L’ALMANACCO DI NOFRIO E VIRTICCHIO/ Non sarebbe più corretto farci insultare gratis da Giletti e compagna bella? Non abbiamo mai capito perché i deputati dell’Ars si siano auto-equiparati ai Senatori: questi ultimi legiferano per tutta l’Italia, mentre Sala d’Ercole per 5 milioni di Siciliani. Ai parlamentari siciliani toccherebbe appannaggi e vitalizi pari all’8,33 periodico dei senatori, volendo essere buoni il 16%, ma non oltre
a cura di Franco Busalacchi
Assistiamo in questi giorni ad una manfrina stucchevole tra Rosario Crocetta e Giovanni Ardizzone, rispettivamente, presidente della Regione e presidente dell’Ars, a proposito dell’abolizione dei vitalizi che gli onorevoli dell’ Assembla regionale del tempo che fu, tutti insieme appassionatamente, dal PCI di Togliatti e della lotta di classe, ai neo fascisti duri e puri, passando per balene bianche, vestali repubblicane e liberonzi, si sono auto-attribuiti tanti e tanti anni fa e che da allora sono costati miliardi al contribuente.
Crocetta riveste la calzamaglia ormai logora di Robin Hood e tuona per l’abolizione, Ardizzone frena, invocando l’equiparazione tra Assemblea regionale e il Senato della Repubblica. E’ difficile stabilire chi dei due è il più “fradicio”. Forse Crocetta, il quale quando può attribuire agli altri una colpa raggiunge il massimo del piacere?
No, Crocetta vive in una bolla inesistenziale e dobbiamo solo sperare che di qui a quando se ne tornerà in salopette al Petrolchimico di Gela non faccia troppi altri danni.
Resta Ardizzone, il quale, sul solco dei suoi predecessori, tenta – e spesso ci riesce – di fare passare il concetto che l’equiparazione dell’Ars al Senato sia un precetto dello stesso livello di autorevolezza e cogenza di un comandamento divino(l’11^), ovvero di un dogma della Chiesa, come l’infallibilità del Papa o, più laicamente, di un articolo della Costituzione italiana o dello Statuto regionale, che è la stessa cosa, e che per eliminarla, questa equiparazione, occorra minimo minimo rifondare lo Stato.
Niente di tutto questo, ovviamente. Si tratta di una semplice deliberazione del Consiglio di Presidenza dell’Ars che, dovendo decidere quale appannaggio attribuire ai deputati dell’epoca (cioè a se stessi), appunto, decise con moderazione virtuosa, degna di Catone, eroe della Repubblica romana, di equiparare l’appannaggio a quello goduto dal Senato. Il che poteva andare bene se quel Consiglio avesse proseguito nello sviluppo dell’equiparazione.
Mi spiego. Se il Senato è una Camera che ha il compito di legiferare per 60 milioni di italiani e gode di un appannaggio pari a 100, l’Ars che legifera per 5 milioni di italiani (siciliani) ha diritto ad un appannaggio che è il risultato della seguente proporzione: 60 sta 100 come 5 sta ad X; dove X è uguale a 100 x 5 diviso 60, e cioè l’8,333% (periodico). Troppo poco?
Ma sì, e allora “per equità”, dato che il Senato è mezzo Parlamento e l’Ars è l’intero, raddoppiamogli l’appannaggio fino 16,66%. Facciamo in modo che diventi Presidente della Regione qualcuno che sappia fare le proporzioni e abbia la volontà di farle…
MENO MALE CHE C’È LA GRECIA! – Che tristezza! Gli incubatoi della civiltà occidentale, Atene e Roma, in tutte le classifiche di questa nostra civiltà cui hanno dato la vita, occupano rispettivamente l’ultimo e il penultimo posto. Dobbiamo tenercela stretta, l’Ellade gloriosa. Tiene il fanalino di coda e se sciaguratamente lascerà l’Unione Europea saremo sconsolatamente gli ultimi. Quanto sono lontani i tempi di Pericle e di Scipione! E non solo negli Annales.
LE DUE VELOCITA’ – Se qualcuno afferma che avrebbe voluto vivere al tempo degli antichi romani, perché c’erano gli schiavi che lavoravano per lui, basta fargli osservare che non è detto che tra quegli schiavi non potesse esserci anche lui…
L’idea delle Europa a due velocità comincia ad affinarsi. O meglio, a venire fuori secondo un progetto pronto da tempo. Chi correrà più velocemente? Non si sa, eppure Gentiloni è convinto che l’Italia farà parte del premier club. In base quali considerazioni non è dato sapere. Forse è solo una speranza. Purtroppo lo Stato italiano, da quando scelse di privilegiare una metà del Paese e lasciare praticamente in mano ai peggiori l’altra metà da usare, alternativamente, come forza bruta di lavoro, carne da cannone, discarica, colonia di consumo alimentare, è sempre stato inferiore agli Stati europei che, invece, nel loro stesso interesse, e con lungimiranza, hanno fatto di tante espressioni geografiche altrettante nazioni, unite e coese.
L’ARENA DI GILETTI – Tra i programmi del servizio pubblico – ovvero della RAI – spicca per parzialità e scandalismo d’accatto L’Arena di un tale Giletti che ha fatto del dileggio e della disinformazione l’arma preferita per denigrare i Siciliani. Non si capisce ancora, ma forse sarà più chiaro in seguito, se il suo sia un lavoro su commissione ovvero il naturale vomito di un soggetto cachettico.
Da tempo immemorabile chi vuole dare autorevolezza e veridicità alle proprie diffamazioni, si serve di siciliani, o meglio, di quei siciliani che tentano alternativamente o di salvarsi l’anima, o di rifarsi una verginità, o fare rimarcare la propria superiorità sui propri ex corregionali, in virtù non si sa di quali meriti o, infine di ingraziarsi chi gli può dare un tozzo di pane e popolarità.
E’ stata quindi la volta del (purtroppo per noi Siciliani) Presidente della Regione Crocetta e del suo compare e manutengolo, avvocato Antonio Fiumefreddo.
Il primo, cavalcando la moda, si è scagliato contro i vitalizi dei parlamentari regionali, istituto che, pur essendo lui presidente della Regione da 5 anni, ha finto di scoprire solo ora, u figghiu, sdegnandosi come un Robespierre.
Il secondo ha fatto dolosamente intendere agli italiani che i Siciliani sono evasori fiscali seriali, mentendo sapendo di mentire e ingannando quanti non sanno distinguere tra evasione del tributo e mancato pagamento dello stesso, che invece è accertato. Alla società che Crocetta gli ha affidato, la società di riscossione, compete proprio questa seconda fase e questo è il suo officium. Se non ci riesce è solo colpa sua.
Quanto alla Rai, ci scoccia essere insultati e dovere pagare il canone. E’ sempre preferibile tra le due, essere insultato gratis.
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che vergogna questo buffone di crocetta che al soldi degli italioti stando ai loro giochi in televisione,vergogna crocetta