E’ polemica su un’apparecchiatura – la PET – della quale l’Azienda ospedaliera Civico di Palermo sarebbe priva. Il tema è posto dal parlamentare del Partito dei Siciliani all’Ars, Giovanni Greco. In verità, di PET, a Palermo e provincia, ne sono già state autorizzate sette: una pubblica e sei private…
“Vergogna, l’ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli è sprovvisto di apparecchiature per diagnosi PET: disagi per i pazienti e costi per le casse regionali”.
Lo dice il parlamentare regionale del Partito dei Siciliani-Mpa Giovanni Greco. Che aggiunge:
“Riteniamo sia inaccettabile che una struttura come l’ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli non disponga di un’apparecchiatura PET necessaria a consentire diagnosi fondamentali in campo oncologico, neurologico e cardiologico. Tale mancanza, oltre a gravare sui cittadini e sui pazienti costretti a lunghe liste d’attesa o dirottati su strutture private, costituisce un costo elevato per le ‘casse’ regionali obbligate a finanziare gli esami presso le strutture che operano in convenzione con il Servizio sanitario regionale”.
“Abbiamo inoltrato, già da più di un mese, una formale richiesta di accesso agli atti presso la struttura per poter venire a conoscenza dei costi complessivamente sostenuti dall’ASP 6 negli anni 2013, 2014, 2015 e 2016 per diagnosi PET presso strutture private convenzionate – continua Greco -. In proposito, la riorganizzazione delle attività sanitarie, annunciata dal nuovo vertice aziendale all’indomani del suo insediamento, e formalmente esplicitata nell’Atto aziendale approvato nel settembre 2015, indicava tra i sui punti di forza la dotazione di tecnologie diagnostiche e terapeutiche avanzate ed innovative”.
“Il Piano della performance 2016-2018 – prosegue il parlamentare – evidenziava poi l’importanza strategica dell’Unità di Medicina nucleare che avrebbe dovuto trovare ‘la sua giusta collocazione funzionale all’interno nel Nuovo Padiglione Oncologico’. Previsioni difficilmente coniugabili con la mancanza di un’apparecchiatura PET essenziale nella diagnostica oncologica”.
Greco pone una domanda:
“La ‘Valutazione della qualità delle strutture ospedaliere secondo la prospettiva del cittadino’, ritenuto dal suddetto Piano della perfomance un obiettivo raggiunto nel 2015, tiene conto di quella parte di utenza che non ha potuto fruire di una struttura efficiente ed autonoma dal punto di vista dei servizi di diagnostica offerti?”
Quindi l’attacco al direttore generale dell’Azienda ospedaliera Civico di Palermo, Giovanni Migliore:
“A questo punto – conclude il parlamentare – chiediamo al presidente Crocetta di valutare, alla luce delle previsioni contenute nel Piano, e del disagio certamente causato all’utenza di un’azienda pur sempre di rilievo nazionale, di verificare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi e, ove fossero confermarti i descritti scostamenti, rimuovere l’attuale direttore”.
P.S.
L’onorevole Greco fa bene a sollevare la questione della PET a Palermo e provincia. Ma arriva con un po’ di ritardo.
Si è chiesto, l’onorevole Greco, chi è che, nel corso degli anni, ha autorizzato due PET a La Maddalena di Palermo, due PET a Cefalù e due PET a Bagheria, tutte in strutture private?
Tra l’altro, se non ricordiamo male una PET – l’unica in dotazione in una struttura sanitaria pubblica – è disponibile presso l’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello.
Qualcuno – magari lo stesso onorevole Greco – ha appurato quanti pazienti vengono inviati alla PET di Villa Sofia?
Poniamo la domanda perché, a rigor di logica, la PET di Villa Sofia dovrebbe effettuare almeno lo stesso numero di prestazioni diagnostiche di ognuna delle sei PET gestite dai privati.
Qualcuno ha verificato se le cose stanno così?
Ricordiamo che una prestazione diagnostica con la PET presso i privati è pagata dall’Amministrazione regionale. Mentre una prestazione diagnostica, sempre con la PET ma di Villa Sofia, è a costo zero per la Regione.
Prima di acquistare l’ottava PET per la provincia di Palermo non sarebbe il caso di appurare quante prestazioni effettua la PET di Villa Sofia?