Sempre con il nostro walkie talkie satellitare e un po’ fantascientifico siamo riusciti ad intercettare un’altra telefonata. Questa volta tra Gianfranco Micciché e Salvo Pogliese. Anche in questo caso si parla delle candidature per la Presidenza della Regione e anche questa volta i due si lasciano andare convinti che non li ascolterà nessuno…
G.M: “Onorevole Pogliese carissimo, sono il Cavaliere Berlusconi” (storpia la voce).
S.P: “Cavaliere, quale onore! Come sta? Quando viene a Catania? Venga che la porto nel ristorante più chic della città, qui meglio di Milano siamo!”
G.M:“Babbasuni, Gianfranco sono, non ti eccitare”!
S.P: “Gianfranco! Disgraziatuni, comu si? Tutto a posto”?
G.M: “Tutto a posto? Mi pigli per il culo? Nella merda siamo. Berlusconi mischinu ancora è fermo al 61 a zero e pensa che ancora possiamo dare le carte in Sicilia, non l’ha capito che ormai contiamo quanto un due di coppe quando la briscola è a bastoni”.
S.P: “E che c’è da fare?”
G.M: “Salvo che c’è da fare? Vedi che stavolta mi cunsumu, mi ha perdonato tutto, ma stavolta mi manda a fanculo”.
S.P: “Gianfranco aspetta un attimo che ho il sarto che è arrivato da Napoli per rinnovarmi il guardaroba primaverile e mi sta prendendo le misure. Mizzica Gianfra, tessuti raffinatissimi, vuatri sti cosi a Palermo solo in televisione le vedete. Roba chic, esclusiva…”.
G.M: “Minchia Salvo ci hai rotto i cabbasisi con stu chic, bravo, ti faccio l’applauso. A Catania siete chic e chini i picciuli ora a finisci”?
S.P: “Basta ca ciu dici ai palermitani che per noi catanesi la ricerca dell’eleganza non conosce limiti, trabocca. Insomma che per raffinatezza a noi …. Ma dimmi, dai, che poi devo andare a comprare le aragoste per le bambine”.
G.M: “Allora Salvo, ti devi candidare alla Presidenza della Regione, non c’è scelta. Tu puoi vincere, si beddru, raffinato, chic e chinu i picciuli”.
S.P: “Gianfra, ma come faccio? Ma poi scusa, c’è Nello Musumeci, mi pare male, è un cristianu bonu”.
G.M: “Bonu quanto un duluri i panza. Ma sei pazzo? Si Nello vinci, noi siamo fuori gioco. Non ci farebbe toccare palla. Sai che significa? Ca ni putemu stuiari u mussu. E poi quello è rimasto un po’ fascista e tu lo sai che a me piace Che Guevara. Tu ti devi candidare, per forza”.
S.P: “Gianfra, guarda che io vengo dalla stessa scuola di Musumeci”.
G.M: “Ma che c’entra? Tu sei passato con Forza Italia, ti sei migliorato e poi sei la crema della crema catanese”
S.P: “Uffa Gianfra, a me piacerebbe fare il sindaco di Catania. La settimana della moda Milano se la scorda se divento sindaco io…”.
G.M: “Ma quale minchia di sindaco! Salvo, da quanto tempo è che siamo amici”?
S.P: “Una vita, tu per me sei un mito. I primi maglioni 100% cashmere li ho visto addosso a te e il vino bianco che mi offrivi quando eri Presidente dell’Ars ancora me lo ricordo, cose di capriccio. Cosa era Chablis? Chateau Chalon? ”
GM: “Lassa perdiri i vini che poi te ne ragalo una camionata. Te lo chiedo come favore personale: ti devi candidare per il bene mio. Parliamoci chiaro: se vinci, io posso prendere il tuo posto a Bruxelles come eurodeputato e mi sono sistemato a vita. Tu parli di sarti di Napoli e aragoste, io con 4mila euro al mese faccio la fame. Da europarlamentare salirei a 20mila, giusto? Cerca di capire, io sono in difficoltà… mi viene da piangere, altro che vino e cashmere…”.
S.P:“Gianfranco, giuiuzza, mi dispiace. Deve essere dura per te, 4mila euro al mese, ma come ti hanno ridotto amico mio! A me mi bastano per i caffé! A proposito di caffé, Gianfra, resta un altro problema. Vuoi vedere che se io mi candido mi arriva un’altra botta giudiziaria? Ti ricordo che c’è una inchiesta in corso per le spese ‘pazze’ dell’Ars. Per Cracolici hanno archiviato, per me no…”
GM: “Archiviato un paio di palle! La Corte dei Conti lo ha condannato a restituire 346mila euro…”.
S.P: “Io parla della Procura, dell’inchiesta penale. La Procura fa scrusciu, la Corte dei Conti no…”.
GM: “Vero è. Sta cosa la dobbiamo sistemare. Ti possono fottere. Stai tranquillo ci penso io, ora vediamo come ne possiamo uscire. Non è che solo loro hanno appoggi, qualcosa pure a noi è rimasto. Comunque, se sistemo tutto mi giuri che ti candidi”?
S.P:” Te lo giuro, ma ad una condizione”.
GM: “Dimmi”.
S.P:“A Palazzo d’Orléans dobbiamo fare un bagno nuovo con i marmi di Custonaci solo per me e voglio anche tutta la biancheria nuova che mi deve arrivare direttamente dalla Francia, se no non se ne fa niente”.
GM:” Va bene Salvuzzo, stai tranquillo”.
S.P:“Un’altra cosa… Se vinco, devi dire a Berlusconi di mandarmi uno chef stellato per la cucina di Palazzo d’Orléans. E, cosa importantissima, nel comunicato in cui si congratula con me deve specificare che sono un catanese chic e raffinato meglio di un milanese e certamente di un palermitano”.
GM: “Salvo, ma va scassaci a m… Pensa a vincere stai tranquillo, ti saluto”.
S.P:“Au revoir mon ami”.
ndr Ovvio che non abbiamo nessuno walkie talkie satellitare e fantascientifico che ci consente di intercettare. Abbiamo usato l’umorismo e l’ironia per mettervi a conoscenza degli scenari attuali.
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