“Il programma e lo stile innovativo di Ciro Lomonte, candidato sindaco di Palermo per Siciliani Liberi, è quello che vogliamo anche per Catania”. Il coordinatore del Circolo Federico III fa un parallelismo tra le due più grandi città siciliane, analizzando i problemi e indicando la via per risolverli
da Massimo Vertillo (nella foto), Coordinatore Circolo Federico III di Catania del Movimento Siciliani Liberi, riceviamo e pubblichiamo:
“Seguo la campagna elettorale di Palermo, per l’elezione del nuovo Sindaco, nella doppia veste di membro del Movimento Siciliani Liberi e da cittadino catanese, con un sentimento doppio di interesse diretto e una certa “distanza” geografica che mi consente di sviluppare un ragionamento che non riguarda la sola città di Palermo.
È evidente che per noi Siciliani Liberi questa prima esperienza di elezioni si viva come il primo esame. Ma credo che la conduzione della campagna elettorale nella città di Palermo, frammentata dentro e fuori gli schieramenti, frammentata nella società stessa, ponga in luce non solo un programma concreto e una “vision” di sviluppo, ma uno stile portato avanti dall’architetto, Ciro Lomonte, che di per sé è innovativo nella politica locale. Passione e competenza si fondono in sfumature non eludibili per dare risposte nuove ad una Sicilia morente, tradita negli interessi dagli stessi rappresentanti politici dei partiti italiani fino ad oggi.
Ciro Lomonte ha già vinto.
Dare un’opportunità ai palermitani di non votare necessariamente il “meno peggio”, uno slogan o un programma di semplice amministrazione ordinaria, senza alcuna prospettiva da qui a 5 anni, è già una vittoria.
Il voler dialogare con le parti vive della città, comitati civici, associazioni, cittadini, lavoratori, colloca il candidato Lomonte in una connessione reale per uno sviluppo sostenibile e un progetto specifico ed unico per la Città di Palermo, non un pacco elettorale che sia automaticamente calato dall’alto e adattabile per Palermo o Genova o Roma o Milano. Per queste ragioni mi pare che non sia stata ancora colta nella sua essenza la lettera di Lomonte a Nadia Spallitta pubblicata su Taormina Today.
Questa esperienza, comunque vada, è antesignana di ciò che il Movimento Siciliani Liberi sta costruendo da oltre un anno a questa parte in tutta la Sicilia: la connessione tra la realtà siciliana e la proposta politica che libera da catene imposte non per scelta del popolo siciliano, in una visione di sviluppo possibile e non più rinviabile per la nostra dignità, per l’amore per la nostra terra, per consentire ai nostri figli l’opportunità di decidere con libertà se restare a vivere e lavorare nella loro terra o emigrare.
Se in ambito regionale, Siciliani Liberi è promotore della Zona Economica Speciale, in ambito locale non si può prescindere da elementi specifici e caratterizzanti delle singole realtà, partendo, come un albero, dalle proprie radici per consentire un nuovo germogliare rigoglioso.
Questo è ciò che anche a Catania vogliamo e stiamo portando avanti. La città di Catania, non diversamente da Palermo e tanti altri comuni isolani, vive una stagione buia e di decadenza che necessita di un programma che ridia lustro alle proprie naturali vocazioni.
Non c’è nulla da inventare o da importare, abbiamo già ciò che ci occorre sotto gli occhi.
La porta orientale della Sicilia, da cui si diramano a raggiera le strade di connessione già su linee utilizzate dai Romani, anima commerciale ferita da un utilizzo spropositato di “non luoghi” come i centri commerciali come in nessuna parte d’Europa, città risorta nove volte da distruzioni e calamità, ricostruita in soli venti anni dal terremoto del 1693 in ciò che oggi è patrimonio dell’Umanità, unica città al mondo che può vantare due siti Unesco (Val di Noto ed Etna), sede di un polo tecnologico, prima sede dell’Università in Sicilia nel 1434, città in cui si festeggia una tra le feste religiose più importanti del pianeta, deve, deve risollevarsi e ritrovare sé stessa!
Sembra quasi un discorso banale, ma tendenzialmente si “snobba” ciò che abbiamo sotto gli occhi quando in realtà dovremmo valorizzarlo in capisaldi di uno sviluppo possibile e sostenibile.
È velleitario realizzare un Museo Egizio omettendo i rapporti Sicilia-Egitto nella storia, aspetto che darebbe un’originalità e freschezza culturale affiancato ai reperti di “secondo grado” per gentile concessione del museo torinese. È mancanza di progettualità e visione, se l’unica opera compiuta negli ultimi quattro anni è l’abbattimento di un ponte e l’abbellimento di un muro. È mancanza di coraggio se una città di mare ha il mare negato ed esclusivamente privatizzato; una città di mare senza spiagge pubbliche fruibili e decenti.
Vogliamo riscoprire la Catania Capitale (per quasi due secoli), sede del Parlamento Siciliano al Castello Ursino, durante il periodo della dinastia Aragonese amatissima all’epoca dai catanesi, e valorizzare ciò che è nascosto e dimenticato ma presente in città?
Vogliamo ragionare su parchi e aree verdi nella cinta metropolitana e dare uno spazio ai nostri bambini per muoversi in libertà senza dover “emigrare” nei comuni circostanti etnei per giocare?
Vogliamo ragionare sulla mobilità sostenibile e su mezzi pubblici adeguati per l’area metropolitana? I catanesi stanno dimostrando di voler utilizzare i mezzi pubblici, se esistono e sono funzionanti, come la recente e limitata metro: senza un’organizzazione integrata ed efficiente della mobilità a livello di area metropolitana è impossibile proporre e ragionare su ulteriori ZTL, senza che il commercio del centro città subisca ulteriori danni economici o per un maggiore sviluppo turistico in città.
Catania è una città metropolitana di fatto, anche prima dell’istituzione formale. Avere il ruolo di capofila è un’opportunità per organizzare ciò che spesso è cresciuto in modo disorganico e improvvisato. Così come dimostrano anche i fenomeni “lagunari” periodici, aggravati da una carenza di semplice manutenzione ordinaria e completamento di opere trentennali per il convogliamento delle acqua piovane.
Come Siciliani Liberi lanciamo suggerimenti, non veti, e qui mi riallaccio all’esperienza in corso di Palermo: essendo spinti dall’amore per la propria terra e dalla voglia di un riscatto di dignità e d’identità, senza preclusioni di natura ideologica spesso fautrici di false divisioni, siamo aperti al confronto e alla collaborazione con le realtà civiche, ai comitati cittadini, alle associazioni, ai professionisti, ai cittadini: iniziamo a sederci insieme e disegnare la Catania dei Catanesi.
Siamo consapevoli che ogni progettualità dei comuni non è esente dalle difficoltà economiche delle casse, sottoposte, in numerosi casi, già ad un dissesto di fatto. Ed è per questo che il nostro progetto punta ed è organico al progetto regionale, dove la madre di tutte le battaglie è il recupero della sovranità fiscale regionale e la Zona Economica Speciale”.
Massimiliano Vertillo
Coordinatore Circolo Federico III di Catania del Movimento Siciliani Liberi
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