Ecco un altro capitolo del racconto ‘Il calcio in bocca e i soldi in tasca -Epopea rosanero al tempo di Zamparini’ scritto dal prototifoso Lucas Bahic: dalla serie A al tonfo, tra valzer di allenatori e giocatori. E una curiosa coincidenza: la peggiore stagione della squadra coincide con la maggiore plusvalenza tra acquisti e cessioni…
(in calce trovate i capitoli precedenti)
2004/2005
E’ il primo anno di serie A. Un idillio. Non fosse stato per due farabutti che regalarono un rigore ad un drogato, il Palermo sarebbe certamente arrivato quarto. In quell’occasione il buon Foschi perse letteralmente il controllo. A caldo, in una intervista televisiva, ricordò a tutti come fosse difficile lavorare in Sicilia. Questa frase, che fu censurata nelle repliche della stessa intervista nel corso della serata e che non fu riportata dai giornali, fa pensare. Forse intendeva dire che un’ingiustizia è tanto più grave in quanto chi la subisce è uno che deve lavorare il doppio per raggiungere buoni risultati? O piuttosto era consapevole che queste cose a certi siciliani fanno venire il sangue in testa e che se qualcuno avesse voluto rimettere le cose a posto, magari mettendo mano ad un pesante martello e facendo diventare palmati i piedi di quei due, questo qualcuno avrebbe potuto acquistare dei meriti con la società del Palermo?
2005/2006
Cessione di Toni (ne parliamo in altra sede), sostituito da Caracciolo, l’airone che non sapeva volare. Arriva Del Neri come allenatore, il quale, si sa fa il 4 4 2, e solo quello, anche nel salotto di casa sua. Ovviamente la dirigenza non gli compra gli esterni giusti. Per colpe non sue viene giubilato.
2006/2007
Il ritorno di Guidolin, l’arrivo di Amauri, l’addio di Grosso. Poteva essere il punto più alto. Amauri si infortuna a metà campionato quando il Palermo ha 12 punti di vantaggio sulla quarta in classifica. Riusciamo a perdere incredibilmente anche contro Ascoli e Messina già retrocesse. E sono sei punti che ci avrebbero fruttato il terzo posto! Ma che altro ci vuole per capire come stanno veramente le cose? Una dirigenza seria, piuttosto che puntare su Caracciolo, la cui inconsistenza caratteriale avrebbe dovuto essere ormai nota, non cerca per il girone di ritorno un altro Amauri (Cruz?), anche a pagarlo a peso d’oro. Tanti si sarebbe rifatta con i soldi della partecipazione in Champions. Cattiva volontà? Impalpabilità sul mercato? O Che?
2007/2008
“Sono contento, è il Palermo migliore degli ultimi anni”. E’ l’anno dell’azzeramento di Zaccardo, Barzagli e company. La dirigenza non riflette sullo shock che la squadra subisce per l’addio forzato di Corini e niente fa per la sua sostituzione. Il Palermo giocherà dopo tanti anni senza regista classico, anzi, peggio, con Guana regista. Eppure il nostro vulcanico Preidente alla domanda: a cosa punta il Palermo? Risponde: “Alla Champions, vogliamo arrivare tra le prime quattro”. Ci sarà un valzer indecoroso in panchina (Colantuono, Guidolin, Colantuono), la squadra arriverà undicesima con 47 punti che, a parte i trionfi del 201/2013, sarà il peggiore risultato dell’era zampariniana. Una chicca finale: fu l’anno di De Melo (che in Francia però continua a fare gol).
2008/2009
“La società lavora bene e credo che il Palermo si possa considerare a ridosso delle big” (giugno 2008). Il che per i tifosi vuol dire almeno Uefa. Il suo mancato raggiungimento fa dire al Nostro che la Uefa è un obiettivo pompato dalla stampa e che lui non è dispiaciuto più di tanto. Contento lui, dobbiamo esserlo pure noi…
2009/2010
“Proveremo a raggiungere la Champions. Subito dopo le grandi ci saremo noi”. (E’ l’anno di Zenga che voleva vincere lo scudetto, che si portò a Palermo i suoi pupilli, Goian, Celutsza e Melinte al quale, da buon interista in cerca di meriti con Moratti, dette la possibilità di esordire contro l’Inter mettendolo astutamente sulla pista di Maicon che lo asfaltò). Fu il primo anno di Delio Rossi e fu quinto posto.
2010/2011
Dopo l “paura di finire veramente in Champions, il Nostro ridimensiona la squadra e detta il programma. “Puntiamo ad arrivare nella parte sinistra della classifica”. Missione compiuta. Non vi dico la consolazione. Il Palermo è finalista in Coppa Italia ed è costretto a disputare la Uefa.
2001/2012
La squadra vine letteralmente smantellata. Rossi viene liquidato. Si alternano tre allenatori. Il sogno è finito. Il Palermo si riduce a giocare con tre centrali difensivi, due terzini, tre incontristi, una punta che è un primo marcatore avanzato, una punta triste e solitaria. Ci si salva per puro miracolo. Casualmente? Forse no: la peggiore stagione della squadra coincide con la maggiore plusvalenza tra acquisti e cessioni (+29 milioni di euro).
2012/2013
“Stiamo già progettando la squadra per il prossimo anno(2012-2013!). Speriamo di avere la fortuna di avere altri elementi come Pastore (ma non lo avevano già?)… Di certo se va via un gioiello (ma quale gioiello?) ne prenderemo un altro” (come Varelà, Vasquezza, Ulalà). “Io per me vorrei una tranquilla salvezza”. (Cioè in quanto gli arabi con duecento milioni di petrodollari non verranno più e quindi addio “allo scudetto in tre anni e a una collocazione stabile nell’elite del calcio italiano ed europeo”.
2013/2014
Presidente, programmi? “Un pronto ritorno in serie A”.
(continua)
I capitoli precedenti: