E hanno anche ragione: non si capisce che tipo di procedura abbiano seguito i burocrati dell’assessorato all’Agricoltura. Il dubbio è che in questa storia l’Amministrazione regionale si sia comportata come un’impresa privata… Le ‘carte’ sono a posto? Le imprese che oggi sono creditrici verso la Regione sono state selezionate con evidenza pubblica? Non si capisce. Anche perché nessuno l’ha chiesto. Si sa soltanto che, con una forzatura allucinante, il Governo sta provando a far passare questi pagamenti come debiti fuori Bilancio… Ma la paura di danno erariale serpeggia tra i deputati…
Colpo di scena oggi a Sala d’Ercole. Al momento del voto sul disegno di legge che sana l’incredibile papocchio del Cluster Mediterraneo messo su in frett’e furia dal Governo regionale in occasione dell’Expo di Milano, in Aula è mancato il numero legale. Non c’è da stupirsi: si tratta di una forzatura amministrativa, ai limiti di legge, che l’assessorato all’Agricoltura, con una seconda forzatura, sta provando a trasformare in debiti fuori Bilancio. Ma, questa volta, l’inghippo è troppo grosso e i parlamentari della maggioranza di centrosinistra, che fino ad oggi hanno votato tutto, non se la sono sentita, almeno fino ad ora, di votare anche questo inghippo.
Proviamo a ricostruire il papocchio combinato in occasione dell’Expo dai burocrati e dal politici regionali.
La Regione decide di aprire ‘bottega’ all’Expo di Milano. Ma lo fa in modo inusuale, comportandosi come un ente di diritto privato, piuttosto che come un’Amministrazione pubblica.
L’assessorato all’Agricoltura si presenta all’Expo di Milano con un numero imprecisato di imprese che offrono servizi e prodotti da vendere. C’è stata un’evidenza pubblica? Qualcuno ha selezionato le aziende? Non si capisce.
Quello che si capisce è che la Regione non fa da tramite tra chi offre e vende servizi e prodotti e chi li acquista, ma si intesta direttamente tutta l’operazione. E’ lo stesso stand della Regione che vende i prodotti. Con il ricavato – questo il ragionamento un po’ bizzarro dei burocrati dell’assessorato all’Agricoltura – poi si pagheranno i fornitori di prodotti e servizi.
In genere una pubblica amministrazione si dovrebbe muovere con le autorizzazioni: soprattutto se vende e incassa soldi. Ci sono queste autorizzazioni? Tutta la gestione del Cluster Mediterraneo è confusa. E anche oggetto di polemiche al vetriolo, se è vero che l’assessore regionale dell’epoca, Nino Caleca, a un certo punto, minacciava di bloccare tutto, perché cose, di quell’esperienza, non funzionavano come avrebbero dovuto…
Le settimane successive all’Expo, negli uffici della Regione – e segnatamente presso l’assessorato regionale all’Agricoltura – non sono mancate le polemiche.
Sembra che gli incassi ci siano stati. Ma non si capisce se siano pari o inferiori alle spese sostenute.
Nei mesi scorsi è ‘apparso’ un disegno di legge che è un esempio di confusione normativa. Il ‘succo’ è che bisogna pagare i fornitori dei servizi e dei prodotti. Totale: 2 milioni e 600 mila Euro circa. Con quali autorizzazioni di legge dovrebbero essere pagati? Esistono i contratti tra la Regione e questi fornitori? E questi fornitori sono stati selezionati con un’evidenza pubblica o sono stati chiamatati a umma umma?
Per sì e per no, il Governo ha inserito questi 2 milioni e 600 mila Euro tra i debiti fuori Bilancio. Il tutto con una ‘lettura’ molto particolare del Decreto legislativo n. 118 del 2011 che prevede sì i debiti fuori Bilancio, ma non come mezzo per sanare forzature amministrative ai limiti di legge!
Provate a immaginare un’Amministrazione pubblica che acquista un bene non lo paga, poi lo rivende e poi iscrive tutta l’operazione come un debito fuori Bilancio per pagare chi gli ha venduto il bene con la vendita del bene stesso…
In Aula, ovviamente, i deputati di centrosinistra, che debbono votare questo papocchio, nicchiano…
Poi, oggi, il parlamentare Toti Lombardo ha calato la ‘zippula’: placido placido, ha detto che, nel conto fatto dagli uffici dell’assessorato all’Agricoltura, non sono compresi beni forniti da altre aziende che rimarrebbero fuori.
Detto così sembra una cosa da nulla. Invece il fatto è grave. Tutta questa operazione si fonda sul postulato – ancora da verificare – che con gli incassi effettuati dal Cluster Mediterraneo si pagheranno i creditori. Siccome i pagamenti da effettuare sono – come scritto nel disegno di legge – 2 milioni e 600 mila Euro – gli incassi debbono essere pari alla stessa cifra.
Ma se il deputato Lombardo dice che ci sono altri debiti da onorare, beh, significa che gli stessi debiti sono più di quanto la Regione ha incassato…
Così Lombardo oggi, in Aula, ha chiesto di rinviare il disegno di legge in commissione Bilancio e Finanze per verificare la presenza di altri debitori.
Ma se si dovesse verificare l’esistenza di altri debitori ciò significherebbe che il disegno di legge è mendace: dice una cosa che non è vera e, cioè, che con 2 milioni e 600 mila Euro si coprono tutti i debiti: cosa che viene smentita dal parlamentare Lombardo!
In Aula è scoppiato un mezzo parapiglia. Il parlamentare di centrodestra, Santi Formica, ha appoggiato la proposta di rinviare il disegno di legge in commissione Bilancio. Il vice capogruppo del PD, Giovanni Panepinto, e l’assessore al’Agricoltura, Antonello Cracolici, si dicono contrari al rinvio. I due esponenti del PD chiedono che il disegno di legge si voti subito.
L’Aula ha anche respinto, con tanto di votazione, il rinvio in commissione. Ma al momento del voto finale alcuni deputati della maggioranza di centrosinistra sono letteralmente fuggiti dall’Aula…
Si tornerà in Aula tra un po’. Vedremo come andrà a finire stasera.