Ce lo chiediamo e lo chiediamo perché i lavori di tale opera – che hanno arrecato disagi (e danni economici) a migliaia di cittadini – sono ripresi. Come i 15 chilometri di Tram (i cui costi, a fine anno, non si sa come verranno pagati, dal momento che il Comune di Palermo è a rischio default), anche i 6 chilometri e mezzo dell’Anello ferroviario dovranno essere gestiti dall’Amministrazione comunale. Con quali soldi? Con un’altra ZTL? Le grandi opere pubbliche servono per i cittadini o alle imprese che le realizzano?
Vorremmo porre una domanda alla politica di Palermo e, soprattutto, ai candidati a sindaco: con quali soldi dovrebbe essere gestito il cosiddetto Anello ferroviario della città? Ce lo chiediamo perché a noi risulta che i palermitani sono sempre più in difficoltà e che il Comune di Palermo è a rischio default, come abbiamo scritto nella seguente inchiesta:
Per la cronaca, l‘Anello ferroviario’ è la tratta ferroviaria di circa 6 chilometri e mezzo che dovrebbe collegare la stazione Nortarbartolo con l’area portuale della città (per la precisione, Palermo-Notarbartolo, via Libertà-via Lazio, via Imperatore Federico-via Sampolo-stazione Giachery-Porto, Politeama, stazione Lolli). La stazione appaltante di quest’opera (costata fino ad oggi circa 100 milioni di Euro) è il Comune. L’impresa che la sta realizzando – arrecando alla città disagi infiniti e non pochi disastri, come l’abbattimento degli alberi di Piazza Castelnuovo (Piazza Politeama per i palermitani) – è la Tecnis.
La realizzazione di quest’opera è stata contrassegnata anche da una vicenda giudiziaria. Detto questo, i lavori per la realizzazione di tale opera sono ripresi.
Ci permettiamo di ricordare che l’Anello ferroviario non verrà gestito dalle Ferrovie, ma dal Comune. Che dovrà approntare le carrozze e occuparsi della manutenzione.
Poniamo la domanda sulla gestione perché abbiamo sotto gli occhi quello che sta succedendo con i 15 chilometri di Tram (costati, peraltro l’iperbolica cifra di oltre 320 milioni di Euro: oltre 20 milioni di Euro al chilometro!) dove i costi di gestione stanno mandando in tilt l’AMAT, la società che, oltre a gestire – molto male – il trasporto delle persone con i bus, gestisce anche il Tram .
Fino ad oggi, bene o male, i soldi per tenere in piedi i 15 chilometri di Tram (che, lo ricordiamo, servono appena l’1% della popolazione). Ma già per quest’anno – benché nessuno ne parli – nessuno sarà da dove verranno presi al 10 milioni di Euro per pagare i costi del Tram, dal momento che la situazione finanziaria del Comune di Palermo è peggiorata!
Già i candidati a sindaco di Palermo – e i partiti e i movimenti politici oggi in campagna elettorale – dovrebbero spiegare ai cittadini dove il Comune troverà i soldi, a fine anno, per pagare i costi del Tram del 2017.
Verranno smantellate altre linee del servizio bus dell’AMAT per ‘risparmiare’? La nostra non è una provocazione, perché per poter far partire il Tram l’AMAT ha abbandonato intere periferie.
Leoluca Orlando e i suoi sostenitori, soprattutto i consiglieri comunali che nel dicembre del 2015 hanno istituito, con il proprio voto, la ZTL, come potete leggere qui di seguito:
dovrebbero rispondere alla seguente domanda:
per fare ‘cassa’ – nel caso in cui Orlando dovesse essere rieletto sindaco – avete intenzione di ‘alleggerire’ ulteriormente le tasche dei cittadini estendendo la ZTL e inventando altri balzelli?
Ricordiamo – a chi l’avesse dimenticato – che la tassa di circolazione automobilistica, contrabbandata come ZTL, introdotta nel Centro storico e in via Roma sta facendo fallire buona parte degli esercizi commerciali, ‘desertificando’ la città. Questo perché sia i palermitani, sia gli abitanti dei centri vicini si guardano bene dall’avvicinarsi nell’area gravata da questa balzello, sia perché non vogliono pagare, sia per evitare le contravvenzioni.
Che faranno i futuri amministratori comunali? Estenderanno questa finta ZTL ad altre aree della città per proseguire nella ‘desertificazione’ economica delle piccole attività commerciali e artigianali, per favorire, con l’occasione, la grande distribuzione organizzata?
Se è così, sarebbe corretto avvertire i cittadini prima del voto, non credete?
Tram a parte, ribadiamo la domanda: il Comune di Palermo sa già dove trovare i soldi per gestire l’Anello ferroviario senza pesare ancora sulle tasche dei cittadini palermitani ?
La realizzazione di tale opera ha provocato danni ingenti a centinaia di commercianti e a migliaia di cittadini. A questo punto l’attuale Amministrazione comunale ci dovrebbe dire con quali soldi intende gestire l’Anello ferroviario.
Il sindaco uscente e, in generale, le forze politiche che hanno appoggiato l’attuale amministrazione sono in grado di rispondere, o l’opera “andava comunque realizzata”. Che nel Sud è la formula che, dagli anni ’50 del secolo passato, ha giustificato spesso le ‘Cattedrali nel deserto’, opere realizzate non perché servivano ai cittadini delle Regioni del Mezzogiorno, ma perché servivano a chi le realizzava…
Foto tratta da si24.it
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L'anello ferroviari di Palermo è stato costruito con i soldi del Ponte di Messina
che dovranno essere restituito quando si farà il Ponte e il passante ferroviario per la Tunisia