Scure della Corte Costituzionale sul quesito referendario proposto dalla Cgil che mirava a ripristinare la “tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al di sopra dei cinque dipendenti”. Via libera, invece, a quello sui voucher e sulla responsabilità solidale in tema di appalti
La notizia è appena arrivata: la Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile il quesito referendario proposto dalla Cgil che avrebbe fatto resuscitare (se approvato dagli elettori) l’ articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori del 1970. Via libera, invece, ai quesiti che prevedono la cancellazione dei voucher e la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti.
Un brutto colpo per il sindacato guidato da Susanna Camusso che puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre dunque i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. In particolare, la Cgil chiedeva che fosse ripristinata la “tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al di sopra dei cinque dipendenti”.
Va sa sé che non mancheranno le polemiche perché si tratta di una decisione di per sé ‘politica’: se si fosse votato sull’articolo 18, la vittoria dei sì sarebbe stata praticamente scontata. Cosa che si sarebbe tradotta in una nuova sconfitta per Matteo Renzi e Paolo Gentiloni (che hanno fatto del Jobs Act la base delle loro politiche) i quali avrebbero potuto spingere per elezioni anticipate con l’obiettivo di fare slittare il referendum di un anno ed evitare così un’altra disfatta. Non a caso, voci riportate dalla stampa, hanno parlato di pressing sulla Consulta da parte di ministri come Dario Franceschini e Graziano Delrio.
Della decisione della Consulta sarà contenta anche Confindustria che si era scagliata contro il quesito: “Fare riforme e smontarle prima ancora che realizzano gli effetti è negativo per tutto il Paese”.
Per il momento non sappiamo di più per quanto riguarda le motivazioni della bocciatura. Il comunicato della Consulta dice solo che “nell’odierna camera di consiglio la Corte Costituzionale ha dichiarato: ammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti» (n. 170 Reg. Referendum); ammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)» ( n. 171 Reg. Referendum); inammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi».
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Ricordo male o una volta l'art. 18 si applicava alle aziende con più di 15 dipendenti? La CGIL ha fatto una leggerezza nel gettare il cuore oltre l'ostacolo e cercare di ottenere di più: se avesse chiesto il ripristino dell'art. 18 per come era la Corte Costituzionale non avrebbe potuto giudicarlo non ammissibile... chiedendo l'estensione anche alle aziende tra i 5 e i 15 dipendenti si è configurata una componente di quesito propositivo... e la C.C. l'ha bocciato in toto: d'altra parte non poteva dire questa parte sì e quest'altra no.