Le previsioni sul referendum danno nuvole nere in tutto il Sud e, in particolare, nella nostra Isola. Ma il Premier e la sua fedelissima non si arrendono: il primo sarà a Palermo e Catania il 2 Dicembre, la seconda a Biancavilla il giorno prima
Che ci volete fare? L’uomo è questo: più si rende conto che la partita è praticamente persa e più si accanisce. Nemmeno gli ultimi sondaggi davano una speranza a Matteo Renzi di vincere il suo referendum in Sicilia e in tutto il Sud. Ma lui ancora non ci crede e si appresta a tornare coltivando il sogno di fare cambiare idea ai Siciliani. Sarà a Palermo alle 10 al Politeama e poi Catania, venerdì prossimo (2 Dicembre) alle 12 per un comizio al Centro fieristico Le Ciminiere.
Ma non è il solo. Il rush finale vede la Sicilia in primo piano. Un giorno prima del Premier arriverà anche la fedelissima Maria Elena Boschi che sarà a Biancavilla il primo Dicembre. Si esibirà al teatro la Fenice, sempre alle 12.
Verranno come al solito, a dirci quanto siamo belli e che è davvero un peccato che non abbiamo molti turisti. Verranno a dirci che siamo importanti per il Governo nazionale e che senza di noi l’Italia non decolla. Un copia e incolla dei discorsi di tutti i politici nazionali che sono arrivati in Sicilia prima di ogni campagna elettorale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Questo blog, come è noto, si è schierato per il NO al referendum. Qui il nostro editore, Franco Busalacchi, entra nel merito della riforma e spiega nel dettaglio le ragioni della nostra opposizione.
Altre ragioni le spiega il magistrato simbolo del processo sulla trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo. E se pure non avessimo le argomentazioni che abbiamo esposto nell’articolo di cui sopra, tra Renzi e Di Matteo, noi sceglieremmo il secondo.
E se pure non avessimo toccato con mano gli obbrobri della riforma, e se pure non avessimo sentito Di Matteo, non potremmo stare dalla parte di chi ha ridotto la Sicilia in questo stato, facendo pure peggio dei governi precedenti. E questo qualcuno è il PD. Che in Sicilia trova la sua espressione peggiore.
“Se la Sicilia non cresce è perché non ha una classe politica all’altezza” ha detto Renzi nel suo viaggio in Sicilia 15 giorni fa. Sorvolando sul fatto che è una classe politica che gli appartiene. E che non ha mosso un dito per sostituirla.
Il nostro dunque è un NO alla riforma che stravolge la Costituzione. Ma è anche, non lo neghiamo, un NO politico che rivendichiamo con orgoglio.