Ragazzi, errare è umano: ma in una trasmissione di RAI 1 sbagliare sulla Callas parlando del Teatro alla Scala di Milano, beh, questo sembra veramente eccessivo. Dire che Maria Callas era sposata con Aristotele Onassis è troppo!
E’ bonu ‘u ventu ‘nchiesa, ma no p’astutari ‘i cannili!
Insomma, applicato al caso di cui ora parleremo, possiamo dire che si può pure sbagliare: ma atteggiarsi a conoscitori di fatti, personaggi e cose e poi prendere certe cantonate, beh, ci sembra eccessivo.
Di scena La vita in diretta, programma post tiggì di RAI 1. Si parla del Teatro alla Scala di Milano. Vi risparmiamo i salamelecchi sul ‘Tempio della cultura italiana’ che la ‘Città da bere’ si auto-intesta. Passi.
A un certo punto – dopo alcune incertezze di poco momento – si arriva a parlare della storia del Teatro lirico di Milano, periodo post bellico (riferimento alla seconda guerra mondiale). Parlando dei primi anni ’50 del secolo passato, era inevitabile soffermarsi sul personaggio che ha identificato La Scala per circa un decennio: Maria Callas.
Stavamo pranzando. E un boccone ci è andato di traverso. Tutt’a un tratto, la voce narrante della TV, a proposito del periodo in cui la Callas rappresentava sia la lirica, sia il glamour legati alla vita mondana della Scala, cioè i primi anni ’50 del secolo passato, afferma:
“…come chi era Vip sopra e sotto il palco, come Maria Callas accompagnata dal marito Aristotele Onassis”.
Peccato che, negli anni ’50 la Callas era sposata con Giovanni Battista Meneghini.
Per la cronaca, la Callas inizia la relazione con Aristotele Onassis nel 1959.
Non solo. La Callas e Onassis non si sposeranno mai.
Il miliardario greco, nel 1968, la lascerà per sposare Jacqueline Kennedy.
Sempre per la cronaca…
Foto tratta da venice-tourism.com
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Ho visto il programma . Durante questo programma la signora intervistata, Paola Caccianti, intervistata ha magnificato tanto la Madama Butterfly ed ha sottolineato come finalmente venga rappresentata un' opera popolare (intendeva dire conosciuta, di cartellone), mentre lamentava come negli anni precedenti il Maestro Muti avesse fatto scelte più cerebrali come, ad esempio, L' Europa Riconosciuta di Salieri. E per giunta si straniva di una scelta che investiva " un autore noto per l'invidia che nutriva per Mozart". Peccato che questa sia stata più una leggenda metropolitana che una concreta realtà, buona per imbastirvi una staoria tra il reale ed il fantastico valida per il cinema. Inoltre la signora in questione mostrava di non conoscere , o non ha detto, che questa scelta è stata non cerebrale ma intellettualmente voluta. Infatti è stata rappresentata alla riapertura della Scala dopo due anni di chiusura per mastodontiche ristrutturazioni del palco e di altre parti. La scelta ha richiamato il fatto che era stata commissionata e rappresentata come opera di inaugurazione della Scala alla sua apertura come Regio Teatro Ducale,, quindi rappresentava una sorta di "chiusura del cerchio". Ma tant'è, ormai la televisione ci ha abituato all'approsimazione.