Guarda caso, le quattro pallottole sono state recapitate all’assessore regionale al Lavoro, Gianluca Miccichè, a qualche giorno dalla manifestazione di protesta dei lavoratori abbandonati proprio dallo stesso assessore. Una protesta, quella che andrà in scena dopodomani a Palermo, che crea non pochi problemi politici a Miccichè, se è vero che hanno già aderito sette parlamentari regionali e un senatore
Sarà un caso, ma i quattro proiettili calibro 38 spediti sabato scorso all’assessore regionale al Lavoro, Gianluca Miccichè, anticipano di qualche giorno la manifestazione dei dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali prevista dopodomani, 23 novembre, a Palermo. Iniziata come una delle tante proteste organizzate lo scorso anno e quest’anno da questi lavoratori licenziati dalla Regione, la manifestazione di dopodomani è diventata molto politica, ma così politica che può politica non si può. Non è un caso, infatti, se, a tale protesta, questa volta, si sono uniti ben sette parlamentari regionali e un senatore.
Per carità, come si dice in questi casi, grande solidarietà all’assessore regionale Miccichè. Ma questo non fa venire meno il nullismo politico e amministrativo di questo personaggio. Certo, fa parte di un Governo regionale rovinoso che ha provocato danni enormi in tutti i settori della vita pubblica siciliana. Ma questo assessore, in particolare, è veramente incredibile.
Da quello che ci raccontano, è in rotta di collisione con mezzo Parlamento siciliano. Motivo: lui e quello che resta del suo partito che non c’è più hanno bloccato l’assessorato regionale al Lavoro (il riferimento al partito che non c’è più è legato al fatto che il segretario nazionale dell’UDC, Lorenzo Cesa, ha tolto il simbolo del partito ai siciliani, che oggi sono a tutti gli effetti gli apolidi centristi della Sicilia).
Perché bloccare tutto? Forse perché gli apolidi centristi in salsa sicula pensano, o meglio si illudono, che utilizzando le risorse a ridosso delle prossime elezioni regionali conserveranno un po’ di voti. Insomma, il vecchio della politica elevato all’ennesima potenza.
In questo non far nulla in attesa del pi nuautri chi c’è da utilizzare nella prossima campagna elettorale sono finiti i dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali. Dopo un tira e molla che è iniziato ai tempi degli ‘scienziati’ del Governo di Raffaele Lombardo, nei mesi scorsi l’Ars ha approvato un articolo di legge che punta a fare lavorare persone che, da anni, non sanno più cos’è uno stipendio.
C’è la legge, ci sono i fondi europei e i fondi nazionali: ma gli uffici dell’assessorato al Lavoro tengono tutto bloccato. Si aspetta.
Da qui la manifestazione di protesta di dopodomani, 23 novembre (appuntamento alle 9 e 30 in via Imperatore Federico, davanti la sede del dipartimento del Lavoro della Regione). A qualche giorno dalla manifestazione arrivano le quattro pallottole all’assessore Miccichè. Così quelli che, tra due giorni, dovranno attaccare l’assessore Miccichè sono costretti, oggi, a dargli la solidarietà. Perché davanti alle pallottole, si sa, non si babbia. Ed è giusto che sia così.
Non solo. L’assessore Miccichè incassa pure la scorta, perché ormai entrato nel giro dei minacciati.
Detto questo, il nostro giudizio su questo governante non cambia: per noi era un assessore regionale rovinoso prima che gli recapitassero le pallottole. E tale rimane anche dopo che ha ricevuto le pallottole.
L’assessore Micciché fa parte, lo ribadiamo, di un Governo regionale rovinoso, che ha calpestato e continua a calpestare lo Statuto siciliano, penalizzando la Regione e i Siciliani. Un Governo che deve andare a casa, a prescindere dalle minacce.
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I lavoratori liberi ex Sportelli Multifunzionali sono solidali con l'assessore Gianluca Miccichè per le minacce ricevute. Questi sono fatti gravi e meschini che ledono la persona e ne limitano la libertà. Condanna senza se e senza ma verso chi agisce con fare mafioso e condanna piena e totale di queste azioni deplorevoli! Il giudizio sull'azione politica inesistenza nei confronti di questa categoria che ha affrontato e continua ad affrontare una lunga e dolorosa vertenza è un fatto che riguarda la sfera politica, la sfera personale è intoccabile e inviolabile. Ovvio che le minacce non mutano il giudizio negativo sull'azione o meglio la non azione dell'assessore nei confronti di questa categoria come auspichiamo non sia un' alibi per continuare la snervante melina
Sulla vita non si puo e non si deve ironizzare ma la politica e quella che e'.
Concordo con la collega Vitale, riporto un aforisma di BERTOLT BRECHT:
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.
.....Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.