Luciani attacca “il mondo della cultura palermitano, e i compromessi e l’ipocrisia ai quali hanno soggiaciuto taluni esponenti istituzionali, che erano a conoscenza dei fatti e si sono resi complici nel rappresentare in modo inveritiero questa lunga e positiva vicenda”. La replica del presidente della Fondazione Unesco Sicilia: “Il percorso è stato chiaro. Non credo che serva polemizzare su eventi positivi”
Chi ha fatto in modo che Cefalù entrasse a far parte del patrimonio dell’Unesco? Noi pensavamo che il protagonista fosse il professore Gianni Puglisi, docente universitario e numero uno dell’Unesco in Italia. Ma da un comunicato diramato da Luciano Luciani, presidente dell’istituto regionale siciliano ‘Fernando Santi’, apprendiamo che i promotori di questa iniziativa sarebbero stati altri.
La notizia è già stata pubblicata da Cefalunews (la potete leggere qui).
“Finalmente, con le celebrazioni tenute venerdì a Palermo, sabato a Monreale e domenica 30 ottobre a Cefalù – si legge nel comunicato di Luciano Luciani – si è definito l’iter che ha portato al riconoscimento e all’avvio della gestione dei beni costituenti patrimonio dell’umanità riconosciuti dall’Unesco. Ho atteso questo momento per non compromettere l’iter e la gioia dei siciliani per questo importante riconoscimento seriale dei beni storici e architettonici di Palermo, Monreale e Cefalù”.
“Da oggi – aggiunge il presidente dell’istituto ‘Fernando Santi’ – sono finalmente libero di riferire all’autorità giudiziaria gli abusi e i misfatti da taluni sin qui platealmente compiuti, con la sottomissione di gran parte del mondo della cultura palermitano, e i compromessi e l’ipocrisia ai quali hanno soggiaciuto taluni esponenti istituzionali, che erano a conoscenza dei fatti e si sono resi complici nel rappresentare in modo inveritiero questa lunga e positiva vicenda”.
Luciani non fa i nomi degli autori del “misfatti”, ma preferisce parlare di chi ha lavorato con successo per la candidatura di Cefalù tra i luoghi dell’Unesco:
“I veri protagonisti, ancorché quelli che si sono attribuiti i meriti, sono stati la professoressa Maria Andaloro, castelbuonese, formatasi al liceo classico Mandralisca di Cefalù, la quale, con la schedatura dei beni e il dossier, ha assicurato, altresì, un fondamentale contributo alla elaborazione e realizzazione del piano di gestione, l’On.le Tonino Russo, promotore della mozione parlamentare, la compianta On.le Alessandra Siragusa, l’On.le Valentina Aprea, la commissione cultura della Camera dei Deputati, Luciano Schimmenti, fotografo di Polizzi Generosa, realizzatore delle 30 fotografie artistiche costituenti la mostra esclusiva, promossa dall’istituto regionale Siciliano Fernando Santi e Luciano Luciani, in qualità di Presidente del Comitato promotore per la candidatura dei beni storico monumentali arabo normanni di Cefalù, Monreale e Palermo quale patrimonio dell’umanità”.
Dalle parole di Luciani emergerebbe un’altra storia:
“Dopo 25 anni di molteplici tentativi promossi da Palermo e Monreale, ho sollecitato l’inclusione di Cefalù nella mozione poi votata all’unanimità dalla Commissione Cultura, proponendo così un significativo e irripetibile percorso seriale e territoriale”.
Quindi il ringraziamento a chi ha lavorato per Cefalù: ringraziamento che va “ai componenti del Comitato promotore, particolarmente agli esponenti del mondo culturale di Cefalù e a tutti i siciliani, anche quelli all’estero, che hanno contribuito, attraverso convegni e la mostra, realizzati anche all’estero, all’azione di sostegno e diffusione dell’immagine e della cultura siciliana, indispensabile per ottenere questo importante riconoscimento, a seguito di un’attività sviluppata lungo un periodo compreso tra l’anno 2009 e il 2016”.
Abbiamo interpellato il professore Aurelio Angelini, docente presso l’Università di Palermo e presidente della Fondazione Unesco Sicilia.
“Il percorso è stato chiaro -. ci dice il professore Angelini -. La candidatura è stata predisposta e presentata dalla Regione siciliana e dalla Fondazione Unesco. Importante è stato il ruolo svolto dal ministero dei Beni culturali. E, naturalmente, dalla Commissione nazionale italiana Unesco presieduta dal professore Gianni Puglisi. Ribadisco: un percorso chiaro. Non credo che serva polemizzare anche su eventi positivi”.
Foto tratta da settemuse.it