Ieri la prima seduta dell’Assemblea regionale siciliana dopo le vacanze natalizie è andata deserta. Oggi l’Aula torna a riunirsi. Delineato il calendario dei lavori parlamentari per approvare la legge regionale di Stabilità 2017 entro febbraio. La commissione Affari istituzionali deciderà oggi sulle ex Province. Su tale argomento interviene anche Nello Musumeci che chiede che…
La ripresa dell’attività parlamentare dell’Ars, ieri, non è stata delle migliori: deputati assenti e mancanza di numero legale. Se le riparlerà (forse) oggi. All’ordine del giorno ci dovrebbero essere riforma degli Urega e codice etico. C’è poi, un’altra notizia: il calendario dei lavori delle commissioni legislative e dell’Aula per la cosiddetta sessione di Bilancio (leggere disegno di legge di Stabilità 2017).
Le commissioni legislative hanno tempo fino al 12 febbraio per discutere e approvare – ogni commissione per la propria parte di competenze – il disegno di legge di Stabilità 2017 (cioè Bilancio e Finanziaria). Poi i parlamentari avranno a disposizione tre giorni per presentare gli emendamenti e poi il provvedimento andrà in Aula per il dibattito finale e l’approvazione.
Quanto meno l’Assemblea regionale siciliana si è data una scadenza. L’obiettivo dovrebbe essere quello di approvare la manovra economica e finanziaria entro il prossimo febbraio, evitando di ricorrere a un terzo mese di esercizio provvisorio. Questa potrebbe essere anche la volontà del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che vorrebbe comunque lasciare libera una possibile ‘via di fuga’, con le eventuali dimissioni, là dove la situazione finanziaria potrebbe diventare troppo ‘pesante, se non precipitare.
Un altro argomento che tiene banco sono le tre Città metropolitane della Sicilia (Palermo, Catania e Messina) e i sei Consorzi di Comuni. Si tratta dei nove soggetti che avrebbero dovuto prendere il posto delle nove ex Province. Utilizziamo il condizionale perché, per mancanza di soldi, sia le tre Città metropolitane, sia i Consorzi di Comuni esistono solo sulla carta.
Oggi la commissione Affari istituzionali del Parlamento dell’isola dovrebbe decidere se eleggere gli organi che dovrebbero amministrare questi sei soggetti ‘fantasma’, o se rinviare le elezioni. L’ipotesi più razionale è il rinvio, ma visto che ci sono di mezzo Ars e Governo regionale non è detto che a prevalere sia la ragione…
Intanto sulla vicenda interviene il parlamentare del centrodestra, Nello Musumeci, che afferma:
“Ormai è chiaro a tutti. La riforma delle Province voluta dal centrosinistra in Sicilia è stata un fallimento. Restituiamo la guida delle Province ai presidenti eletti dal popolo”.
Nello Musumeci, che è stato il primo presidente di una Provincia siciliana (Catania) scelto con la elezione diretta lancia un appello alla maggioranza di centrosinistra che lo scorso anno ha voluto a tutti i costi approvare la riforma dell’ente intermedio, introducendo le elezioni di secondo grado.
“Da tre anni – sottolinea Musumeci – le Province sono condannate alla paralisi, dalla viabilità alla edilizia scolastica superiore, fino ai servizi per studenti disabili, mentre persino lo stipendio per i dipendenti è diventato quasi una chimera. Si torni all’Ars a votare la controriforma, ossia la elezione diretta del presidente con il coinvolgimento del popolo”.
“E’ questo – conclude Musumeci – l’unico modo per tagliare le unghia ai partiti bramosi di potere che sono tornati ad occupare le istituzioni mentre mai come adesso serve far sentire la gente protagonista delle proprie scelte”.
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