I Nuovi Vespri è venuto in possesso di un documento dell’agosto del 2013 – una lettera dell’allora dirigente generale del Dipartimento della Formazione spedita al presidente Crocetta e all’allora assessore Nelli Scilabra – nel quale propone, di fatto, una radicale riforma della Formazione professionale. Come leggerete, se fosse stata ascoltata, con molta probabilità, Formazione e le stesse politiche del lavoro non si troverebbero nel disastro in cui si trovano oggi
Correva l’anno 2013, agosto. L’avvocato Anna Rosa Corsello, all’epoca dirigente generale del Dipartimento della Formazione professionale siciliana e Autorità di gestione del PO Sicilia FSE 2007-2013, prendeva carta e penna e scriveva al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e all’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. In tempi non sospetti avanza alcune proposte che oggi vale la pena di leggere. Se tali proposte fossero state accettate dal Governo, oggi la Formazione professionale e anche le politiche del lavoro non sarebbero il deserto che, oggi, si presenta sotto i nostri occhi.
Valga per tutti un punto della proposta: fare gestire direttamente alla Regione le risorse del Fondo Sociale Europeo 2014-2020 mediante procedura in ‘House Providing’, ossia senza far ricorso all’esternalizzazione del servizio. Poi ci sono altre proposte come, ad esempio, il passaggio del Dipartimento del lavoro presso l’assessorato alla Formazione.
Vediamo, adesso, nel dettaglio, cosa proponeva la dottoressa Corsello.
“La presente proposta – si legge nella lettera – si prefigge lo scopo di introdurre le regole necessarie per la gestione delle risorse comunitarie a valere della nuova programmazione che, in conformità agli obiettivi strategici di ‘Europa 2020’, devono consentire alla Regione siciliana di superare le criticità che hanno connotato l’attuazione del P.O. FSE 2007-2013 e, contestualmente, di destinare gli stanziamenti ad investimenti produttivi di risultati”.
“In particolare – prosegue la lettera – tenuto conto delle condizionalità individuate ex ante e degli standars dei livelli essenziali delle prestazioni, fissati i modo omogeneo per tutte le Regioni, occorre adottare tutti i provvedimenti idonei ad assicurare, per quanto riguarda il FSE, l’occupabilità dei cittadini ed a ridurre l’elevato tasso di disoccupazione ai fini della ripresa dell’economia dell’Isola. Per raggiungere questo ambizioso traguardo è necessario intervenire, prioritariamente, sull’attuale, fallimentare, sistema della Formazione Professionale e, al contempo, sul sistema dell’Istruzione scolastica che necessita di interventi qualitativamente idonei a garantire il successivo inserimento nel mondo del lavoro”.
Già nell’agosto del 2013, l’allora dirigente generale parlare di Formazione professionale siciliana come di un sistema “fallimentare”.
“Per queste ragioni – proponeva la dottoressa Corsello – si ritiene inderogabile attuare, proprio in occasione dell’avvio della nuova programmazione, quel radicale cambiamento dei due settori, sul cui presupposto è ipotizzabile la fuoriuscita dalla crisi economico-finanziaria. La presente proposta prevede, a tal fine, che le risorse che, a far data Gennaio 2014, saranno destinate alla Sicilia a valere del FSE, vengano utilizzate direttamente dalla Regione, mediante procedura in ‘House Providing’, ossia senza far ricorso all’esternalizzazione del servizio della F.P. come prevede la L.R. 24/76 che poneva, però, gli oneri finanziari a carico del bilancio regionale”.
“Ove si consideri, infatti, che la percentuale dei disoccupati si attesta attualmente al 46% della popolazione attiva in età da lavoro – scriveva nell’agosto del 2013 l’allora dirigente generale – non può che escludersi che la Regione possa scegliere di perseverare nel solo obiettivo di garantire gli operatori del settore. Si ritiene, invero, che la gestione diretta degli interventi, da finanziarsi con le nuove risorse, senza che sia perciò necessaria alcuna procedura di evidenza pubblica comportante lunghi tempi di attuazione, potrebbe essere finalizzata a conseguire una formazione professionale concretamente idonea per l’inserimento e/o reinserimento lavorativo degli utenti. La necessità di non ricorrere ulteriormente agli Enti di F.P., cui potrebbero essere garantiti, nelle more, gli interventi formativi del 2014 con le economie dell’Avviso 20 e con altre risorse liberate nell’ambito del medesimo PO scaturisce dalla esigenza di smantellare l’attuale vizioso sistema di gestione caratterizzato da una organizzazione elefantiaca e costosa ed, inoltre, dal fatto che, diversamente da quanto è avvenuto in passato, la nuova programmazione del FSE prevede che i risultati, in assenza dei quali si interrompe il flusso degli stanziamenti, siano soggetti a valutazione sulla base di specifici indicatori individuati ex ante”.
“In merito – prosegue la lettera – occorre osservare che la Regione siciliana, nel caso in cui si reiterassero le scelte del passato, dovendo, prioritariamente, garantire i circa 8000 operatori, si troverebbe nella condizione di dover prescindere dai risultati attesi, con il concreto rischio di perdere le risorse assegnate. La gestione in ‘House’ dei fondi destinati alla formazione dei cittadini, consentirebbe, peraltro, un rilevante contenimento delle spese di gestione e, contestualmente, garantirebbe, sia pure mediante il ricorso a forme contrattuali flessibili, l’occupazione dei dipendenti degli Enti inseriti nell’albo di recente aggiornato dal competente dipartimento, per l’arco temporale di durata del P.O.”.
“Con questo nuovo regime – scriveva la dottoressa Corsello – si sottrarrebbe il personale degli Enti dal continuo ricatto di licenziamento, da addebitarsi poi all’Amministrazione, troncando, definitivamente, alla fonte, quel potere politico-economico che tanti guasti ha causato al sistema e liberando, nello stesso tempo, l’assessorato competente ed il Governo nel suo complesso dalla continua pressione del pagamento delle retribuzioni a soggetti che, pur non essendo pubblici dipendenti, avanzano le loro rivendicazioni alla Regione. Ciò, come è a tutti noto impedisce una seria e concreta programmazione ed attuazione di interventi mirati a soddisfacimento del fabbisogno formativo del sostrato economico dell’Isola, privando, conseguentemente, i cittadini della possibilità di trovare una occupazione”.
“In ultimo – prosegue la lettera – non è superfluo sottolineare che, con l’occasione, potrebbe realizzarsi la riduzione, nell’arco del settennio, della nuova programmazione, della platea degli operatori, da considerarsi ad esaurimento, e ciò consentirebbe non solo la soluzione di annosi problemi, ma anche e soprattutto la possibilità di attuare interventi di alto livello così come avviene nelle altre Regioni. Le risorse così liberate potranno essere destinate al miglioramento di tutte le istituzioni scolastiche, determinando migliori performances degli studenti e la loro correlata possibilità di inserimento nel mondo del lavoro. Per completezza si ritiene dover, altresì, evidenziare che poiché la formazione professionale rappresenta una misura di politica attiva del lavoro attraverso la quale si deve perseguire l’obiettivo della occupazione dei destinatari dell’intervento, il Dipartimento del Lavoro e della Formazione Professionale devono agire nell’ottica di una visione unitaria del sistema incompatibile con l’attuale divisione delle competenze in capo a due differenti rami dell’Amministrazione regionale”.
“Per tale ragione – si legge sempre nella lettera a Crocetta e all’ormai ex assessore Nelli Scilabra – si propone una modifica Legislativa della tabella A allegata alla L.R. 10/2000 e successive modificazioni che preveda il passaggio del Dipartimento Regionale del Lavoro, dell’Impiego, dell’Orientamento, dei Servizi e delle Attività Formative all’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale che assumerebbe la denominazione “Assessorato all’Istruzione, alla Formazione Professionale e al Lavoro articolato in due strutture di massima dimensione: 1) Dipartimento dell’Istruzione; 2) Dipartimento del Lavoro, dell’Impiego, dell’Orientamento, dei Servizi e delle Attività Formative”.
“Infine – si legge sempre nella lettera – è doveroso rappresentare che la Commissione Europea, sia nel corso degli incontri bilaterali che in sede di Comitato di Sorveglianza ha, formalmente, lamentato la sostituzione del Dirigente incardinato nell’Autorità di Gestione evidenziando che, nell’ambito del medesimo PO, questa scelta era stata attuata per ben sei volte e che da ciò derivano conseguenze negative sull’attuazione del programma, nonché il rischio del disimpegno automatico delle risorse. A tal proposito si ritiene necessario che la nomina del Dirigente-AdG, avvenga all’insegna della continuità”.
A questo punto la dottoressa Corsello metteva, nero su bianco, anche la “proposta di deliberazione” da sottoporre “all’apprezzamento della Giunta regionale”:
“La Regione siciliana gestisce in House le risorse del FSE relative alla programmazione 2014-2020, destinate a garantire l’occupabilità dei cittadini ai fini dell’inserimento e/o reinserimento lavorativo.
L’organismo in House, individuato dalla Regione siciliana, attua gli interventi formativi e le altre misure di politiche attive del lavoro, programmati dal Governo avvalendosi, mediante il ricorso alle forme contrattuali flessibili ritenute idonee allo scopo, degli operatori degli Enti di F.P. assunti entro il 31 dicembre 2008, inseriti nell’albo aggiornato dal competente Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale e, per quanto riguarda gli aspetti logistici, delle sedi degli edifici scolastici che il dipartimento dell’istruzione è onerato di individuare unitamente al modello di struttura organizzativa che dovrà provvedere a tutti i consequenziali adempimenti.
L’Autorità di Gestione del P.O. FSE 2014-2020 provvede alla assegnazione delle risorse comunitarie che la Regione intende destinare agli interventi di formazione ed altre misure di politiche attive del lavoro, all’organismo in House individuato, previa presentazione da parte di quest’ultimo, di specifici progetti che potranno essere finanziati previa formale approvazione da parte del competente assessorato.
Al fine di garantire la necessaria continuità amministrativa nell’ambito della programmazione e gestione delle risorse del P.O. FSE 2014-2020, su proposta dell’assessore al ramo, la Giunta, previa individuazione del Dipartimento Autorità di Gestione, procederà al conferimento del relativo incarico dirigenziale per una durata non inferiore ad anni 5, rimanendo salvo, ovviamente, il diritto dell’Amministrazione al recesso unilaterale nei casi e nei modi previsti dalle vigenti norme di legge e contrattuali”.
Foto tratta da palermomania.it
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