Sono due le brutte notizie. La prima è che l’Unione Europea ha siglato l’accordo commerciale con il Canada (Ceta), Paese dove il glofosato è utilizzato nella coltivazione e per la maturazione artificiale del grano duro che invade l’Europa (soprattutto l’Italia). La seconda è che l’autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma – ma guarda che coincidenza! – ha stabilito che la cancerogenità del glifosato sarebbe “improbabile”. E con questa “improbabilità” che facciamo? Continuiamo ad avvelenarci con questo erbicida per non rompere gli accordi con il Canada? Non dimentichiamo che sono tante le malattie che il glifosato può provocare all’uomo
E meno male che quando abbiamo cominciato a parlare dei pericoli per la salute provocati dal glifosato (o gliphosate) eravamo dei visionari:
Nei prossimi mesi, questo lo possiamo dire con certezza, ci sarà da divertirsi. L’Unione Europea, qualche settimana fa, forzando la mano alla Vallonia, ha approvato il CETA, l’accordo commerciale con il Canada, come potete leggere qui di seguito:
Il discorso è semplice: in Canada vivono circa 30 milioni di persone. Nell’Unione Europea circa 500 milioni di persone. L’accordo prevede uno scambio di prodotti e servizi. L’Unione Europea conta di esportare in Canada prodotti industriali ed enogastronomia (in quest’ultimo caso non si attendono grandi numeri). Facendo in modo che alcune imprese europee forniscano al Canada servizi.
Il Canada cosa esporterà nell’Unione Europea? Ovvio, no: prodotti agricoli. E tra questi il grano duro. Anche quel grano duro che, da tempo, è oggetto di polemiche legate al glifosato, come potete leggere qui di seguito:
Lo sanno a Bruxelles che con il glifosato ci sono problemi di salute? Nei giorni scorsi, ad esempio, è venuta fuori la notizia che, nel mondo, aumentano le class action ai danni della Monsanto, la multinazionale che produce questo erbicida (come potete leggere qui).
“I querelanti, che aumentano mese dopo mese – si legge su Ambiente Rinnovabili.it – imputano al contatto prolungato con il glifosato l’insorgere di tumori e malattie. In particolare, le denunce si sono moltiplicate da quando la IARC, branca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedita alla ricerca sul cancro, ha valutato come ‘probabilmente cancerogeno’ l’erbicida venduto dal colosso biotech”.
La Monsanto si difende:
“Il glifosato non è cancerogeno – ha detto la portavoce dell’azienda, Charla Lord, in una e-mail di risposta alla Reuters – Le più ampie statistiche sulla salute umana, compilate in tutto il mondo in merito ad un prodotto agricolo, contraddicono le accuse dei processi”.
Anche se un servizio televisivo de Le Iene racconta una verità diversa, come potete seguire qui di seguito:
L’erbicida nuoce alla salute del mondo?
Ma è solo in Argentina che il glifosato crea problemi? Non esattamente. Perché parliamo di un erbicida tra i più diffusi al mondo. Basti pensare al largo uso che di questo prodotto chimico viene fatto nel già citato Canada. Ed è utilizzato anche in Italia. Un grande affare, insomma. Che nel 2015 ha fruttato alla Monsanto 4,8 miliardi di Dollari.
Ora, però, lo scenario è mutato. E la Monsanto è oggetto di attacchi da parte dei cittadini con le class action.
E’ per questo che la multinazionale americana ha stretto un accordo con la tedesca Bayer, come potete leggere qui di seguito:
Torna l’accordo tra Unione Europea e Canada. Tutti sanno quali problemi di salute provoca il glifosato, come potete leggere qui di seguito:
Problemi sanitari che l’ex dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana, Cosimo Gioia, che nella vita fa l’agricoltore, elenca in un post sulla sua pagina facebook:
“Il glifofato o glifsate è noto per inibire gli enzimi del citocromo P450, che agiscono nella detossificazione di tossine ambientali, nell’attivazione della vitamina D3, nel catabolismo della vitamina A e nel mantenere la produzione di acidi biliari e fonti di solfato nell’intestino. Inibendo i processi di disintossicazione naturale, il glifosate aumenta gli effetti dannosi di altre tossine ambientali.
Interrompendo l’omeostasi, favorisce i processi infiammatori e porta ad una lenta destrutturazione dei sistemi cellulari. A causa del blocco della funzione degli enzimi di detossificazione si può determinare l’accumulo di ammoniaca, un sottoprodotto creato quando alcuni microbi decompongono il Glifosate, che può portare a infiammazioni del cervello associate con autismo e morbo di Alzheimer (Samsel & Seneff, 2013a).
Tutte queste alterazioni possono contribuire alla genesi della maggior parte delle malattie e condizioni associate a una dieta occidentale, che comprendono disturbi quali la celiachia (Samsel & Seneff, 2013b, vedi figura 3), obesità (Samsel & Seneff, 2013a), diabete, ma anche ad altri disturbi dell’organismo come malattie cardiache, depressione, autismo (Shelton
et al., 2012; Samsel & Seneff, 2013a), sterilità, cancro e morbo di Alzheimer (Samsel & Seneff, 2013a).
Relazione tra produzione di glifosate eda aumento dell’autismo negli Stati Uniti. Il glifosate può interferire con la frammentazione delle proteine complesse nello stomaco umano, lasciando grandi frammenti di cereali nell’intestino umano che poi innescano una risposta autoimmune, portando a difetti nel rivestimento del piccolo intestino che sono
caratteristici dei pazienti celiaci (Samsel & Seneff, 2013a).
Relazione fra diagnosi della malattia celiaca ICD-9 579 e applicazioni di glifosate sul grano negli Stati Uniti, (R=0.9759, p ≤
1.862e-06, figura di Nancy Swanson tratta da Samsel & Senef, 2013b, su dati USDA, NASS, CDC).
Carenze di ferro, cobalto, molibdeno, rame e altri metalli associate alla malattia celiaca possono essere attribuiti alla forte capacità di glifosate di chelare questi elementi. Le carenze di triptofano, tirosina, metionina e seleniometionina associate alla malattia celiaca possono essere associate alla nota deplezione di questi aminoacidi da parte del glifosate. I pazienti
con malattia celiaca hanno un aumento del rischio di linfoma non-Hodgkin, implicato in esposizione al glifosate (McDuffie et al. 2001; Hardell et al., 2002; De Roos et al., 2003).
Anche i problemi riproduttivi associati alla malattia celiaca, come l’infertilità, aborti spontanei, malformazioni congenite, possono essere spiegati dal Glifosate (Samsel & Seneff, 2013b; vedi fig. 3).
Studi epidemiologici hanno mostrato interazioni fra l’esposizione al Glifosate e il linfoma non Hodgkin (McDuffie et al., 2001; Hardell et al., 2002; De Roos et al., 2003), mentre studi in laboratorio hanno confermato che il glifosate e/o i prodotti che lo contengono mostrano genotossicità o mutagenicità”.
“Come vedete – dice Gioia – non sono io che lo dico, ma la scienza internazionale e potrei continuare perché la relazione è lunghissima. Mi chiedo: ma la politica che fa, ci lascia avvelenare per il bene delle multinazionali?”.
“Ah, dimenticavo – conclude Gioia – bisogna considerare che le dosi consentite per questa sostanza sono calcolate (dall’Unione Europea) per un consumo dell’utente europeo di 5 Kg di pasta all’anno (consumo medio europeo…). Noi in Italia ne consumiamo 27 Kg pro capite all’anno e nel Sud ne ingeriamo 6 volte la dose consentita. Traetene le vostre conclusioni…”.
Ma intanto c’è l’accordo con il Canada. E’ in questo scenario che l’autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa), improvvisamente, ha stabilito che il glifosato non pone rischi di cancerogenicità. Una tesi che contraddice le conclusioni dell’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro, con sede a Lione ,che lavora per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
A parte che si tratta di due tesi a confronto, il problema, come ha argomentato Gioia citando studi internazionali, è molto più complesso, perché i rischi sanitari che il glifosato può provocare sono molteplici, come potete leggere qui di seguito:
A questo punto una domanda è d’obbligo:
che intenzioni hanno i signori di Bruxelles? L’Autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa) ha detto che è “improbabile” che il glifosato provochi il cancro (tesi, ribadiamo, che contrasta con le tesi di altre organizzazioni scientifiche internazionali). E questo basterebbe per dire a milioni di persone di continuare a mangiare pane, pasta, pizze, dolci e via continuando a base di grano duro al glifosato?
Su questo punto gli agricoltori del Sud Italia che producono grano duro dovrebbero essere chiari: per dire a Bruxelles che il grano duro al glifosato non può più essere utilizzato. Ma dovrebbero farlo anche i consumatori.
Ci sarebbero anche i parlamentari Europei italiani. vale la pena disturbarli per problemi così ‘banali’?
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Caro direttore, legga quello che succede in Francia per gli erbicidi della MONSANTO :
questo è il blog:
http://despiertavivimosenunamentira.com/francia-prohibe-roundup/
IN FRANCIA HANNO IL CORAGGIO DI BLOCCARE E PROIBIRE L'USO DI CIò CHE FA MALE ALLA SALUTE DELLE PERSONE E BLOCCARE I VELENI CHE CI COSTRINGONO A MANGIARE CON ALIMENTI OGM, MICOTOSSINATI E GLIFOSATATI, A COMINCIARE DALGLI ALIMENTI CHE SI DANNO AI BAMBINI.
POI CI MERAVIGLIAMO DEL EPRCHè C'è QUESTA ESPLOSIONE DEL MALE "CANCRO" CHE STA DISTRUGGENDO L'INTERA UMANITà.