Non riusciamo a capire dove la Regione siciliana troverà i soldi per consentire ai forestali di lavorare, contemporaneamente, nei Consorzi di Bonifica, all’ESA, nei Comuni di appartenenza per i cosiddetti Cantieri sociali, pagando due o anche tre indennità cadauno a questi lavoratori. Quello che sappiamo è che con un articolo della legge di assestamento di Bilancio 2016 è stato abrogata “l’esclusività di appartenenza ai bacini” introdotta nove mesi fa con la legge regionale di stabilità. Della serie, senza ritegno…
Ci rendiamo conto che, in questo momento, tutta l’attenzione è concentrata sul referendum. Ed anche logico, visto che di mezzo ci sono le modifiche alla Costituzione. Però quello che abbiamo letto nella legge di assestamento di Bilancio 2016, approvata qualche giorno dal Parlamento siciliano, è semplicemente incredibile: nel silenzio generale, proprio mentre tutta l’attenzione è concentrata sul referendum, i ‘califfi’ di Sala d’Ercole hanno approvato il seguente articolo di legge:
“L’articolo 19 della legge regionale n. 3/2016 è soppresso”.
Per la cronaca, la legge regionale n. 3 del 2016 e la legge regionale di stabilità, cioè quella che un tempo si chiamava legge finanziaria.
L’articolo 19 della legge di stabilità di quest’anno riguarda la cosiddetta “esclusività di appartenenza ai bacini”. Tradotto: si tratta delle indennità che la Regione paga al personale precario. Riguarda gli operai della Forestale, dei Consorzi di Bonifica, gli operai avventizi dell’ESA (i trattoristi dell’Ente di Sviluppo Agricolo), gli ex PIP di Palermo, i cosiddetti LSU (Lavoratori Socialmente Utili), i cosiddetti lavoratori dei Cantieri di servizio, i dipendenti del Vivaio delle viti americane, dell’Istituto sperimentale Zootecnico e, in generale, di tutti gli enti che si avvalgono di personale stagionale.
Ebbene, con il citato articolo 19 della legge regionale di stabilità approvata nel marzo di quest’anno, si impediva a questi lavoratori precari di essere “uni e trini”, cioè di lavorare per la Forestale e, contemporaneamente, di lavorare anche all’ESA, di risultare iscritto tra gli LSU e di lavorare anche per altri enti regionali.
Questa norma di buon senso, se non ricordiamo male, era stata voluta dall’assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei. Insomma: chi percepisce l’indennità in quanto operai della Forestale non può lavorare anche in un ente regionale – sempre da avventizio – e percepire così una seconda indennità.
Insomma, qualcuno si era accorto che, nei ‘meandri’ della pubblica Amministrazione regionale, c’erano lavoratori precari che percepivano una doppia e – in alcuni casi – si sospettava persino una tripla indennità!
Da qui la norma sull’esclusività dell’appartenenza ai bacini: un LSU non può essere anche forestale, non può lavorare contemporaneamente in due o – addirittura! – più bacini (per esempio, in una società regionale, o in un cantiere sociale – o cantiere-scuola – in un Comune).
Nove mesi dopo la politica siciliana ci ha ripensato. E ha deciso di abolire l’articolo di legge approvato, lo ribadiamo, nove mesi fa.
Che significa questo? Che i precari potranno fare quello che vogliono: potranno lavorare in due o più bacini. Di fatto, cumulando due incarichi – se pagato regolarmente – un precario potrebbe guadagnare, ogni mese, lo stesso stipendio (e, in alcuni casi, qualcosa in più) di un funzionario!
Perché la politica siciliana, per la precisione, perché l’Ars ha fatto una cosa del genere? Per clientelismo. Che deve riguardare tutte le forze politiche, perché se ce ne siamo accorti noi, ci sembra impossibile che di una norma così incredibile non si siano accorti i deputati…
Non riusciamo a capire dove la Regione troverà i soldi per pagare doppie e triple indennità ai precari di tutte le specie: ma approvare una legge che consente tutto ciò a un anno dalla campagna elettorale serve. Eccome se serve!
P.S.
Una domanda al presidente dell’Ars, onorevole avvocato Giovanni Ardizzone:
onorevole avvocato, cosa c’entra questa clientela di bassa lega con la legge di assestamento tecnico di Bilancio?
Questo articolo approvato è in accordo con la Costituzione? E chi verificherà la ‘costituzionalità’ di questa follia, visto che l’Ufficio del Commissario dello Stato è stato sostanzialmente abolito?
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