Dopo la tragica morte di Marcello Cimino, il clochard bruciato vivo, a Palermo ci si interroga su che cosa hanno fatto, in questi anni, le istituzioni pubbliche – Comune in testa – per gli ultimi. La risposta è amara: poco o nulla. Di fatto, i soldi che non sono stati trovati per dare le case alle mille e 800 famiglie senza tetto e per assistere i disabili gravi sono invece stati trovati per un Tram che è servito più a chi l’ha realizzato che ai cittadini
Ieri sera un servizio del TG3 Sicilia ci ha informato che a Palermo è stata quasi attivata una nuova mensa per i poveri. Non sono state le istituzioni ad attivarla, ma un gruppo di volontari. A quanto pare, la mensa è stata realizzata nei locali di un immobile confiscato alla mafia. E’ evidente che la vicenda di Marcello Cimino – il senza tetto bruciato vivo – ha acceso i riflettori sui senza casa del capoluogo siciliano.
Siamo rimasti colpiti da questo servizio, perché a realizzare la mensa per i poveri di Palermo sono stati i volontari con i propri soldi. Uno dei volontari ha spiegato che per completare la mensa servono ancora ventimila Euro.
Questa precisazione ci dà la misura delle grandi contraddizioni del capoluogo siciliano di oggi. La crisi economica è iniziata nel 2008. O meglio, trattandosi di Palermo – città con l’economia eternamente claudicante – la crisi si è accentuata a partire dal 2008 e, da allora ad oggi, la città è andata indietro.
Ebbene, a Palermo, all’aumento della povertà abbiamo assistito, dal 2008 ad oggi, contemporaneamente, a una riduzione degli interventi del Comune, della Regione e dello Stato in materia di attività sociali (assistenza ai poveri, agli anziani, all’infanzia, ai disabili in generale e ai disabili gravi in particolare che – come ormai è a tutti noto – sono stati lasciati senza assistenza, sotto gli occhi ‘distratti’ di tutte le ‘autorità’: comprese quelle che oggi si battono il petto).
Di fatto, a Palermo, più la povertà è cresciuta, più è aumentata l’indifferenza del Comune, della Regione e dello Stato verso i poveri.
Sono mancati i soldi? Assolutamente no. Dal 2008 – anno in cui, come già ricordato, si è accentuata la crisi – sino alla fine del 2011 a Palermo ha governato il centrodestra. Dalla primavera del 2012 ad oggi ha governato e governa il centrosinistra.
Ebbene, il centrodestra di Palermo ha acquistato con una ‘barca di soldi’ le carrozze per il Tram. Mentre il centrosinistra ha speso oltre 320 milioni di Euro per realizzare 15 chilometri di Tram che costano ogni anno oltre 10 milioni di Euro di sola manutenzione.
A questi due schieramenti politici dobbiamo il pasticcio del Tram: un’idrovora che succhia soldi ai cittadini.
Pensate: mentre in città mille e 800 famiglie senza casa chiedono un tetto dove vivere, l’attuale Amministrazione comunale ha pensato bene di spendere 320 milioni di Euro per realizzare 15 chilometri di Tram: Tram che, ad oggi, è il più costoso del mondo. E di pagare, ogni anno, 10 milioni di Euro per la manutenzione. Il tutto per servire appena l’1% e forse meno dei cittadini di Palermo, se è vero che, per metà delle ore del giorno, il Tram gira quasi vuoto.
Qualcuno di voi potrà dire: il Tram è stato realizzato con i fondi europei, come raccontano i cartelloni. Falso. Il Tram di Palermo è stato realizzato con fondi nazionali, regionali e comunali. Poi, ad opera completata, il Tram è stato fatto passare per opera ‘europea’, giusto per farsi restituire i soldi da un’Unione Europea totalmente permeabile a questi “mezzucci da dozzina” utilizzati dalle amministrazioni pubbliche per giocare ‘di sponda’ con i fondi europei.
Questo particolare non è secondario: perché tra mille e 800 famiglie senza casa e altre emergenze sociali (compresi i disabili gravi lasciati senza assistenza) e il Tram, l’attuale Amministrazione comunale ha scelto gli appalti del Tram, sostenuto dal Governo Renzi che in queste scelte da ‘nuova sinistra’ ci sguazza.
E non è finita. L’attuale Amministrazione comunale, lungi dall’occuparsi dei più deboli – d’accordo con il Governo nazionale di centrosinistra – ha pronti altri appalti ferroviari per sfasciare via Roma e via Libertà!
Dopo di che è inutile che i professionisti della giustificazione ci vengano oggi a spiegare, con citazioni dotte, la differenza tra senza tetto e clochard, con questi ultimi che non ne vorrebbero sapere di vivere nelle case.
A noi risulta che mille e 800 famiglie, a Palermo, sono senza casa e non sono affatto felici di vivere in mezzo alla strada.
Gli esponenti dell’attuale Amministrazione comunale, invece di partecipare alle ‘fiaccolate’ stracciandosi le vesti, si ricordino di avere preferito i grandi appalti ferroviari all’assistenza ai più deboli. Il resto sono chiacchiere.
Anche sui beni confiscati alla mafia abbiamo qualcosa da dire. Sarebbe interessante – potrebbe essere una bella inchiesta del TG 3 Sicilia – conoscere, dal 2001 ad oggi, quanti beni immobili confiscati alla mafia sono stati assegnati al Comune di Palermo e a chi tali beni immobili sono stati assegnati.
Scommettiamo che la maggior parte di questi beni immobili il Comune li ha assegnati alle associazioni ‘amiche’ e non ai senza casa?