La situazione è grave, com’è stato segnalato nei giorni scorsi da un articolo de Il Sole 24 Ore. Quello di Palermo, però, non è un caso unico: ci sono anche altre città italiane in queste condizioni. Ma i grandi giornali, chissà perché, parlano sempre e solo della Sicilia. Ciò posto, la situazione finanziaria del Comune di Palermo è grave. Questo perché, come altri Comuni, ha subito pesantissimi tagli dallo Stato e dalla Regione (che, a propria volta, non eroga i fondi ai Comuni perché massacrata dallo Stato). L’aspetto paradossale di questa storia è che il Comune rischia il default nonostante l’aumento della pressione fiscale!
Nei giorni scorsi è venuta fuori la notizia – pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore – che il Comune di Palermo sarebbe a rischio default. Informazione che abbiamo cercato di approfondire. Abbiamo così consultato una serie di documenti e anche alcuni dati un report sulla situazione economica del Comune di Palermo che arriva al dicembre del 2015. I dati fanno riferimento al Bilanci del 2013, del 2014 e del 2015, visto che il consuntivo del 2016 sarà disponibile nel giugno di quest’anno.
Abbiamo appurato che sì, la situazione del Comune di Palermo è problematica: ma non è diversa da quella di tanti altri Comuni italiani, grandi e piccoli. E la prima domanda che ci siamo posti è:
Perché si parla della crisi finanziaria del Comune di Palermo e non anche di quello che succede in tanti altri Comuni italiani?
Detto questo, va precisato che la situazione difficile del Comune di Palermo è in parte dovuta alle spese eccessive di alcune società partecipate e, in parte, frutto dei tagli operati dallo Stato e dalla Regione.
Per cioè che riguarda la Sicilia possiamo affermare che, dal 2003 ad oggi, è la Regione che ha subito, in assoluto, più tagli da parte dello Stato.
Come ora proveremo a illustrare – con i numeri – a Palermo assistiamo a una situazione per certi versi paradossale: è aumentata la pressione fiscale a carico di cittadini e imprese, ma ciò nonostante il Comune si ritrova con un “Rating complessivo di salute finanziaria” catalogato in E, che significa a rischio default.
Per la cronaca – così entriamo subito in tema – il sistema di Rating finanziario è articolato su 11 classi di merito complessive: A è classe di merito più elevata; seguono B1, B2, C1, C2, C3, C4, C5, D1, D2, E: quest’ultima è classe di merito più bassa e indica il rischio default.
Il Comune di Palermo, con riferimento al 2015, si trova in E come giudizio complessivo, mentre per la “Propensione al sociale” si trova in D2.
La situazione è brutta ma – lo ribadiamo – è tipica di altre città italiane. Ora cominciamo a entrare nel dettaglio.
Una voce importante è quella delle entrate.
Nel 2013 le entrate tributarie del Comune di Palermo ammontavano a quasi 337 milioni di Euro.
Nel 2014 sono passate a a 487 milioni di Euro circa.
Nel 2015 siamo arrivati a poco più di 463 milioni di Euro.
Di fatto, i palermitani pagano oltre 230 milioni di Euro in più di tributi.
Interessante anche la tabella dei trasferimenti complessivi: sono i soldi che lo Stato, la Regione, l’Unione Europea trasferiscono al Comune di Palermo. A cui vanno sommati anche contributi e trasferimenti correnti di alcuni enti pubblici.
Bene. Nel 2013 i trasferimenti ricevuti dal Comune di Palermo ammontano a 446 milioni di Euro. Di questi, quasi 315 milioni di Euro arrivano dallo Stato e quasi 130 milioni di Euro dalla Regione siciliana. Nulla è arrivato dalla UE e da enti pubblici.
Nel 2014 i trasferimenti complessivi ammontano a quasi 176 milioni di Euro: meno di 117 milioni di Euro dallo Stato e circa 59 milioni di Euro dalla Regione.
Come i nostri lettori possono notare, lo Stato, in un anno – dal 2013 al 2014 – ha tagliato più di 200 milioni di Euro di trasferimenti finanziari al Comune di Palermo! Questo, però, Il Sole 24 Ore non ce l’ha detto.
Non è andata meglio con la Regione siciliana che, sempre in un anno – dal 2013 al 2014 – ha tagliato al Comune di Palermo oltre il 50% dei trasferimenti!
Sempre nel 2014 sono entrati 308 milioni di Euro da enti pubblici.
Nel 2015 i trasferimenti complessivi al Comune di Palermo ammontano a un po’ più di 170 milioni di Euro. Il Comune perde, nel complesso, altri 5 milioni di Euro.
Se entriamo nei particolari, ci accorgiamo che lo Stato ha ridotto i trasferimenti di circa 14 milioni di Euro, mentre la Regione li ha aumentati di 8 milioni di Euro, In più, sempre nel 2015, al Comune di Palermo sono entrati 860 milioni di fondi europei (e questi dovrebbero essere soldi che i palermitani non hanno visto, trattandosi, quasi sicuramente, di appalti ferroviari) e altri 435 milioni di Euro di da parte di altri enti pubblici.
Andiamo, adesso, alle entrate extratributarie.
Nel 2013 le entrate extratributarie del Comune di Palermo ammontano a 55 milioni e 323 mila Euro.
Nel 2014 passano a 64 milioni di Euro circa.
Nel 2015 si attestano intorno a 94 milioni e mezzo.
Come i lettori possono notare, a Palermo, in tre anni, si registra un aumento delle entrate extratributarie del 45% circa.
Se entriamo nel dettaglio, notiamo che i proventi del Comune per l’erogazione dei servizi pubblici, nel 2013, ammontano a un po’ più di 30 milioni di Euro.
Nel 2014 i proventi del Comune per servizi pubblici resi ai cittadini sono passati a 41 milioni e 270 mila Euro, con un aumento di quasi 11 milioni di Euro pagati da famiglie e imprese della città.
Nel 2015 si registra ancora una crescita: i proventi del Comune per i servizi resi passano a 76 milioni e mezzo circa.
Ne consegue che, in tre anni, i palermitani hanno pagato, per i servizi offerti dal Comune, 46 milioni di Euro circa in più. E poiché, negli ultimi anni, i servizi del Comune sono peggiorati, ne deduciamo che i palermitani hanno pagato di più per avere servizi più scadenti.
Interessante la sezione delle entrate tributarie derivanti da alienazioni, trasferimenti di capitali e da riscossione di crediti.
Un dato salta subito agli occhi: nel 2013 queste entrate ammontano, nel complesso, a 131 milioni di Euro e 500 mila Euro.
Nel 2014 tali entrate scendono a 10 milioni Euro circa.
Per risalire a 24 milioni e 332 mila Euro.
I capitali trasferiti dallo Stato, nel 2013, ammontano a 115 milioni di Euro circa.
Nel 2014 scendono ad appena 350 mila Euro!
Per risalire a 15 milioni e 200 mila Euro nel 2015.
Nel complesso, in tre anni, palermo ha perso circa 100 milioni di Euro di trasferimenti all’anno.
Nel complesso, il totale delle entrate del Comune di Palermo passa da un miliardo e 190 milioni di Euro circa del 2013 a un miliardo e 16 milioni di Euro circa del 2014, per attestarsi a 872 milioni e 450 mila Euro del 2015.
La riduzione delle entrate, in tre anni, è pari a circa 300 milioni di Euro circa.
La parte che affronta il tema della “valutazione complessiva della salute finanziaria” evidenzia gli aspetti negativi che sono stati oggetti degli articoli de Il Sole 24 Ore.
Il rating di Bilancio del Comune di Palermo – come già accennato – è debolissimo, ovvero tendente al default (quindi, come già accennato, segnato con E).
Il rating del bilanci delle società partecipate è indicato con C4: quindi sufficiente.
Il rating complessivo torna ad essere debolissimo, tendente al default, cioè segnato con la E.
Per completezza d’informazione va detto che il rating del Bilancio del Comune di Palermo, nel 2011 era C4.
Nel 2012 era C3.
Nel passaggio dal 2012 al 2013 si registra un salto di ben quattro classi in negativo: da C3 si passa a D2.
Nel 2014 il rating rimane D2.
Nel 2015 si passa as E: rischio default.
Ribadiamo che, in queste condizioni, non c’è solo il Comune di Palermo. Non si capisce perché l’attenzione sia stata riservata solo al capoluogo della Sicilia.
Andiamo alle società partecipate del Comune.
Come rating la peggiore è la Teatro Stabile al Massimo Privato società consortile a responsabilità limitata, partecipata al 15% dal Comune: C5.
Un po’ meglio – rating C4 – AMAT e GESAP.
La prima – l’AMAT, partecipata al 100% dal Comune – è l’Azienda che gestisce il trasporto delle persone: 76 milioni di Euro di capitale netto, 162 milioni di Euro di capitale investito, 97 milioni e mezzo di Euro circa di costi monetari, 8 milioni e mezzo di Euro circa di debiti finanziari, quasi 65 milioni di Euro di spese per il personale. Sull’AMAT pesa anche la gestione del Tram che, di sola manutenzione, costa circa 10 milioni di Euro all’anno. Forse è la peggiore Azienda del Comune, non per il personale, ma a causa della gestione.
La GESAP – partecipata al 31% dal Comune – è la società che si occupa dei servizi a terra presso l’aeroporto ‘Falcone- Borsellino’, già Punta Raisi. Presenta un patrimonio netto di 11 milioni e 200 mila Euro; 40 milioni e mezzo circa di capitale investito; 24 milioni e 300 mila Euro di costi monetari; 3 milioni di Euro di debiti finanziari; 8 milioni e mezzo circa di spese per il personale.
In rating C3 si trovano la RAP (Risorse Ambiente Palermo) – la società partecipata al 100% dal Comune che ha preso il posto dell’AMIA e che gestisce (forse non senza qualche conflitto di interessi…) la raccolta dei rifiuti e la discarica di Bellolampo – e l’AMAP, la società partecipata quasi al 100% dal Comune che si occupa della gestione idrica.
La RAP presenta un patrimonio netto di circa 15 milioni di Euro; un capitale investito pari a 68 milioni di Euro; costi monetari per quasi 142 milioni di Euro; debiti finanziari per 2 milioni di Euro; e spese per il personale pari a poco più di 90 milioni di Euro.
L’AMAP presenta poco più di 35 milioni di Euro di patrimonio netto; poco più di 188 milioni di Euro di capitale investito; costi monetari per 127 milioni di Euro; debiti finanziari per 8 milioni e 800 mila Euro; costi per 45 milioni di Euro.
In rating C2 troviamo AMG Energia, la società partecipata al 100% dal Comune che gestisce la distribuzione del gas, con un patrimonio netto di 115 milioni e mezzo circa di Euro; 154 milioni e 300 mila Euro di capitale investito,42 milioni e 300 mila Euro circa di costi monetari, 16 milioni di Euro di debiti, quasi 20 milioni di Euro per spese di personale.
Le spese correnti del Comune di palermo ammontano a quasi 665 milioni di Euro.
La voce più consistente è rappresentata dalle Spese generali di amministrazione di gestione e controllo: quasi 231 milioni di Euro (quasi uguali a quelle del 2014 e del 2013).
Le spese per la Giustizia subiscono un calo, passando dai 7 milioni e 300 mila Euro del 2013 a 4 milioni e 700 mila Euro circa del 2015.
Riduzione anche per la Polizia locale: dai 50 milioni di Euro del 2013, si passa a 41 milioni di Euro del 2015 (un po’ più di 9 milioni di Euro circa in meno).
In calo i fondi per l’istruzione pubblica, che passano dagli oltre 37 milioni di Euro del 2013 ai circa 27 milioni di Euro del 2015.
In aumento i fondi per la cultura: dagli 8 milioni e mezzo di Euro del 2013 si passa a 10 milioni e 400 mila Euro circa del 2015.
Nello sport Palermo conferma il disastro: appena 2 milioni e 200 mila Euro di spesa nel 2015, pari, grosso modo, ai due anni precedenti.
peggio dello sporto sono solo il turismo (appena 888 mila Euro) e i servizi produttivi (appena 69 mila Euro: e poi ci chiediamo perché lo sviluppo economico a Palermo e ‘latitante’…).
In compenso ci sono quasi 4 milioni di Euro per lo sviluppo economico nel 2015, con un lieve calo rispetto a due anni fa (quando la spesa in questo settore era pari a 4,4 milioni di Euro).
In lieve calo le spese per la viabilità e i trasporti, che passano da 128 milioni e 288 mila Euro del 2013 a 106 milioni e 733 mila Euro del 2015.
In aumento, invece, le spese per la gestione del territorio e dell’ambiente, che passano da 174 milioni di Euro del 2013 a 183 milioni e 700 mila Euro del 2015.
In calo (e si vede!) la spesa sociale, che passa da 62 milioni di Euro del 2013 a 52 milioni di Euro del 2013.
Le spese in conto capitale (cioè gli investimenti) sono, nel complesso, meno del 10% delle spese correnti: e questo, di per sé indica lo stato ‘patologico’ di una pubblica amministrazione (significa che si occupa del presente, ma pensa poco al futuro).
La voce più importante degli investimenti è rappresentata dai 33 milioni e 700 mila Euro da viabilità e trasporti, con un aumento rispetto al 2013 (quando tale spesa arrivava a 6 milioni e 700 mila Euro).
La seconda voce – che è molto importante perché spia di una situazione a dir poco strana – riguarda gli investimenti nei Servizi generali di amministrazione di gestione e controllo. Nel 2015 queste spese in contro capitale si assestano intorno a poco meno di 17 milioni di Euro; con una notevolissima riduzione rispetto al 2013, quando le spese per investimento in questo settore ammontavano a 135 milioni e mezzo di Euro (il calo è del 45% circa!).
Ultimo dato degno di nota tra le spese in contro capitale: la gestione del territorio e dell’ambiente. Qui gli investimenti, nel 2015, ammontano a quasi 7 milioni di Euro. Il 47% in meno rispetto al 2013, quando venivano investiti quasi 20 milioni di Euro.
Interessante anche l’analisi della spesa sociale tra il 2011 e il 2015.
Per gli asili nido la spesa rimane invariata: circa 20 milioni di Euro.
Per la prevenzione e la riabilitazione si passa dal nulla del 2011 (150 mila Euro!) a un milione e 200 mila Euro del 2015: che in ogni caso sono pochissimi per una città da 700 mila abitanti!
Quasi a zero le strutture residenziali e di ricovero per anziani: 600 mila Euro (non sappiamo se ridere o piangere: di fatto, il Comune di Palermo ignora il problema degli anziani).
Va meglio per assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona: 28 milioni e 700 mila Euro la spesa nel 2015 (ma con pagamenti effettuati pari a circa 22 milioni di Euro); con una riduzione di oltre 11 milioni di Euro rispetto al 2013.
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