In pratica, dopo l’approvazione della manovra economica e finanziaria 2017 da parte dell’Ars, Crocetta potrebbe sbattere fuori dal Governo tutta la componente renziana, rompendo anche con i centristi di Giampiero D’Alia e Giovanni Ardizzone e con Sicilia Futura di Totò Cardinale. La fretta dell’assessore Baldo Gucciardi, che ha capito che sta per essere messo fuori dalla Giunta e vorrebbe nominare subito i manager della sanità. E poi? In teoria Lumia, Cracolici e Marziano dovrebbero appoggiare la ricandidatura di Crocetta. Ma…
Stamattina abbiamo scritto che il presidente della regione, Rosario Crocetta, di comune accordo con il suo storico alleato, senatore Giuseppe Lumia, si accingerebbe a sbattere fuori dalla Giunta dieci assessori per sostituirli con persone a lui vicine in vista delle elezioni regionali del prossimo novembre (come potete leggere qui). In realtà, con il passare delle ore, i giochi sembrano in continua evoluzione.
Sembrerebbe che in Giunta potrebbe restare l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici. E forse anche l’assessore alla Formazione professionale, Bruno Marziano. Si tratta di due esponenti del PD che non sono mai stati renziani. Se ne dovrebbe dedurre che Crocetta si sbarazzerebbe di tutti gli assessori renziani, rompendo anche con Sicilia Futura, il movimento capeggiato da Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli. E rompendo, anche con i centristi di Giampiero D’Alia e del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone ormai in caduta libera.
Il momento politico e parlamentare non è di semplice lettura, perché a bloccare tutte le possibili mosse di Crocetta è la manovra economica e finanziaria 2017 che è ferma in commissione Bilancio e Finanze. Il dato politico certo è che, da soli, il presidente della Regione e i suoi alleati non sono in grado di fare approvare dall’Assemblea regionale siciliana la manovra 2017.
Cracolici e Marziano sono due esponenti di peso nel Partito Democratico siciliano: ma unendo i loro voti a quelli di Crocetta, a Sala d’Ercole sarebbero comunque minoranza. A meno che l’opposizione non venga incontro al presidente della Regione e ai suoi alleati. Scenario possibile?
Tutto può succedere. In fondo, a Crocetta e ai suoi possibili alleati mancano i voti dei parlamentari dell’Ars più o meno riconducibili al PD renziano, compresa l’area del già citato Cardinale. Insomma, per dirla con parole ancora più chiare, se Crocetta, Lumia, Cracolici, Marziano e via continuando dovessero trovare una mezza sponda in Aula con il centrodestra – e magari con i grillini – l’operazione potrebbe anche andare in porto. Pagando, ovviamente, un ‘prezzo’ politico…
Che siano in corso ‘operazioni’ strane’ lo dimostra la fretta con la quale l’assessore regionale alla Salute-Sanità, Baldo Gucciardi, vorrebbe procedere alle nomine dei direttori generali delle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e delle Aziende ospedaliere dell’Isola. Gucciardi, che ormai è passato armi e bagagli con i renziani, ha capito che per lui tira una brutta aria. Insomma, se è ancora assessore in carica è perché l’Ars non ha ancora approvato la manovra economica e finanziaria (che si chiama anche legge di stabilità regionale) 2017.
Gucciardi, che non è nato ieri, sa che non gli resta molto tempo. Così vorrebbe procedere alle nomine prima che Crocetta lo sbatta fuori dal Governo. Ma ha già contro un fuoco di sbarramento. Contro l’assessore Gucciardi tuonano i parlamentari del Movimento 5 Stelle che in un comunicato scrivono:
“Il M5S all’Ars non ci sta, le grandi e affrettatissime manovre in corso per le nomine dei direttori generali nel pianeta sanità avrebbero un solo scopo: blindare le poltrone che contano per i prossimi tre anni, impedendo di fatto al Governo che succederà a quello in carica di individuare nuove figure per i vertici delle aziende ospedaliere”.
Da qui la contromossa dei deputati grillini: la convocazione dell’assessore Gucciardi in commissione Antimafia, cosa che dovrebbe arrivare a stretto giro di posta. E’ la commissione presieduta da Nello Musumeci, esponente di spicco del centrodestra.
“Non abbiamo ancora la data – dice il parlamentare grillino, Stefano Zito – ma ho già fatto richiesta al presidente Musumeci, che l’ha accolta verbalmente. Vogliamo tutte le spiegazioni del caso, ma sia chiaro, non tollereremo alcuna speculazione, né deroghe alle regole”.
Per questo il Movimento 5 Stelle segue con attenzione le “oscure mosse del governo”, pronto ad inviare le carte in Procura.
“La fretta – aggiunge il parlamentare Francesco Cappello – è determinata solo da un fatto: evitare di incappare nel semestre bianco, quando le designazioni sono di fatto inibite. In soldoni, sulle designazioni il Governo non vuole lasciare carta bianca al prossimo esecutivo che, verosimilmente, non sarà più a trazione PD. La necessita di bruciare le tappe, però, potrebbe causare una serie di problemi: da un lato si anticiperebbe irrazionalmente la valutazione dell’operato di manager prima della scadenza naturale del loro mandato, dall’altro si andrebbero a pescare i nomi dei manager da un albo di idonei vecchio di quattro anni, quando, invece, si potrebbe procedere alla nomina di commissari in attesa del nuovo elenco”.
Per Cappello, il Governo sta mettendo in campo tutte le strategie possibili per poter piazzare uomini di propria fiducia, ricorrendo anche ad armi di distrazioni di massa.
“Ne sono un esempio – sottolinea ancora il parlamentare grillino – i decreti del cosiddetto piano risparmi. La coincidenza dei tempi è quantomeno singolare. Di certo c’è che con questa mossa sono riusciti ad attirare l’attenzione dei media, gettando un cono d’ombra sulla vicenda delle designazioni. Vorrà dire che su quest’ultimo versante cercheremo noi di tenere accesi i riflettori e, se sarà il caso, come già detto, cercheremo di farli accendere anche alla magistratura”.
I grillini dicono a chiare lettere che la loro unica preoccupazione è quella di evitare che l’attuale Governo nomini i nuovi manager della sanità, che resterebbero in ‘eredità’ al nuovo Governo regionale. Se le cose stanno così, i 14 deputati del Movimento 5 Stelle non dovrebbero fare da ‘sponda’ a Crocetta e ai suoi alleati per l’eventuale approvazione, a ‘scatola chiusa’, della manovra 2017.
Il passaggio è importante, perché come abbiamo raccontato stamattina, in questa manovra a ‘scatola chiusa’ ci sarebbero da spendere un bel po’ di risorse finanziarie – sembra un miliardo e 300 milioni di Euro – che in campagna elettorale fanno sempre comodo…
Se invece i grillini dovessero non tanto votare la manovra a ‘scatola chiusa’, ma anche partecipare alla votazione, assicurando, ad esempio, il numero legale in Aula per l’approvazione della manovra, beh, allora significherebbe che anche loro starebbero dando una mano a Crocetta e compagni.
Contro le nomine nella sanità si schiera pure il parlamentare del Partito dei Siciliani-Mpa, Giovanni Greco. Che in un comunicato precisa:
“L’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi, vuole accelerare i tempi di legge per le nuove nomine dei direttori generali delle Aziende ospedaliere in scadenza, attingendo all’elenco regionale, non aggiornato. Un provvedimento che potrebbe a nostro avviso risultare viziato di illegittimità”.
Nel comunicato di Greco si legge che la “Giunta regionale ha approvato una delibera che conferma l’utilizzo dell’elenco regionale degli idonei a ricoprire quelle cariche. Undici contratti dei direttori generali scadranno infatti a giugno. Non si vuole quindi attendere per le nomine la creazione dell’elenco nazionale degli idonei previsto da un decreto legislativo del luglio scorso e attualmente sub iudice, bensì si vuole attingere da quello regionale approvato il 17 maggio del 2013, ma illegittimo perché scaduto nel 2015, in quanto dovrebbe essere aggiornato per legge ogni due anni”.
“Le manovre del Governo – conclude Greco – vanno tutte nella direzione di volere far presto, ma a nostro avviso bisogna continuare a procedere secondo le norme di legge ed attendere, per non correre il rischio che l’elenco regionale fermo al 2013 possa essere dichiarato giuridicamente non valido, rendendo di fatto nulle eventuali nomine”.
Fin qui le possibili nomine nella sanità e le proteste. Resta da capire se Cracolici e Marziano andranno fino in fondo nello loro possibile alleanza con Crocetta e Lumia.
Per la cronaca, Cracolici e Lumia sono già stati alleati di ferro: lo sono stati dal 2008 al 2012, quando hanno fatto nascere e hanno sostenuto il Governo regionale ‘ribaltonista-trasformista’ di Raffaele Lombardo. E sono stati sempre loro due, alle elezioni comunali di Palermo del 2012, a utilizzare Fabrizio Ferrandelli per bloccare la candidatura di Rita Borsellino a sindaco del capoluogo siciliano (Ferrandelli, per la cronaca, è una sorta di Jolly della politica palermitana, buono, indifferentemente, per il centrosinistra di Cracolici e Lumia e per il centrodestra di Gianfranco Miccichè e Totò Cuffaro).
Non è da escludere che Cracolici e Lumia decidano di giocare la carta di Crocetta. Trascinandosi anche Marziano. Questi esponenti del PD hanno una cosa in comune: sono tutt’e tre in uscita, perché ognuno di loro di legislature sui rispettivi ‘gropponi’ ne ha tante. Tra l’altro, i travagli romani del PD li aiutano: non essendo renziani, potrebbero motivare l’appoggio a Crocetta ri-candidato alla presidenza della Regione come una mossa anti-renziana e non come un tentativo di restare a galla.
Tutto chiarito? No. Perché, alla fine, Crocetta non è un buon candidato, se è vero che nell’immaginario di tanti siciliani è visto come una sorta di ‘Attila’ della nostra Isola. Che potrebbe significare, questo? Che fino a luglio Lumia, Cracolici e Marziano potrebbero far credere a Crocetta di essere il candidato: per poi convincerlo, in un modo o nell’altro, a farsi da parte per far posto magari a Cracolici che, con la gestione dei fondi europei in agricoltura – fondi gestiti nel ‘rigoroso’ rispetto dei criteri della ‘vecchia politica’ – sarebbe di certo più competitivo di Crocetta.