Mentre in Sicilia regna il silenzio, dobbiamo spostarci fino a Bari per trovare chi denuncia le contraddizioni di un incarico che non prevede alcuna risorsa da investire e chi ricorda che Claudio De Vincenti aveva già la delega per la Coesione territoriale e che ha già dato prova del suo ‘attaccamento’ alla questione meridionale…
Chi si aspettava un cambiamento è rimasto deluso. Il Governo Gentiloni, così lo hanno definito le opposizioni, è praticamente un Renzi bis che premia, come vi abbiamo detto qui nel dettaglio, i protagonisti della clamorosa sconfitta referendaria dello scorso 4 Dicembre. A Roma, comunque, l’esecutivo guidato dall’ex Ministro degli Esteri è considerato dai più ‘transitorio’ e Giugno è già indicato come il mese in cui probabilmente si celebreranno le nuove elezioni politiche.
Di passaggio o meno, il nuovo Governo, soprattutto al Sud, lascia l’amaro in bocca. La risposta data a quel 70% di meridionali che ha bocciato le politiche nazionali con il No al referendum, ha il sapore dell’ennesima farsa. La nomina di Claudio De Vincenti, in quota PD, a Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, infatti, non incanta nessuno. Non solo perché non si tratta di un meridionale, né di un meridionalista, ma soprattutto perché è un Ministero senza portafoglio. Non dispone di alcuna risorsa finanziaria. Dal che si deduce che alla questione meridionale saranno dedicate le solite chiacchiere, magari un po’ più condite del solito, come lasciano presagire le parole del nuovo Premier: “Una priorità di questo governo sarà il Mezzogiorno, dove il lavoro è un’emergenza più drammatica che altrove”. Se fosse vero, va da sé che ieri avremmo assistito ad un altro film.
E mentre in Sicilia, come al solito, i politicantes soprassiedono sul ‘dettaglio del senza portafoglio’, dobbiamo spostarci in Puglia per trovare chi fa notare la contraddizione. A partire dal Presidente della Regione Michele Emiliano, – da sempre in prima linea nella difesa degli interessi meridionali, anche contro il suo stesso PD, – che ufficialmente ancora tace (già troppo alta la tensione con i vertici del suo partito) ma che attraverso il suo staff lascia trapelare la sua insoddisfazione. De Vincenti – è il ragionamento di Emiliano- aveva già la delega per la Coesione da sottosegretario e non ha fatto nulla pur essendo dotato di portafoglio. Figuriamoci ora.
Parlano apertamente i partiti all’opposizione: da Raffale Fitto (Cor) che commentando il lavoro fin qui svolto da De Vincenti non esita a parlare di fallimento “perché non è cambiato nulla”. Luigi Vitali, coordinatore di Forza Italia non è meno duro: “La nomina — dice — è un contentino elargito al Sud, dopo la valanga di No al referendum. Mi chiedo a cosa possa mai servire, visto che De Vincenti si occupava già della materia. Forse vogliono che stendiamo la mano per elemosinare qualcosa”.
Il Movimento 5 Stelle pugliese ricorda che “De Vincenti è quello che ha sfilato dalla legge di Bilancio i 50 milioni destinati a curare i bambini di Taranto. Evidentemente è stato promosso sul campo. Diciamo la verità: la questione meridionale, per questi governanti, è un tema agitato solo per ragioni elettorali, nulla di più. E il modo in cui trattano Taranto ne è la controprova”.
Tornando all’indifferenza dei politici siciliani, si distingue Enzo Bianco, sindaco di Catania, che può vantare un 75% di No al referendum nella sua città: “Ho accolto con grande favore la nomina di Claudio De Vincenti a ministro per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno, un segnale forte e inequivocabile della volontà del Premier Gentiloni di affrontare in modo concreto e organico le istanze e i problemi del nostro Sud”.
Insomma, neanche la botta referendaria gli ha fatto ritrovare lucidità.
Lo stesso vale per il Presidente della Regione, Rosario Crocetta che in una nota “saluta positivamente la scelta del presidente del Consiglio Gentiloni, di creare un ministero per il sud e la coesione territoriale, affidando tale dicastero al professore De Vincenti, con cui – dice il presidente – “abbiamo lavorato in questi mesi per la sottoscrizione del ‘Patto per la Sicilia’, insieme a Renzi e a Lotti”.
In ultimo ricordiamo che De Vincenti in Sicilia si era fatto promotore del Ponte sullo Stretto. Dando prova della sua perspicacia e della sua conoscenza dei bisogni reali della Sicilia.
Nb De Vincenti ha risposto alle critiche pugliesi: “I soldi ci sono già”. Il riferimento è ai Patti per il Sud che, come vi avevamo raccontato qua, altro non sono che una parte delle risorse nazionali ed europee cui il Mezzogiorno ha diritto, a prescindere. In sostanza: meno di quello che ci spetta + il niente che arriverà con il ministero senza portafoglio.