Ecco un altro capitolo del racconto ‘Il calcio in bocca e i soldi in tasca -Epopea rosanero al tempo di Zamparini’ scritto dal prototifoso Lucas Bahic. Dall’acquisto del Palermo calcio al sogno di un nuovo stadio…
(Qui il primo capitolo)
Palermo è una città ospitale. Molte chiese, molti affreschi, effigiano compiaciute autorità, laiche o religiose, che offrono su morbidi cuscini di velluto rosso le chiavi della città al primo venuto purché fornito di argomenti convincenti, quali ad esempio spade, cannoni e bombe oppure soldi. In un cappella viene celebrato l’arrivo di quelli lì, in una parete l’entrata di questi qui, più in là, la selvaggia penetrazione di un qualche grande eroe. Con l’antichissima eccezione dei Cartaginesi e Arabi, le invasioni sono sempre giunte dal Nord, dal Guiscardo (cioè l’astuto) al Garibaldi (cioè il citrullo). E tutte, senza eccezione, spinte da un intento predatorio. Del resto, se calano, perché dovrebbero farlo, per farci un piacere?
L’ultimo predatore arrivato, in ordine di tempo, secondo alcuni, sarebbe Maurizio Zamparini, presidente della Palermo Calcio che i palermitani celebrano (con fasi decrescenti e perplessità crescenti, in verità, anno dopo anno, gli ingrati!) come Sommo Autore del ritorno nella serie A calcistica della loro squadra del cuore.
Noi vi faremo vivere tutte le tappe di questa grande avventura, fornendo notizie, ragguagli, dati e qualche sommessa opinione. Il nostro scopo è confutare la tesi maliziosa di taluni invidiosi, secondo i quali il patron rosanero sia calato al Sud per avviare e gestire a suo esclusivo vantaggio un proficuo commercio di giocatori di calcio, che da un lato lo accreditasse come imprenditore-costruttore di manufatti meravigliosi, undici e indispensabili, e dall’altro gli consentisse di scapricciarsi con un giocattolo che titillasse la sua senescente volontà di dominio e il suo super ego. Sarà difficile, lo ammetto, perché se uno si interessa di calcio da decenni senza mai avere vinto niente, il dubbio che il Nostro, uomo senza ambizioni immateriali ma con tanti desideri pratici, lo faccia per altri obiettivi rispetto a quello di vincere, per esempio per interesse, può diventare più forte dell’altro dubbio e cioè che il Nostro, se non vince è perché, poveretto, proprio non sa come si fa. E valga il vero, come concludono i principi del foro.
L’acquisto del Palermo Calcio
Maurizio Zamparini acquistò l’Unione Sportiva Città di Palermo da Franco Sensi il 21 Luglio 2002 al costo di 15 milioni di euro da versare in tre anni (18 milioni era la richiesta di Sensi, che poi ha portato la sua offerta al ribasso). L’accordo, firmato a Civitavecchia, è arrivato dopo una trattativa di cinque ore (fonre: Repubblica,21-22 Luglio 2002).
Perché Palermo?
Uno dei motivi che avrebbero spinto l’imprenditore, allora presidente del Venezia Calcio, verso il Palermo sarebbe da rintracciare nella lentezza burocratica del Comune di Venezia, restio ad assegnare l’appalto per la realizzazione del nuovo stadio. Un progetto da 70 milioni di euro, su cui Zamparini aveva investito molto, acquistando anche il terreno, con una spesa da 3 milioni e 6000mila euro e realizzando il progetto (30mila posti al coperto).
La cosa dovrebbe terrorizzare i tifosi di Zamparini, il quale, si sa, fa della costruzione (sua) del nuovo stadio il suo cavallo di battaglia. Orbene, a Palermo le cose non vanno meglio che a Venezia. Qualcuno però lo dovrebbe spiegare a Zamparini, che palermitano non è, che la costruzione a Palermo di una infrastruttura delle dimensioni di uno stadio di calcio comporta un aumento pari al quadruplo del prezzo preventivato, una dilatazione temporale tendente all’eternità, una decina di ricorsi amministrativi, una decina di indagini giudiziarie per corruzione, concussione, et similia, l’arresto di uomini pubblici e privati e la sparizione o la morte di decine di persone.
A questo riguardo mi sento di avanzare una modesta proposta. Tenuto conto che le casse del Comune di palermo piangono, suggerisco al Nostro di acquistare il Renzo Barbera , che potrebbe tostamente ribattezzare con il suo riverente nome. Sarebbe una operazione utile, rapida e indolore.
continua…
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