Sopra un basso rilievo moderno e sepolcrale dove un non più giovane Faraone incredulo e piangente è rappresentato in atto di partire accomiatandosi dal Governo
Davide, rimembri ancora
Il tempo di tua vita ministeriale
Quando papà splendea
Negli occhi tuoi dementi e un po’ cattivi
e tu, testa fottuta, il limitare
Di largo Arenula salivi?
Sonavano le stanze del potere
E le vie d’intorno al tuo perpetuo: “Roma”,
Allor che all’opre d’ascaro intendevi
Assai contento di quel vago avvenir che in mente avevi?
Era il 3 di dicembre e tu speravi
Che mai finisse la tua bella vita.
Tu, mentre che l’erba inaridisce il verno,
da chiuso morbo combattuto e vinto
perisci, o deficiente!
All’apparir del NO, tu, misero, cadesti
E con la fredda mano le dimission firmavi.
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Complimenti al poeta.