Ancora una volta a Sala d’Ercole manca il numero legale. Apprendi: “Ancora una volta all’Ars non è mancato solo il numero legale, è mancato il senso del pudore e della responsabilità istituzionale, innanzitutto da parte della maggioranza
Pare che dalle parti di Sala d’Ercole la legislatura si sia conclusa con qualche mese d’anticipo. Solo che i deputati regionali hanno dimenticato di comunicarlo ai loro datori di lavoro, alias noi cittadini.
Ancora una volta, oggi come ieri, la seduta è andata a vuoto per mancanza del numero legale. Ieri hanno protestato i parlamentari del Movimento 5 Stelle:“Non ci sono più parole, è una vergogna senza fine, ormai sono quasi due mesi che, esercizio provvisorio a parte, in aula va in scena lo stesso copione: aula deserta, o quasi, e seduta rinviata per mancanza di numero legale”.
Oggi lo fa Pino Apprendi (PD): “Ancora una volta all’Ars non è mancato solo il numero legale, è mancato il senso del pudore e della responsabilità istituzionale, innanzitutto da parte della maggioranza che ha il dovere di essere presente e di permettere il regolare svolgimento dei lavori d’aula”.
“Mi auguro – conclude Apprendi – che il richiamo del presidente Ardizzone serva a qualcosa e che dalla prossima seduta ogni parlamentare possa essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio mandato”.
In discussione c’era la riforma degli UREGA (Uffici Regionali l’Espletamento di Gare per l’Appalto di lavori pubblici). Oggi gli UREGA intervengono quando l’importo delle gare di appalto arriva a un milione e 250 mila Euro. Con l’approvazione del disegno di legge la soglie viene elevata a 2 milioni e 500 mila Euro.
Una riforma un po’ anomala che fa pensare ad una ‘semplificazione appaltizia’: ovvero mani libere della politica per gestire appalti fino a 2 milioni e 500 mila Euro. Un ‘toccasana’, proprio quello che mancava.
Su questi organismi è intervenuta recentemente anche l’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, che nella relazione in cui accusa la Sicilia di incapacità politica sul tema dei rifiuti e in cui parla del rischio di una eterna fase transitoria (potete leggere qua l’articolo in questione) , punta il dito proprio contro per la disomogeneità con cui operano da provincia a provincia.
Ma sullo sfondo, come vi abbiamo raccontato stamattina, c’è l’imbarazzo della riforma delle province e il caos politico in vista delle prossime elezioni.
E io pago!