coinvolti, l’intero iter del progetto e considerare nulli tutti i documenti prodotti con parere favorevole da parte dei vari enti pubblici.