Tutti i ‘capi’ del centrodestra siciliano sanno che organizzare le primarie, per individuare il candidato alla presidenza della Regione siciliana, è pressoché impossibile. Ma forse per questo si incontreranno oggi a Palermo. Per questa formazione politica decidere di non decidere è già una ‘decisione importante’. Le indiscrezioni sul sì di Forza Italia all’appoggio di Fabrizio Ferrandelli a candidato sindaco di Palermo
Chiuso l’accordo con Fabrizio Ferrandelli – il candidato a sindaco di Palermo che il centrodestra, non senza qualche ‘mal di pancia’, ha deciso di appoggiare – bisogna trovare la ‘quadra’ sul candidato alla presidenza della Regione siciliana. Cosa facile a dirsi, ma un po’ meno facile a farsi. Così, stamattina, a Palermo, i ‘capi’ delle tante ‘anime’ del centrodestra siciliano si ritroveranno attorno a un tavolo per discutere di un argomento tecnicamente impraticabile, ma che continua a tenere banco: le primarie.
Già, le fantomatiche primarie del centrodestra per indicare il candidato alla presidenza della Regione. Se ne parla da tempo. Tutti hanno capito che organizzarle è pressoché impossibile. Questo perché, nel centrodestra siciliano, non c’è una sola formazione politica organizzata nel territorio. Il PD siciliano, bene o male, anche se un partito ormai di forza media, è presente in tutti i Comuni dell’Isola. Mentre i partiti del centrodestra, medi o piccoli, sono tutti rigorosamente ‘liquidi’.
Insomma, nel centrodestra siciliano parlare di primarie è come parlare del nulla. Ma forse appunto per questo se ne parla. In attesa – fino ad ora rivelatasi vana – che Nello Musumeci ritiri la propria candidatura, per consentire a tutte le ‘anime bantitesche’ di questo schieramento politico di mettersi d’accordo su un candidato pronto, se eletto, a ‘mangiarsi’ un altro pezzo di Sicilia.
Il problema, fino ad ora, è che Musumeci non si ritira. Anzi, pur sapendo che le primarie del centrodestra siciliano sono quasi impossibili, Musumeci e il suo movimento #DiventeràBellissima sono già in campagna elettorale: pronti a partecipare alle primarie se si celebreranno e a partecipare alle elezioni per il presidente della Regione se non si celebreranno: naturalmente con lo stresso Musumeci candidato comunque.
Così stamattina tutti convocati a Palermo. Magari Musumeci ha sognato di fare il presidente dell’Ars o l’assessore ai Beni culturali: si sa, la notte è sempre la notte e, magari, potrebbe regalare qualche sorpresa.
Chi sarà presente alla assise del centrodestra siciliano? Tutti i ‘capi’ o, comunque, i rappresentanti di questa variegata area politica.
Ci dovrebbe essere il commissario-coordinatore di Forza Italia, Gianfranco Miccichè.
Ci dovrebbero essere gli esponenti della Lega Nord dell’Isola (non sappiamo se Alessandro Pagano o Angelo Attaguile, o magari tutt’e due).
Ci dovrebbero essere i rappresentanti del Cantiere Popolare di Saverio Romano e Toto Cordaro.
Ci dovrebbero essere anche i cuffariani.
Ci dovrebbero essere anche i rappresentanti di Fratelli d’Italia, il partito di centrodestra in fase di riorganizzazione.
Ci dovrebbero essere anche i rappresentanti del Partito dei Siciliani ex Mpa: formazione politica un tempo rappresentata da Raffaele Lombardo, oggi rappresentata non abbiamo ancora capito da chi. Partito un po’ ondivago, se è vero che nell’attuale legislatura ha cominciato con l’appoggiare e in parte – anno di grazia 2012 – con il far votare, sottobanco, Rosario Crocetta, mentre oggi sembra tornato (ma sarà vero?) nel centrodestra.
Ovviamente, ci sarà anche Nello Musumeci con i suoi.
Oggi, per quello che abbiamo capito, i ‘grandi capi’ del centrodestra dovrebbero decidere di non decidere. Ed è anche logico: hanno impiegato quasi tre mesi per prendere atto che a Palermo non sono nemmeno in grado di presentare uno straccio di candidato a sindaco: quindi per capire che, per la Regione siciliana, lo scenario – Musumeci a parte – è pressappoco lo stesso, ci dovrebbe volere un altro po’ di tempo.
Intanto non mancano le indiscrezioni sul flop azzurro di Palermo. Perché flop azzurro? Perché l’appoggio al candidato sindaco Ferrandelli suona un po’ come una sconfitta per Forza Italia e suona, invece, come una vittoria per l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, che, sin dal primo momento, ha puntato su Ferrandelli.
Si racconta che Miccichè non voleva Ferrandelli, perché il soggetto, oltre che troppo sveglio, è anche troppo autonomo. “Questo, se eletto sindaco, per cinque anni fa quello che dice lui”: questa sarebbe stata la riflessione di Miccichè (se la cosa è vera, beh, il ‘capo’ di Forza Italia sicula non ha tutti i torti). Per non parlare del fatto che a Berlusconi arriverebbe la notizia che a volere Ferrandelli sarebbe stato soprattutto Cuffaro e non Miccichè: cosa che a quest’ultimo non andava a genio.
Ora invece gli va a genio, perché non ci sarebbe alternativa. Si racconta che Miccichè avrebbe dato incarico al parlamentare nazionale, Francesco Scoma, di occuparsi di Palermo. Abilissimo a trovare voti per sé, a quanto pare Scoma avrebbe addirittura incontrato difficoltà a comporre la lista di Forza Italia, figuriamoci a trovare un candidato a sindaco.
Ed è anche logico: gli anni ’90 del secolo passato – quando i voti per Forza Italia arrivavano da tutte le parti – sono ormai un pallido ricordo.
Ma adesso vediamo come finisce l’incontro di stamattina. Magari più tardi vi daremo qualche aggiornamento. Magari finisce come con Ferrandelli: che Musumeci li prende per stanchezza e Miccichè e gli altri accettano la sua candidatura con una pietra al collo…