Attivo da 60 anni con le sue sedi di Catania, Palermo e Ragusa ha assicurato un avvenire a migliaia di giovani che non avrebbero avuto alternative alla strada. Nell’ultimo periodo registrava circa 200 ragazzi in formazione, che diranno addio ai corsi di meccanico, metalmeccanico ed elettricista…
di Mario Di Mauro
Il 12 gennaio cesserà di esistere il Centro di Formazione Professionale dei Salesiani. E’ cronaca di una morte annunciata, una delle tante.
Sebbene in difficoltà, come tutto ciò che cerca di funzionare, le storiche sedi operative della formazione al lavoro animate in Sicilia dai Salesiani costituiscono un prezioso “capitale sociale” da difendere e valorizzare: due le strutture a Catania (Barriera e San Filippo Neri); Gela; Misterbianco; Palermo. E Ragusa, che è ancora lì, ma il 12 gennaio cesserà di esistere “a causa di problemi determinati soprattutto dalla burocrazia regionale, si chiude una scuola attiva da 60 anni…da qui sono passati migliaia di “giovani difficili” che hanno poi trovato un avvenire nella vita…ora registrava circa 200 ragazzi in formazione, che diranno addio ai corsi di meccanico, metalmeccanico ed elettricista…”.
La Formazione professionale” in Sicilia è da oltre un ventennio un bankomat clientelare e spesso truffaldino –con l’eccezione dei Salesiani e poco altro: va salvata nella memoria storica la prima fase del CIAPI –ente pubblico divorato da sua Mamma Regione, che nel 2015, dopo averli imbucati e illusi, abbandona alla deriva i suoi assurdi 1.700 “sportellisti”: più di una buona banca tedesca.
Perfino nei dati ufficiali il rapporto tra presunti “formati” ed effettivamente “occupati” è parente di zero, ma le cause sono assai più vaste: l’ISOLA del TESORO è saccheggiata dal 1860 dall’imperialismo nordico a trazione toscopadana. La borghesia mercenaria della Sicilia italienata vi si riproduce nell’intermediazione parassitaria. E non c’è -né può esserci- un vero “mercato del lavoro” da paese OCSE.
E’ uno spettacolo coloniale che appare totalitario. Nessuno vede, sente, parla: l’autismo di massa dilaga nell’Isola dei bambini poveri e ignoranti. E dei giovani in fuga. Qui 2+2 non fa 4.
“Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! Non è niente!” – Don Bosco dixit.
Ora, nel teatrino surreale della de-formazione professionale, va in scena “Avviso 8” (136 milioni per partire). Le zuffe nei pollai della politica regionale vertono al più sul salvataggio del piccolo “esercito di formatori” (la ricarica dei 7000, meno i “caduti in corsa”).
Non una riflessione su formazione e mercato del lavoro, non uno straccio di sinergia virtuosa con le stesse strutture della Scuola Pubblica…Anche questo piccolo esercito funge da alibi occupazionale, altra “nebbia precaria” che copre ben più ricche spartizioni di torte e lottizzazioni di ciliegine milionarie, già nella selezione degli Enti ammessi a finanziamento sulla base di criteri insondabili.
Tutto puzza di elezioni regionali, e non odora certo del giovane e talentuoso sudore operaio che si fa dignità e perfino spiritualità civile nel Lavoro.
La logica stessa di AVVISO 8 (et similia) è dettaglio di fotografia psicopolitica della Sicilia ‘italienata’ al Tempo del Protettorato coloniale di Bruxelles. Ma questa sedicente “Formazione Professionale” ha divorato, bruciato, riciclato… nel tempo, non meno di 2 MILIARDI di EURO attuali. E i “conti” li facciamo, ponderati, sul nostro “modello econometrico” del REALISMO DIALETTICO.
Per la cronaca, la sintesi plastica di questa storia coloniale di ordinaria deformazione ha un nome: Genovese, già padre-padrone del PD messinese e decisivo “grande elettore” di Crocetta, ora trasmigrato con truppe cammellate dalle parti del riesumato Miccichè. Il processo “CORSI d’ORO” scivola lento verso la sua sentenza, vedremo: ma il danno fatto fu e a pagarlo è il “popolo della fame”, che magari li rivoterà.
Provò a “raddrizzare le gambe ai cani” il compianto prof. Centorrino, in qualità di Assessore regionale “con carta bianca”, ricevuta dal Presidente Raffaele Lombardo. Il PD fece barricate e trappole, che l’Assessore visse come “Alice nel Paese delle Meraviglie” (Centorrino dixit). Era un blocco di interessi reali, ben difeso fino alla fine, a Roma, dal PD -perfino in commissione parlamentare per le autorizzazioni a procedere. Ma chi se lo ricorda?. Quel mondo dei “Corsi di Formazione” andava soppresso: lo propose TerraeLiberAzione. Ci venne suggerita da nostri compagni napoletani. Gli “equilibri reali” su cui si reggono i Governi Regionali rendono e renderanno IMPOSSIBILE qualunque decisione radicale. Chi non lo capisce non conosce la Realtà. Punto.
Agiscono, oggi, invisibili e mai “contabilizzati”, i MILIARDI SOTTRATTI a una SCUOLA PUBBLICA coloniale, nell’Isola dei poveri e ignoranti, che ci sta cascando a pezzi –priva di tempo pieno e precaria anche nel metodo pedagogico-. E consunte appaiono anche le polemiche ideologiche che contrappongono “scuole pubbliche versus private”. Un conto sono i diplomifici per i figli di papà, pigri o deficienti, altro conto è la qualificata attività di FORMAZIONE al LAVORO svolta dall’associazione salesiana “CNOS/FAP Regione Sicilia”, che “si ispira esplicitamente ai valori cristiani, al sistema preventivo di Don Bosco” e agli apporti della PRAXIS educativa salesiana. Questa PRAXIS è finalizzata a “rendere i ragazzi consapevoli, fiduciosi e propositivi” ed è basata su una pedagogia caratterizzata dal METODO del REALISMO DIALETTICO -dialettica materialistica- “tra momento formativo culturale-scientifico-tecnologico, e momenti di esercitazioni pratiche, configurati in modo da emulare, per quanto possibile, la realtà di una vera e propria azienda”.
Questo, nella sua essenza tecnica, è l’OPERAIO SOCIALE, il cui LAVORO –in una diversa organizzazione produttiva- non avrebbe alcun bisogno di essere comandato da un remoto banchiere o da un apocalittico fondo off shore di cavallette capitalistiche. Ma non lo pretendiamo dai nostri cari Salesiani- ai quali, in verità, daremmo una buona idea per salvare e “rimodulare sul mercato” il CNOS/FAP –in forma inedita di INDUSTRIA della RIPARAZIONE. Cosa che non faranno, perché si lasciano scorrere nella Realtà.
Il buonsenso culturale e l’indubbia utilità sociale, verrebbero promossi direttamente e tenendosi alla larga dalle paludi burocratiche e dal delirio dell’apparenza spettacolare – liberandoci dalla colonizzazione consumistica della vita, imparando, tutti, a prenderci Cura delle Cose e dell’Altro.
“Non rimandate al domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo”- Don Bosco.
Ricordiamo intanto con gratitudine -criticandone solo un certo “lasciar correre”- l’immane e silenzioso Lavoro sviluppato nel Tempo dai Salesiani in “officina riparazioni” delle ferite umane e sociali nelle periferie siciliane, dove solo Dio tiene il conto delle vittime. E le chiacchiere stanno a zero. In questa Sicilia italienata, sulle vie del Signore devono passare processioni operaie di Santi riparatori.
La conquista di una inedita sovranità del lavoro, in Sicilia e altrove, non sarà conquista di rabbiose lamentazioni, ma frutto sudato di una Rivoluzione allegra: “il demonio ha paura della gente allegra”. Lo diceva sempre in Oratorio. Chi? Don Bosco–il Fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1815 -1888). Segno Zodiacale Leone.
Mario Di Mauro –Fondatore di “TerraeLiberAzione”
ndr
Abbiamo appreso con enorme dispiacere della chiusura di questo centro che, come sostiene il nostro amico Mario Di Mauro, a differenza di molti altri, ha lavorato bene occupandosi di corsi di obbligo formativo, destinati cioè ai ragazzi che hanno lasciato la scuola prima del tempo. Un capitale sociale davvero fondamentale in Sicilia. Ci impegniamo ad approfondire l’argomento con i vertici del Dipartimento regionale della Formazione professionale per capire perché si è arrivati a questo epilogo.
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Ma che c'entra il Dipartimento regionale della Formazione professionale . la formazione non è fine a se stessa , essa crea Capitale Umano vendibile sul mercato del lavoro e la formazione manageriale crea imprese chiave in mano oppure imprese del decentramento produttivo , l'indotto di cui la Sicilia ha grande bisogno
Conosco bene il Problema. La Regione si è lavata le mani per quanto riguarda la Formazione professionale obbligatoria post "Terza Media inferiore". I responsabili sono: La Sovrintendenza Scolastica Regionale che dovrebbe occuparsi di "Obbligo scolastico" fino ai 18 anni, l'Assessorato alla Formazione Professionale che dovrebbe vigilare e finanziare con i soldi dello Stato l'obbligo scolastico ed ultimo ma non ultimo il "Sistema Politico-Affaristico che in questo ultimo decennio ha "Derubato" i giovani siciliani di un'adeguata formazione professionale, vedasi gli scandali di cui tutti conosciamo i responsabili ............. A disposizione per ulteriori chiarimenti ....