Governo Renzi e Parlamento nazionale (di ‘nominati’), per la fretta di approvare la legge di stabilità nazionale, hanno dimenticato di inserire la proroga per i contratti dei precari dei Comuni siciliani (circa 14 mila persone) e delle ex Province (circa un migliaio). E che fa il Governo siciliano a trazione PD? Vuole assumere questo personale nella Resais (società regionale). Naturalmente senza concorso, calpestando la Costituzione che oltre il 70% di Siciliani ha difeso da Renzi e dalla sua folle riforma. Come mai la Resais esiste ancora?
Una nuova ‘infornata’ di precari da assumere nei ranghi della Regione siciliana? Sembrerebbe proprio di sì. Per la ‘fretta’ di approvare la legge di stabilità nazionale il Governo Renzi e il Parlamento di ‘nominati’ non hanno trovato il tempo di approvare la norma che avrebbe consentito ai Comuni e alle ex Province dell’Isola di prorogare i contratti a circa 15 mila precari (14 mila circa nei Comuni e un migliaia circa nelle ex Province). E cosa starebbe valutando in queste ore la vecchia politica siciliana? Di fare assumere tutto questo personale dalla Resais, la società di ‘parcheggio’ della Regione siciliana.
Agli osservatori attenti non sfugge un particolare. Qualche giorno fa la stragrande maggioranza dei Siciliani ha votato No al referendum sulle riforme costituzionali proposte dal Governo Renzi. I Siciliani, in maggioranza, hanno votato No per difendere la Costituzione italiana del 1948 dalla pessima riforma voluta da Renzi.
Ebbene, a qualche giorno dal referendum la vecchia politica siciliana – che non a caso è la classe politica che ha votato Sì e che, a parte alcune eccezioni, ha perso il referendum – vorrebbe calpestare la Costituzione e assumere circa 15 persone alla Regione per chiamata diretta.
Infatti, la Costituzione italiana, per le assunzioni nella pubblica amministrazione, prevede i concorsi, non la chiamata diretta!
Qualcuno dirà: fino ad oggi i precari dei Comuni e, in minima parte, delle ex Province li ha ha pagati la Regione. In buona parte è vero. Ma li ha pagati indirettamente: erogando ai Comuni i fondi che le Amministrazioni comunali hanno trasformato in spesa corrente per pagare i precari, tagliando servizi e, soprattutto, investimenti (le ex Province, per la cronaca, i precari li pagavano con i circa 220 milioni di Euro di RC auto che il Governo Renzi ha deciso unilateralmente di tenersi).
Detto questo, il rapporto contrattuale i precari lo hanno avuto con i Comuni e con le ex Province.
Ora, se dovesse passare questa linea, 15 mila persone potrebbero vantare un titolo giuridico (leggere assunzione) con una società regionale: la Resais. Quindi con la Regione. Non si tratta di un fatto formale, ma sostanziale.
Ci chiediamo e chiediamo: i politici che stanno meditando su questa ipotesi lo sanno che, mettendo a carico della Regione questo personale, per i prossimi vent’anni la stessa Regione non avrà più le risorse per bandire i concorsi?
Lo sanno che, per i prossimi vent’anni, i giovani laureati della Sicilia potranno matematicamente emigrare, visto che le professioni liberali sono quasi tutte sature?
Cosa hanno da dire ai giovani della Sicilia – che non a caso hanno votato in massa No al referendum – i dirigenti dei partiti di centrosinistra, PD siciliano in testa, che stanno sponsorizzando questa folle operazione politica?
I giovani laureati Siciliani, l’abbiamo detto, emigreranno per i prossimi vent’anni. Ma in Sicilia ci sono tanti altri giovani. Destinati a rimanere disoccupati a vita.
E’ bene che i Siciliani sappiano – ed è bene che lo sappiano anche i medici che lavorano negli ospedali pubblici della Sicilia – che per pagare oltre 2 mila dipendenti della SAS (altra società regionale che ha ‘imbarcato’ precari senza l’ombra di un concorso pubblico!) l’attuale Governo regionale, contro il parere della Corte dei Conti, sta ‘saccheggiando’ il Fondo sanitario regionale.
Invece di potenziare i Pronto Soccorso e gli ospedali pubblici della nostra Isola – tutti in affanno – con i soldi della sanità stanno pagando soggetti che nulla hanno a che vedere con la sanità.
Ora, a chiusura di legislatura, il PD e gli altri partiti che governano la Sicilia vorrebbero appesantire i conti della Regione con gli stipendi di altri 15 mila precari: non indirettamente, ma direttamente, dando a queste 15 mila persone il titolo giuridico per definirsi “dipendenti regionali” a tutti gli effetti.
Il tutto mentre la Regione paga già rate di mutui annue per un indebitamento di oltre 8 miliardi di Euro!
Il tutto mentre – con la recente legge di assestamento di Bilancio – per pagare le rate dei mutui dei Comuni, la stessa Regione ha scippato 50 milioni di Euro al Fondo pensioni dei dipendenti regionali e ha contratto un nuovo mutuo di 60 milioni di Euro!
Siamo alla pazzia? Pazzia elettorale. Il prossimo anno si vota per le elezioni regionali. E che fa il Governo siciliano di centrosinistra a corto di voti? Vorrebbe assumere circa 15 mila precari…
P.S.
La Resais non dovrebbe più esistere. Si tratta di una società regionale ‘inventata’ negli anni ’80 del secolo passato dove sono stati dirottati i dipendenti degli enti economici regionali dell’epoca – EMS, ESPI e AZASI – in fase di smobilitazione. la liquidazione di questi enti è iniziata nel 1998. I dipendenti di questi tre enti regionali dovrebbero essere tutti in pensione. Come mai la Resais esiste ancora?
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COME MAI ESISTE ANCORA?
Semplice il numero quindicimila è confortante , solido e necessario per le prossime elezioni.