Mancava solo il provvedimento finale dello Sportello Unico Attività Produttive del Comune di Siculiana. Che ora c’è e ve lo mostriamo. I lavori inizieranno entro un anno e dovranno concludersi entro tre. Il progetto è stato al centro di polemiche furiose perché ricade in un angolo di paradiso finora godibile da tutti
E’ arrivato il via libera definitivo al progetto di un resort di lusso a Torre Salsa, a Siculiana, in provincia di Agrigento. Si tratta di un complesso alberghiero -108 camere, piscine e un grande centro benessere- targato Adler Mare e Natura spa, società che fa capo alla famiglia Sanoner di Ortisei (in provincia di Bolzano) già proprietaria di resorts di “pregio” -come amano definirli loro stessi- sulle Dolomiti e in Toscana. L’investimento previsto è di 45 milioni di euro, 10 saranno messi a disposizione da Invitalia.
La novità è che il SUAP- Sportello Unico Attività Produttive- del comune dell’agrigentino con il ‘Provvedimento finale n. 2 del 24 Gennaio 2017″, preso atto di tutti i nulla osta e di tutti pareri previsti, ha concluso l’iter autorizzativo che consente alla società di passare dalla teoria alla pratica. Era l’ultimo tassello mancante. I lavori, come si legge nel documento che trovate sotto in allegato, dovranno iniziare entro un anno e la loro conclusione entro tre. Il progetto è stato presentato attraverso la Ritempra spa, sempre con sede a Bolzano e prevede un finanziamento da parte di Invitalia (10 milioni su 45).
L’iniziativa della Adler è stata al centro di furiose polemiche per mesi: l’albergo sorgerà, infatti, a due passi dalla riserva naturalistica di Torre Salsa (“fuori dalla riserva” precisa la Adler), vero e proprio paradiso naturalistico che ricade all’interno di un Sic, ovvero di un Sito di interesse comunitario che, in quanto tale, dovrebbe essere al riparo da qualsiasi tipo di speculazione edilizia.
Da qui le proteste delle associazioni ambientaliste, in particolare di Mareamico, che aveva denunciato l’irregolarità di un progetto “che andrebbe ripensato al di fuori dell’area dove ricade il Sito d’Interesse Comunitario, nel rispetto del Piano paesaggistico e nel rispetto dei 150 metri dallo stesso SIC. Non si può mettere in discussione – aveva osservato Claudio Lombardi- il diritto dei cittadini siciliani e dei turisti in generale ad usufruire della spiaggia”.
Delle altre associazioni ambientaliste e delle accese discussioni all’Ars sul progetto vi abbiamo parlato qua.
Insomma, il timore è che un angolo prezioso di Sicilia che finora era riuscito a salvarsi dall’assalto dell’edilizia, adesso finisca dritto nelle mani di una società privata dinnanzi alla quale sia il Comune di Siculiana che la Regione si sono inchinati senza troppi problemi.
In ogni caso, se fosse fondato il sospetto di un iter non regolare o di violazioni di leggi ambientali, il provvedimento del SUAP potrebbe essere impugnato dinnanzi al TAR entro 60 giorni dalla sua pubblicazione.
Va da sé che per la Sicilia lo sviluppo turistico è fondamentale, ma non è sbagliato pretendere che sia coniugato con la salvaguardia dell’ambiente e con la salvaguardia del diritto dei Siciliani a non vedere privatizzati quei paradisi naturalistici che sono sfuggiti alla furia del cemento degli anni passati.
L’argomento va certamente approfondito: questi resort migliorano l’economia della zona o servono solo a chi li costruisce? Non basta citare qualche centinaio di posti di lavoro che, per quanto necessari, non potranno mai compensare eventuali danni all’ambiente, né ci convince la motivazione radical chic (e anche un po’ provinciale) secondo cui attirare ricconi in Sicilia sia di per sé un fattore positivo per l’economia.
Bisogna capire se l’arrivo di eventuali paperoni e paperini lascia qualcosa sul territorio o se servono solo ad arricchire i proprietari. Certo è che quelle bellezze ambientali rimaste ancora intatte sono sicuramente una risorsa che i Siciliani non possono regalare.
Qui potete leggere l’autorizzazione rilasciata dal SUAP.
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