Su l’Espresso una interessantissima riflessione sul dibattito ‘surreale’ (per usare un eufemismo) sulle bufale del web. Un tentativo, pure malcelato, di introdurre la censura da parte di una classe politica che non riesce a controllare la libertà che assicura la rete…
Per fortuna, anche sulla carta stampata, si trovano ancora barlumi di libertà intellettuale. E’ il caso, ad esempio, di un editoriale pubblicato su l’Espresso di questa settimana (e già online) che affronta senza paura e senza riverenze l’incredibile dibattito sulle ‘bufale del web’. Argomento sul quale “filosofeggiano fior di intellettuali, giornalisti, politici, magistrati e salumieri, con l’aiuto della suocera”. Il tutto per nascondere una vera battaglia politica che rischiamo di pagare con la censura di Stato.
Ecco l’incipit dell’editoriale di Tommaso Cerno e sotto il link per continuare a leggerlo:
“C’è un dibattito in corso nel Paese delle balle di Stato, quello di Ustica e del caso Moro per capirci, che ha del surreale. Fior di intellettuali, giornalisti, politici, magistrati e salumieri, con l’aiuto della suocera, discutono sul fatto che l’Italia sarebbe entrata nell’era della post-verità. E che serve un intervento in grande stile. Filosofeggiano, e più filosofeggiano più è chiaro che anche stavolta sotto sotto si cela una battaglia politica. Contro Beppe Grillo che, a modo suo, attacca. Perché il problema sotteso alle bufale sul web, nello stomaco dei politologi, è semplice: cui prodest? Se giova a Grillo, va fermato. Perché poi Renzi (o chi per lui) perde le elezioni. E così, convinti di affermare la libertà di espressione, l’articolo ventuno e via discorrendo, finiamo di nuovo dritti nella trappola dell’ex comico”.
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