Si dovrebbe concludere domani l’intricata vicenda della scelta del candidato sindaco di Palermo del Movimento 5 Stelle. Alla sfida finale, dopo numerose e controverse defezioni, il poliziotto outsider e il pupillo di alcuni deputati regionali, nonché deus ex machina di Addio Pizzo
Dopo mesi di polemiche e di lotte intestine, dovrebbe essere arrivata al capolinea la battaglia per il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Palermo. Domani, infatti, si dovrebbe celebrare (così ci risulta, ma il condizionale è d’obbligo visti i recenti chiari di luna) il secondo round delle votazioni online che decreteranno il vincitore in corsa per Palazzo delle Aquile. In campo sono rimasti solo due concorrenti: Igor Gelarda (nella foto a sinistra), dirigente nazionale del sindacato autonomo di polizia Consap, laureato in Lettere con un dottorato di ricerca in Storia del Mediterraneo e da anni impegnato nel sociale (è stato anche consulente dell’università di Siena per un progetto di inclusione dei disabili ed autore di numerosi post sul blog di Grillo (tra i più famosi, l’intervista all’autista di Giovanni Falcone e di un pamphlet sulla polizia europea) e l’avvocato Ugo Forello (nella foto a destra), signore di Addio Pizzo, l’associazione antiracket palermitana.
Gelarda è considerato un outsider, colui che ha rotto le uova nel paniere: gode di un buon appoggio della base (come dimostra il fatto di essere arrivato tra i primi cinque), ma non di quello dei deputati regionali che hanno puntato tutto su Forello.
Proprio su questo tema di sono registrate polemiche accesissime. Con una parte del movimento (quello che fa capo a Riccardo Nuti, per intenderci) che ha accusato i vertici regionali di avere messo in scena una vera e propria farsa il cui copione ha previsto la defezione di tutti gli altri vincitori del primo turno delle primarie online per lasciare campo al prescelto Forello. Sul cui nome , a dire il vero, non erano mancate polemiche già lo scorso luglio, quando il deputato messinese Francesco D’Uva, componente della Commissione nazionale Antimafia aveva detto espressamente di non gradire la presenza di esponenti del mondo dei professionisti antimafia nel movimento. Ma i deputati regionali, da Giancarlo Cancelleri a Giampiero Trizzino, sono andati avanti per la loro strada giocando la carta Addiopizzo.
Chiunque vinca domani, il movimento ne esce ammaccato. Ancora di più, secondo alcuni osservatori, se a vincere sarà il prescelto dai vertici regionali che così darebbero prova di quanto il consenso della base sia relativo.
Sul caos palermitano assordante è stato il silenzio dei vertici nazionali. Tanto che alcune fonti interne al Movimento hanno suggerito l’ipotesi secondo cui Grillo sta scientemente facendo di tutto per non vincere le amministrative palermitane. Il perché lo potete leggere nell’articolo qui sotto: