Domani gli agricoltori del Mezzogiorno d’Italia che producono grano duro sapranno se il capo del Governo Renzi difende – come ha detto fino a ieri nella sua visita in Sicilia – le ragioni del Sud e dell’agricoltura meridionale o se, invece, difende gli interessi della grande industria della pasta. Il Presidente del Consiglio italiano, che domani sarà a Bruxelles, dovrà prendere una posizione. Intanto i protagonisti di GranoSalus gli hanno inviato una lettera dove illustrano i problemi: prezzi del grano duro italiano e caratteristiche dei grani duri importati nel nostro Paese piani di glifosato e micotossine
Domani, a Bruxelles, verrà definita la regolamentazione dell’etichettatura di grano duro. La notizia la apprendiamo da un comunicato diffuso da GranoSalus, l’associazione che raccoglie tanti agricoltori del Sud Italia che producono grano duro e altrettanti consumatori. A rappresentare l’Italia ci sarà il capo del Governo del nostro Paese, Matteo Renzi. Ed è allo stesso Renzi che i vertici di GranoSalus si rivolgono con una lettera aperta.
“Caro Presidente – si legge nella lettera di GranoSalus – abbiamo appreso che venerdì 18 cm (corrente mese, domani per chi legge ndr) Lei sarà a Bruxelles per definire probabilmente la regolamentazione dell’etichettatura relativa alla pasta di grano duro. Tale prodotto, come ben noto, merita tutta l’attenzione necessaria in quanto una delle massime espressione del nostro made in Italy. Ma ci urge precisarle alcuni elementi necessari affinché si possa parlare definitivamente sia di pasta che di grano duro dal quale si ricava la semola”.
“E’ utile sapere che il grano duro prodotto in Italia, in particolare nel Meridione – si legge sempre nella lettera – bacino naturale di coltivazione da millenni, è quanto di più sano e salutare si possa disporre sul mercato mondiale. Ma tuttavia, per inspiegabili ragioni che probabilmente avrà appreso, questa materia prima, in questa annata agraria, è stata così tanto mortificata in termini di prezzo e di speculazione che si rischia il totale tracollo di migliaia di aziende agricole, benché le quotazioni internazionali siano più alte, come ha testimoniato lo stesso Ministro Martina (Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ndr)”.
Come questo blog scrive dalla scorsa estate, il prezzo del grano duro italiano – che poi per l’80% è prodotto nel Sud Italia, Puglia e Sicilia in testa – è precipitato a 14 Euro al quintale. Un prezzo irrisorio, che non consente agli agricoltori di riprendere le spese. Il prezzo è aumentato nelle ultime settimane, ma non come avrebbe dovuto, perché c’è chi manipola il mercato, come potete leggere qui di seguito:
A questo punto la lettera di GranoSalus A Renzi affronta un tema molto ‘caldo’: la disinformazione che c’è in materia di grano duro:
“Bene – si legge nella lettera – le ragioni di tutto ciò sono da attribuire alla falsa affermazione delle industrie molitorie e pastaie che, da più tempo, definiscono il grano duro nazionale privo di caratteristiche qualitative riferendosi solo al suo scarso contenuto di proteine e, di conseguenza, alla necessità di doversi approvvigionare su mercati esteri, in particolar modo in Canada. Ora, in tutto questo, gli industriali omettono di dire e di informare, soprattutto i consumatori, che tale prodotto di importazione, per quanto riguarda la qualità (tossicologica), davvero si fa desiderare”.
Qui si entra nel campo della salute dei consumatori:
“Tenga presente, Presidente – scrivono i protagonisti di GranoSalus – che siccome la raccolta di tale grano non avviene in estate come da noi, bensì in autunno, in condizioni di umidità estremamente alte, lo stesso contiene elevate dosi di micotossine che i canadesi stessi certificano. E che ieri in Camera di Commercio, a Foggia, paradossalmente, hanno ammesso gli stessi americani durante un seminario organizzato dall’Ente Pubblico per favorire l’immissione di grano straniero in Capitanata”.
Sull’incontro di ieri, presso la Camera di Commercio di Foggia, abbiamo riferito nel seguente articolo:
Sulle contestazioni al convegno di ieri presso la camera di Commercio di Foggia è interessante anche questo video di Teleradioerre.it:
Proteste degli agricoltori alla camera di Commercio di Foggia
Altro tema scottante: la presenza di glifosato (o gliphosate) nel grano duro canadese:
“Inoltre, all’estero, specie in Canada – si legge sempre nella lettera – per accelerare la mietitura si fa ricorso alla disseccazione artificiale delle coltivazioni stesse con uso sistematico di glifosato nei quindici giorni precedenti la raccolta. Come ben saprà tale pratica agronomica è stata vietata nel nostro Paese con il decreto del ministero della Salute dell’ultimo 22 agosto 2016, che ha recepito un regolamento comunitario, quindi i nostri operatori commerciali, paradosso dei paradossi importano un granella che in Italia è vietato produrre”.
Sul glifosato questo blog ha più volte scritto, come i nostri lettori sanno, a cominciare dal seguente articolo:
Interessante anche quest’altro articolo:
“Di conseguenza caro Presidente, venerdì, a Bruxelles – prosegue la lettera – è importante che, ai fini della regolamentazione dell’etichettatura di origine della materia prima, Lei tenga in debito conto che per informare correttamente i consumatori italiani a valutare la qualità del grano duro utilizzato per la produzione di pasta non è sufficiente parlare solo di proteine (tra l’altro l’eccesso delle stesse è nocivo per la salute dei consumatori e soprattutto per i bambini). Le proteine servono solo ad accelerare i tempi di essiccazione della pasta e, dunque, aumentare i profitti delle industrie. Noi le consigliamo, anche alla luce degli impegni che il suo governo ha assunto con il parlamento, di tener conto nell’etichettatura della pasta anche:
delle micotossine, Don e Ocratossina;
dei residui di glifosato ed altri pesticidi;
dei metalli pesanti e radioattivi;
e di altri contaminanti necessari ad un acquisto sano e consapevole da parte dei nostri consumatori”.
Anche il tema del micotossine è stato trattato dal nostro blog, come potete leggere di seguito:
“Caro Presidente – conclude la lettera – noi confidiamo veramente nel successo che otterrà a Bruxelles a favore non solo degli agricoltori, che con speranza aspettano tali regolamentazioni, ma soprattutto per la tutela della salute pubblica, in particolare di quella dei nostri bambini. Sarebbe una prima vera misura di politica economica e sanitaria. Grazie e buon Lavoro”.
P.S.
Domani, insomma, sapremo se il Governo Renzi difende le ragioni dell’agricoltura del Sud Italia o quelle degli industriali della pasta. Sarà nostra cura informare i nostri lettori. Intanto ieri, a Foggia, gli agricoltori hanno dimostrato di non avere l’anello al naso…
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Scusate, ragazzi, ma tutti gli onorevoli parlamentari seduti negli scranni del Parlamento Europeo, magiano soltanto la pasta prodotta nel pastificio di Valledolmo e degli altri 3 pastifici della Puglia e del Molise, gli unici che fanno la pasta con il grano duro del sud Italia, o anche loro mangiano la pasta dei grossi nomi internazionali, ben sapendo che si ammaleranno del morbo di ALZHEIMER o che i loro figli saranno colpiti dalla SLA e i loro corpi saranno pieni di MICOTOSSINE, perchè mangiano e mangiucchiano panini, biscotti, e prodotti simili prodotti da questo grano così detto "duro" che proviene dal Canada?
La Pasta Baronia e Grano Armando usano grano italiano, quindi non solo in Puglia e Molise si produce grano italiano.