Reddito di cittadinanza , tagli dei vitalizi, “carte in regola” per rivendicare la nostra Autonomia e un appello a chi non ha votato lasciando agli altri la possibilità di distruggere la Sicilia. Franco Busalacchi annuncia la sua candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana e parla del suo programma. In conferenza stampa anche il filosofo Diego Fusaro: “Appoggio tutti i popoli che lottano per la libertà”
Ecco il comunicato stampa diramato dopo la conferenza stampa:
Palermo, 11 febbraio 2017- Franco Busalacchi, già dirigente generale dell’Amministrazione regionale e leader dell’associazione I Nuovi Vespri ha presentato oggi la propria candidatura alla presidenza della Regione Siciliana. L’ha fatto nel corso di una conferenza stampa tenuta a Palermo, presso la sede dell’Italpress.
“Un esponente di spicco della politica siciliana dei nostri giorni – ha affermato – dice che la nostra Isola vive un momento magico. Affermazione che non mi ha convinto. Così sono andato a verificare le statistiche. Perché le statistiche, è noto, non mentono mai. E ho appurato che la Sicilia è l’ultima Regione italiana per le cose virtuose e la prima per i problemi non risolti. Mentre il Trentino Alto Adige è la prima Regione italiana. Entrambe – Sicilia e Trentino – sono due Regioni a Statuto speciale. Da noi l’Autonomia non ha funzionato, in Trentino, sì. Se ne deduce che il problema del sottosviluppo economico e sociale della Sicilia non è l’Autonomia, ma chi fino ad oggi l’ha gestita”.
A proposito dei Siciliani, Busalacchi ha raccontato di un suo incontro con un sociologo. “Questo signore – ha ricordato Busalacchi – quando ci siamo conosciuti, mi ha detto: vuole sapere come sono fatti i Siciliani? E mi ha raccontato la storia della rana. In una pentola riempita di acqua e messa su un fornello a fuoco bassissimo si mette una rana. La rana non si muoverà. Man mano che l’acqua, piano piano, andrà riscaldandosi la troverà pure piacevole. Non salterà fuori dalla pentola: si lascerà morire. Così sono i siciliani: si lasciano fare di tutto. Io non credo alla tesi di questo sociologo. Non a caso, oggi, sono qui a presentare la mia candidatura alla presidenza della Regione”.
“La Sicilia può cambiare – ha aggiunto Busalacchi -. Io ci credo. Credo, soprattutto, nei giovani. Nella nostra Isola ci sono circa 4 milioni e 400 mila elettori. Alle elezioni regionali del 2012 sono andati a votare 2 milioni e 200 mila siciliani circa. Appena la metà. Ricordo che Rosario Crocetta è stato eletto con circa 650 mila voti. La maggior parte dei giovani non si è recata alle urne. Bene. In Sicilia i giovani di età compresa tra 18 e 20 anni sono circa 750 mila. Se questi giovani siciliani prenderanno coscienza della propria forza elettorale, il prossimo novembre, eleggeranno un presidente della Regione e mezzo!”.
“Volete sapere chi sono i miei alleati? Sono i siciliani – ha sottolineato -. Vorrei ricordare che nel 1946 i siciliani hanno votato in favore della monarchia che li aveva coinvolti in una rovinosa guerra. Lo scorso 4 dicembre dello scorso anno la maggioranza dei siciliani ha votato no al referendum. Siamo nel pieno di un cambiamento culturale. Oggi la Sicilia può cambiare il rapporto tra voto di scambio e voto di opinione a favore di quest’ultimo”.
Nel programma presentato da Busalacchi c’è, in rimo luogo, un principio che ha ereditato da Piersanti Mattarella del quale è stato segretario di Giunta:
“Il presidente Piersanti Mattarella – ha ricordato Busalacchi – diceva che prima di reclamare i nostri diritti, cioè l’Autonomia della Sicilia, che difendeva a denti stretti, bisogna avere le carte in regola. Quella che Mattarella riuscì in parte a costruire prima della sua tragica fine fu una Regione siciliana con le carte in regola. Partendo da questo assunto, insieme con chi mi sosterrà, dobbiamo rivedere subito la ‘macchina’ amministrativa della Regione che conosco bene”.
“Vedete – ha affermato – io ho molta stima dei tanti elettori del Movimento 5 Stelle. Apprezzo tantissimo il loro sforzo di voler cambiare l’Italia e, nel caso della Sicilia, la voglia di cambiare in meglio la Regione. Ma per raggiungere questo obiettivo il cuore non basta. Bisogna conoscere la ‘macchina’ amministrativa: bisogna sapere dove, come e quando intervenire per apportare cambiamenti e miglioramenti. Io penso di sapere dove mettere le mani”.
“Ai giovani siciliani dico: aiutatemi ad aiutarvi – ha detto Busalacchi -. Agli elettori del Movimento 5 Stelle dico quello che di me ha detto un amico: e cioè che sono un grillino che conosce il latino dell’Amministrazione regionale siciliana. Io l’Amministrazione regionale, se me ne daranno l’opportunità, la cambierò davvero”.
Un altro punto del programma è il Reddito di cittadinanza.
“In Europa – ha detto Busalacchi – solo l’Ungheria, la Grecia e la Sicilia non hanno il reddito di cittadinanza. E sarà la prima cosa che istituirò se verrò eletto”.
Alla domanda dei giornalisti su dove troverà le risorse finanziarie per finanziarlo ha risposto così:
“Intanto taglierò le retribuzioni ai parlamentari dell’Ars. Poi eliminerò i vitalizi agli ex parlamentari. So che questo non risolverà il problema del reperimento delle risorse finanziarie. Ma lancerò un segnale preciso a tutta la Sicilia. Che si accompagnerà all’eliminazione delle società regionali e partecipate dalla stessa Regione, che sono, da sempre, fonte di sprechi e di corruzione. Dopo di che avvierò una trattativa serrata con Bruxelles per utilizzare una parte del Fondo Sociale Europeo per sostenere il Reddito di cittadinanza”.
“Il Reddito di cittadinanza – ha aggiunto Busalacchi – è, in prima battuta, uno strumento keynesiano: un’azione di sostegno alla domanda al consumo che farà bene alle famiglie e alle imprese. Ha un significato sociale importante in una Regione a rischio mafia come la Sicilia, perché viene incontro a chi è senza lavoro, soprattutto ai giovani. Con l’impegno che gli stessi giovani si dovranno dare da fare per trovare un lavoro: un lavoro vero e non l’incredibile offerta di lustrascarpe proposta ai giovani laureati siciliani!”.
Busalacchi ha ricordato l’impegno che intende mettere in campo per rilanciare l’Autonomia applicando lo Statuto siciliano:
“Noi siamo autonomisti – ha detto – ma se Roma continuerà a pretendere di non applicare lo Statuto siciliano, noi ci trasformeremo in indipendentisti. Sarà inevitabile. Rivogliamo l’Alta Corte per la Sicilia. E chiediamo l’applicazione di tutti gli articoli dello Statuto, a cominciare dagli articoli 36, 37 e 38. Sull’articolo 38 – il fondo di solidarietà nazionale – lo Stati ci deve 153 miliardi di Euro. Apriremo una vertenza e non molleremo. Così come apriremo una vertenza sui 600 milioni di Euro all’anno sulla sanità che lo Stato ci nega dal 2007”.
“Il nostro programma è già scritto – ha precisato -. E’ l’intesa di programma firmata nel 1999. Firmata dall’allora vice presidente del Consiglio dei Ministri, Sergio Mattarella, e dall’allora presidente della Regione siciliana, Angelo Capodicasa. In questa intesa c’è tutto quello che si deve fare per la Sicilia. Il fatto che negli anni successivi Berlusconi, Cuffaro, Miccichè e Tremonti bloccarono tutto non significa che è tutto finito. A questi signori, allora, interessava il friggi e mangia. A me, invece, interessa rilanciare la Sicilia”.
Alla conferenza stampa di Busalacchi era presente il filosofo Diego Fusaro.
“Provengo da un’area del nostro Paese che fu responsabile dell’Unità d’Italia – ha detto Fusaro, che è nato a Torino -. E oggi sono qui in Sicilia perché ritengo importante, nell’attuale momento storico, fornire il mio contributo a una Regione che vuole riacquistare quote di sovranità. Per sovranità intendo la capacità democratica di autodeterminarsi dal basso. In questo tempo infausto quello che succede oggi qui in Sicilia mi sembra molto importante. Anche rispetto alle ingerenze dell’Unione Europea. Penso all’olio d’oliva tunisino che distrugge il settore dell’olio d’oliva di Puglia, Sicilia e, in generale del Sud Italia. O al grano duro estero che rischia di eliminare la grande tradizione del grano duro del Mezzogiorno d’Italia”.
Quindi il passaggio sulla questione meridionale che propone un paradigma che il Nord Europa sta provando ad applicare al Sud Europa:
“Antonio Gramsci – ha ricordato Fusaro – parla di questione meridionale irrisolta. La verità storica che nelle scuole e nelle università non fanno studiare è che il Nord sabaudocentrico, nel 186o, ha annesso il Sud. Le risorse del Meridione d’Italia vennero utilizzate per far crescere l’economia del Nord. Lo stesso Gramsci si chiedeva: che fine ha fatto l’oro di Napoli? Non solo il Nord ha penalizzato il Sud, ma ha imputato e continua a imputare al Sud la responsabilità del suo sottosviluppo”.
“La stessa cosa – ha sottolneato il filosofo – il Nord Europa germanocentrico sta provando a farlo con il Sud Europa. Quante volte, in questi mesi, abbiamo letto e sentito che i greci lavorano poco? Invece i greci lavorano più dei tedeschi e hanno meno ferie e meno diritti dei tedeschi. Questa idea di Europa, imperniata sull’Euro va combattuta. Perché è un economicidio che distrugge il lavoro e l’identità. Per questo è importante che la Sicilia, con la propria Autonomia, si riappropri della propria sovranità e della propria identità”.
“Autonomia, per i siciliani – ha concluso Fusaro – significa autonomia rispetto alle ingerenze della politica nazionale, rispetto alla dittatura finanziaria dell’Unione Europea e anche rispetto all’occupazione imperialistica statunitense con intollerabili basi militari sul territorio siciliano”.
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