Il provvedimento che dovrebbe sancire la riassunzione dei lavoratori degli ex Sportelli multifunzionali è legato agli emendamenti che dovrebbero salvare i precari della Regione siciliana e dei Comuni. Marcello Greco: “Noi in Sicilia abbiamo fatto quello che dovevamo fare. La parola passa a Roma”
“Il problema politico è risolto. Ora va risolta la questione tecnica”.
Interpellato al telefono, il parlamentare regionale Marcello Greco, presidente della commissione parlamentare Cultura e lavoro dell’Ars, che da tempo segue la vicenda dei lavoratori degli ex Sportelli multifunzionali spiega come stanno le cose:
“In questo momento tutto dipende da Roma. Noi, in Sicilia, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. I fondi per finanziare l’assunzione dei circa mille e 500 dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali li erogare il Governo nazionale. Il problema è che, in questo momento, tutto è stato bloccato. I fondi per gli ex sportellisti debbono essere inseriti nel provvedimento in favore dei precari siciliani. Ma al Senato, almeno per ora, tutto è stato bloccato”.
In Sicilia operano circa 13 mila precari nei Comuni, più i precari sparsi negli uffici della Regione siciliana e degli enti e delle società regionali. Nel complesso, dovrebbero essere circa 30 mila: i 13 mila già citati precari dei Comuni, più i precari della Regione.
Per questi precari era prevista la stabilizzazione. Ma il No espresso dai Sicilia al referendum potrebbe aver fatto cambiare idea al Governo nazionale. Perché mai Roma dovrebbe aiutare una Regione i cui abitanti hanno ‘inchiummato’ in massa il referendum di Renzi & sodali?
In questo ‘mazzo’ potrebbero finire anche gli ex sportellisti, se è vero che i fondi per finanziare la loro assunzione, per due anni, al CIAPI avrebbero dovuto essere inseriti nel provvedimento in favore dei precari.
Ciò posto, l’ultima parola ancora non è detta. Per la Sicilia l’esclusione, dalla legge finanziaria nazionale, dei provvedimento che riguardano i precari di Regione e Comuni e gli ex sportellisti sarebbe una ‘botta’ terribile che potrebeb avere effetti sociali dirompenti.
Alla fine, sia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia il presidente del Senato (dove si giocherà la partita parlamentare), Piero Grasso, sono siciliani.
Insomma, non è da escludere che, alla fine, la ‘quadra’ possa essere trovata.
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Questi signori pensavano probabilmente ai siciliani isolani con l'anello al naso, pensavano di continuare a promettere e poi non dare come hanno fatto da quando c'è Baccei, ma il giocattolo si è rotto, fatti non parole.