Una lavoratrice, da anni in prima fila per riottenere il lavoro, ci ha inviato questa lettera. Come tanti Siciliani – che forse, a causa dell’insipienza dell’attuale Governo regionale sono diventati troppi – Adriana Vitale vuole tornare a lavorare. C’è anche l’impegno dei parlamentari dell’Ars, che hanno approvato una legge. E c’è un impegno assunto dal presidente Crocetta in persona. Vedremo come finirà
da Adriana Vitale
riceviamo e pubblichiamo
Le feste sono finite, anche l’albero di Natale è stato riposto in soffitta. Fine della tregua, si ricomincia.
Non staremo in attesa che l’ennesima promessa sfumi con i soliti giochi di prestigio, risorse che appaiono e scompaiono con la stessa facilità con cui si affidano le parole al vento, questa volta le parole hanno un peso, poiché pronunciate dal Presidente nella sede istituzionale per eccellenza, un impegno preciso a seguito di un ordine del giorno, a firma di molti deputati dell’Ars, che hanno preso a cuore la nostra infinita odissea, nella sede del parlamento siciliano.
Impegno che riconferma l’annuncio dello stesso presidente della Regione alla stampa del 16 dicembre 2016:
“Sportellisti, Crocetta: ‘Verso la soluzione. Voglio rassicurare i lavoratori che il Governo sta predisponendo un progetto per l’occupazione biennale di tutti i lavoratori degli ex sportelli multifunzionali. Tale progetto si articolerà in due tranche. La prima partirà immediatamente con un impegno spesa di 35 milioni, che copriranno 6 mesi di lavoro; la seconda partirà allo scadere del primo progetto per ulteriori 18 mesi di durata, con relativo impegno spesa di 90 milioni di euro. Tali somme non sono iscritte nel bilancio di previsione, poiché si tratta per i 35 milioni, di somme residue già disponibili che verranno impegnate entro il 31 dicembre e, per i 90 milioni, di cifre del fondo sociale europeo che non richiedono iscrizione in bilancio ma un semplice atto di Giunta”.
Adesso che le vacanze sono finite, dal Presidente Rosario Crocetta, come primo atto, ci aspettiamo una delibera d’indirizzo politico; dato che, per sue stesse dichiarazioni, le risorse sono disponibili, ci aspettiamo che si attivi affinché gli uffici siamo messi nelle condizioni di procedere con gli atti amministrativi per attivare tutte le procedure che consentono ai siciliani di avere servizi degni di tale nome in tema Politiche Attive del Lavoro e agli operatori di rimettersi immediatamente al lavoro.
La melina dura da troppo tempo, non è più tollerabile che un settore strategico, qual è quello delle Politiche Attive del Lavoro, a causa dei soliti giochetti di spartizione, privi la Sicilia di adeguati servizi e agli operatori, fermi dall’8 aprile 2015, del loro lavoro. Per chi non se ne fosse accorto, siamo al 2017. Cosa si può rispondere a chi chiede come mai, se le politiche attive del lavoro sono in espansione, come mai se la Sicilia ha in seno professionalità qualificate con decennale esperienza sul campo, come mai pur avendo una norma che dovrebbe assolvere alle direttive nazionali e contestualmente rimettere al lavoro tali professionalità, siamo ancora al palo?
La risposta è semplice e va posta, prima che a noi, a chi non si rassegna a perdere mangiugghia e potere con l’ausilio attivo e fattivo di una parte politico/sindacale. Una lotta impari tra lavoratori a mani nude che hanno saputo coinvolgere un gruppo di onorevoli degni di tale nome, giganti in mezzo a tanta mediocrità, che hanno avuto la grande sensibilità di comprendere un’emergenza sociale seria, che in maniera trasversale senza guardare interessi elettorali ci stanno seriamente aiutando e invece chi rappresenta i poteri forti e fa di tutto per ostacolare un percorso semplice e segnato. Appena stiamo per varcare la soglia, c’è sempre qualcuno che ci sbatte la porta in faccia.
Adesso è diverso, adesso è sceso in campo direttamente il Presidente, che conferma, con forza, l’impegno politico di utilizzare le risorse precedentemente promesse per rimetterci al lavoro in tempo brevi e dal quale ci aspettiamo che riesca a schivare le tirate per la giacchetta, che la promessa non si tramuti nell’ennesimo bluff, che non si sciolga come neve al sole. Dietro questo primo importante obiettivo, c’è un lavoro di resistenza, di coinvolgimento, di battaglie e anche di sacrificio e mortificazione.
La pazienza ha un limite che è stato abbondantemente superato, quindi annunciamo fin da adesso che se in tempi brevissimi nessun atto sarà prodotto che indichi la precisa volontà di passare ai fatti, i lavoratori scenderanno nuovamente in piazza, questa volta davanti la presidenza, come ci aspettiamo, anzi abbiamo la certezza che i deputati, i quali si sono intestati la nostra battaglia, agiranno nelle sedi opportune per spingere il Governo a rispettare gli impegni presi. I nostri annunci non sono i loro proclami puntualmente disattesi, i nostri annunci sono sempre promesse mantenute e lo abbiamo dimostrato un’infinità di volte.
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