All’Ars va in scena la compravendita di voti sotto il segno del Jobs act

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In cambio di voti la vecchia politica siciliana, nella manovra economica e finanziaria del 2017, si appresta a finanziare, sotto il segno del Jobs act, contributi per chi assume a tempo. Voi vi prenderete qualche mese di lavoro (ammesso che mantengano gli impegni), mentre loro – i vecchi politici siciliani – grazie a questo voto di scambio, contano di farsi un altro ‘giro’ di 5 anni al’Ars. Provate a impedirglielo non votandoli più 

di Claus Cahib

Nella legge finanziaria regionale ci sarà una norma che stanzierà  contributi per finanziare le assunzioni a tempo previste nella legge tanto cara a Renzi, uno dei suoi fiori all’occhiello, il Jobs act.

Che cosa è successo? Una cosa che ogni persona di media cultura e di buona intelligenza sapeva da tempo. Che un lavoro drogato, appena finisce la droga, finisce esso stesso. Se io assumo perché mi danno un contributo e non perché io ho realmente bisogno di un lavoratore in più, o meglio, senza che migliorino le condizioni produttive che postulino la reale necessità di più manodopera, appena il contributo cessa, addio lavoratore assistito.

Come volevasi dimostrare, il jobs act di Renzi è demagogia pura, una furbata e niente più .

E così la politica regionale, che quanto a furbizia e demagogia non è inferiore al Pinocchio del Mugello, si sta attrezzando allo stesso modo, tentando di comprarsi  un po’ di elettori che lavoreranno qualche mese in più e in cambio voteranno per i loro” benefattori” che, grazie ai loro voti, vivrebbero per i prossimi 5 anni a 20 mila Euro al mese. Un cambio alla pari, non c’è che dire!

Purtroppo di furbate come queste ne tenteranno tante di qui al giorno delle elezioni regionali del novembre del prossimo anno, tutte concepite per farsi loro un favore.

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