In questi due giorni di assenza del nostro sito qualcosa è cambiata. Ieri, ad esempio, Sala d’Ercole ha fatto ‘ingoiare’ al presidente Crocetta l’esercizio provvisorio. Il papocchio su una legge – quella sul citato esercizio provvisorio – alla quale sono state ‘agganciate’ abusivamente due norme. Le grandi manovra di Lumia e Crocetta che in una villa storica di Palermo hanno chiamato a raccolta tutti i soggetti della sanità siciliana che conta. I renziani siciliani – sempre più in difficoltà – lanciano segnali a Forza Italia
Cosa si sono persi i nostri lettori, di politica regionale, in questo giorno e mezzo di assenza del nostro sito? Non molto. Forse l’unica notizia è stata certificata dalla riunione di ieri sera del Parlamento siciliano. Che ha approvato l’esercizio provvisorio per un altro mese: insomma, fino al 31 marzo la Regione andrà avanti con il Bilancio in dodicesimi. Insomma, nello scontro tra i parlamentari che volevano l’esercizio provvisorio e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che avrebbe voluto portare a casa la manovra economica e finanziaria 2017, ha perso quest’ultimo.
Non sono mancate le polemiche, nella seduta di Sala d’Ercole di ieri sera. Sono ancora ‘calde’, infatti, le parole pronunciate da Crocetta nel corso della trasmissione L’Arena condotta da Massimo Giletti. C’è stato il solito attacco alle istituzioni autonomistiche siciliane, con una serata dedicate ai vitalizi degli ex parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana. Mentre – indovinate perché? – non si è parlato dei vitalizi degli ex parlamentari della Camera dei deputati e degli ex senatori. Due pesi e due misure.
La novità – rispetto a un giorno e mezzo fa – è che il Consiglio di presidenza dell’Ars (si tratta dell’organo che ‘amministra’ il Parlamento siciliano, del quale fanno parte il presidente dell’Ars, i due vice presidenti, i deputati questori e i deputati segretari) ha dato mandato all’avvocato Enrico Sanseverino, del Foro di Palermo, “di valutare i profili di responsabilità delle dichiarazioni rilasciate da Massimo Giletti, conduttore della trasmissione L’Arena, durante le puntate del 19 e 26 febbraio, dedicate al tema dei vitalizi per gli ex deputati”.
Il Consiglio di presidenza presieduto da Giovanni Ardizzone, ha inoltre dato mandato all’avvocato Sanseverino di “avviare le più opportune azioni giudiziarie in sede civile e penale nei confronti della RAI e dello stesso conduttore”. Una decisione, si legge in una nota diramata dal Parlamento dell’Isola, adottata “per salvaguardare l’immagine e il prestigio del Parlamento siciliano”.
Torniamo, adesso, alla legge approvata ieri sera dal Parlamento siciliano. All’esercizio provvisorio sono stata ‘agganciate’ due norme: la prima riguarda l’istituzione di un Fondo per i disabili (supponiamo gravi) pari a 36 milioni di Euro, la seconda norma dispone il blocco delle nomine nella sanità. Si tratta di due norme che non hanno nulla a che spartire – a norma di regolamento – con il disegno di legge che proroga l’esercizio provvisorio che, per definizione, è un passaggio parlamentare ‘tecnico’ e non politico!
Sul primo punto – l’istituzione del Fondo per i disabili – non sono mancati i rilievi. Come quello illustrato dal parlamentare, Franco Rinaldi, che ha ricordato – come dargli torto? – che queste somme potranno essere spese dopo l’approvazione del Bilancio definitivo e non durante la gestione dell’esercizio provvisorio!
Rinaldi ha ragione da vendere: quando si è mai visto un disegno di legge sull’esercizio provvisorio che istituisce un Fondo? Lo stesso presidente dell’Ars, Ardizzone, che dei regolamenti parlamentari, in questi quattro anni e mezzo, ha spesso dimostrati di avere una visione ‘creativa’, ha dovuto ammettere che i rilievi mossi da Rinaldi non sono, poi, così campati in aria.
La parola è stata data all’assessore-commissario della Regione siciliana, Alessandro Baccei – un altro ‘scienziato creativo’ – che ha ammesso, placidamente, che in altre occasioni sarebbe sta ammessa la deroga alla gestione in dodicesimi del Bilancio! Della serie: la Legge, se non ci piace, la ignoriamo: un grande esempio…
Due parlamentari dell’UDC – o dell’ex UDC: non sappiamo più come definire i deputati di questo partito, dal momento che il simbolo dell’UDC è stato tolto agli ‘udiccini’ siciliani da Roma – Girolamo ‘Mimmo’ Turano e Pippo Sorbello hanno fatto notare che se l’Aula vuole istituire un Fondo per i disabili, il Fondo fino ad oggi non c’è. Di fatto, è stata una difesa dell’ex assessore, Gianluca Miccichè – che fa capo allo stesso partito-non partito di Turano e Sorbello – che si è dimesso: il Fondo non c’era e l’ormai ex assessore Miccichè non avrebbe potuto intervenire in favore dei disabili gravi.
Turano e Sorbello hanno dimenticato che Miccichè non si è dimesso perché mancano i soldi per assistere i disabili gravi, ma per le brutte figure che ha fatto prima con Le Iene e poi nell’abitazione di due disabili. I due parlamentari di non sappiamo più quale partito forse non ‘ricordano’ che è stato il Governo nazionale a tagliare sia i fondi della legge nazionale n. 328 destiati alla Sicilia, sia le risorse del Fondo nazionale per la disabilità (che invece esiste e non c’è bisogno di istituire con l’esercizio provvisorio…).
Tra l’altro, se proprio la dobbiamo dire tutta, lo stanziamento di 10 mila Euro all’anno per ogni disabile grave è insufficiente: si tratta di malati che hanno bisogno di un’assistenza h24, cioè 24 ore su 24. Il Governo regionale e l’Aula pensano che per accudire questi disabili bastino circa 800 Euro al mese? Ma davvero la politica sicilia insiste nel ‘risparmiare’ su queste categorie già provate da una vita di stenti?
Anche la seconda norma – il blocco delle nomine nella sanità – non ha nulla a che vedere con l’esercizio provvisorio. Sembra una forzatura contro l’attuale assessore regionale alla Salute-Sanità, Baldo Gucciardi. Ma forse, anche sui questo fronte, le notizie vanno,come dire?, aggiornate.
Agli osservatori le nomine dei nuovi, possibili direttori generali delle Aziende sanitarie Provinciali (ASP) e delel Aziede ospedaliere sono sembrate come il tentativo dell’assessore Gucciardi di forzare la mano prima di essere messo fuori dal Governo.
E’ noto che Crocetta è ormai in rotta di collisione con il PD siciliano. Già da tempo lavora, insieme con il senatore Giuseppe Lumia, a un nuovo soggetto politico, ‘battezzato’ RiparteSicilia, che dovrebbe servire allo stesso presidente della Regione uscente per ricandidarsi. Ipotesi che viene vista come fumo negli occhi da PD siciliano, e in particolare dalla componente renziana di questo partito che vorrebbe candidare alla presidenza della Regione il sottosegretario, Davide Faraone.
Crocetta avrebbe voluto approvare la manovra economica e finanziaria 2017 proprio per sbattere fuori dalla Giunta gli assessori che non hanno parte del ‘suo’ progetto di ricandidatura. E tra questi, in prima fila, ci sono, per l’appunto, gli assessori renziani.
Se le cose stanno così non è da escludere che con la manovra si vada per le lunghe: perché se l’obiettivo del PD (ma non soltanto del PD) è quello di bloccare l’attività del Governo per mettere in difficoltà Crocetta (e Lumia) non è da escludere che la manovra venga approvata a fine aprile.
Il PD (o quanto meno una parte di questo partito) e il centrodestra, per ridurre gli spazi di manovra di Crocetta e Lumia, starebbero creando le condizioni per creare difficoltà al Governo. Come? Facendo fallire del tutto le ex Province, lasciando i Comuni senza soldi e incasinando la vita degli operai della Forestale.
Non tutto il PD siciliano dovrebbe essere d’accordo nel progetto di ‘stringere’ Crocetta. l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, che non è mai stato renziano, potrebbe non seguire tali indicazioni (e magari provare a risolvere i problemi dei forestali). Idem l’assessore alla Formazione professionale, Bruno Marziano, che a differenza di Cracolici si caratterizza per una gestione confusa ed incerta del suo assessorato.
Abbiamo citato anche il centrodestra: e non l’abbiamo fatto a caso. Con molta probabilità, né il centrosinistra, né il centrodestra decideranno sui rispettivi candidati alle elezioni regionali di novembre. Non è da escludere che attendano l’esito delle elezioni comunali. Così come non è da escludere – in caso di un mezzo disastro elettorale alle imminenti del PD (soprattutto se Crocetta e Lumia presenteranno proprie liste con RiparteSicilia) e di Forza Italia – che centrodestra e centrosinistra presentino un candidato unico: in questo caso la scelta non potrebbe che cadere su Roberto Lagalla, ex assessore regionale alla sanità ai tempi di Totò Cuffaro e già Rettore dell’Università di Palermo.
Lagalla – un democristiano ‘mitologico’ – sarebbe il candidato ideale per mettere d’accordo i renziani, Forza Italia e gli ex democristiani.
Tra i renziani noi abbiamo sempre dato il già citato assessore alla Salute-Sanità, Gucciardi. Si pensava che Gucciardi fosse un seguace di Renzi. ma adesso arrivano altre informazioni. Ovvero?
Qualche sera fa, a Palermo, a Villa Alliata-Cardillo, Crocetta e Lumia hanno organizzato una serata per ‘contarsi’ e, soprattutto, per capire chi sta con loro in un’avventura che dovrebbe culminare non soltanto nella ricandidatura di Crocetta, ma anche nella presentazione di una lista per il rinnovo dell’Ars: cosa, questa, che sta facendo impazzire di rabbia non soltanto i renziani, ma tutto il PD siciliano: questo partito, infatti, è già in difficoltà, visti i risultati disastrosi del Governo.
Non solo. Nella nuova Assemblea regionale si passerà da 90 a 70 deputati e questo è già un problema; a questo si somma la poca credibilità del PD in generale e del PD siciliano in particolare. Se poi Crocetta e Lumia si cimentano – cosa che sta avvenendo – nella costruzione di un nuovo soggetto politico, per il PD la situazione si complica.
Insomma, Faraone e compagni, dopo aver ‘spremuto’ a dovere Crocetta, prendendosi assessorati e sottogoverno, pensavano di sbarazzarsi dell’attuale presidente della regione imputandogli la responsabilità del fallimento del Governo. Operazione che non sta riuscendo, perché fino a questo momento chi sta prendendo ‘botte’ in testa sono proprio i renziani siciliani, con in testa Faraone.
Di più: alla manifestazione di Villa Alliata-Cardillo – oltre a tanti personaggi della sanità siciliana che conta – era presente, tra gli altri, anche l’assessore Gucciardi: era lì per provare, da renziano, a non farsi mettere fuori dalla Giunta? O Gucciardi si è presentato al cospetto di Crocetta e Lumia da renziano ‘pentito’, pronto a dare una mano alla nuova causa? Difficile dirlo.
Così come non è facile capire che cosa ci facevano alcuni dei ‘giannizzeri’ di Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli, leader di Sicilia Futura. Cardinale ha sempre detto e ribadito che rimane fedele al PD: ma appunto perché l’ha detto e ribadito (questi personaggi pensano una cosa, ne dicono un’altra e ne fanno un’altra ancora…) c’è chi comincia a mettere nel conto che anche lo stesso Cardinale potrebbe vagliare l’ipotesi Lumian-crocettiana.
Del resto, Cardinale, oltre che politico raffinato, ha una visione nepotistica della politica: la figlia ha già sulle spalle un paio di legislature a Roma e va messo nel conto una possibile, mancata riconferma. Insomma, una sistemazione all’Ars non sarebbe malvagia…