La ‘lite’ tra il nostro capo del Governo e l’Unione Europea – peraltro oscurata dalla vittoria di Trump – sembra solo una sceneggiata per provare a convincere gl’italiani a votare sì al referendum del 4 dicembre. Ma anche quest’operazione è destinata a naufragare. Infatti, Renzi, dopo aver raccontato bugie su bugie e non aver mantenuto gli impegni assunti, non è più credibile
Matteo Renzi non è molto fortunato. Qualche settimana prima delle elezioni americane aveva iniziato una finta polemica con l’Unione Europea: “Vogliamo questo, vogliamo quello, vogliamo i soldi per i migranti, vogliamo i soldi per il terremoto, vogliamo i soldi per le scuole” e via continuando con l’erba voglio. Il gioco sembrava fatto: la Clinton – forte dei sondaggi – avrebbe vinto e lui – che era andato ad abbracciare Obama negli Stati Uniti – con la vittoria dei Democratici si sarebbe presentato a Bruxelles per ottenere almeno una parte delle richieste.
Invece è andato tutto a carte quarantotto. I sondaggi – che come tutti ormai sappiamo non sono sondaggi, ma maldestri tentativi di orientare il voto (tipo che nel referendum del 4 dicembre prossimo i Sì e i No sono quasi alla pari, magari con un leggero vantaggio dei No, ma si può recuperare bla bla) – non hanno sortito l’effetto sperato, perché gli americani hanno votato quello che volevano e non come avrebbero voluto i ‘sondaggisti’. La Clinton, come si dice dalle nostre parti, è stata ‘inchiummata di brutto’. E Matteo – che si era fatto fotografare con Obama – ora deve acquistare un’improbabile credibilità anche negli USA.
Già ha rilasciato dichiarazioni plaudendo al nuovo Presidente Trump. Ma una domanda è d’obbligo: se Renzi è considerato in Italia un conta-palle – ovvero uno che racconta sempre bugie – come può pensare che gli creano in America? E come può pensare che gl’italiani si bevano la sua polemica con il presidente della Commissione Europea, Juncker?
Tutti ricordiamo quando i massoni dell’Unione Europea dell’Euro, dopo avere lasciato i greci tra disoccupazione, disperazione e persino mancanza di medicinali, si sono presentati a chiedere il conto a Tsipras. Il leader della sinistra della Grecia – come tutti noi ricordiamo – ha provato a tenere testa ai massoni della UE e anche alla Troika.
Ma come tutti noi ricordiamo, il primo a schierarsi con la Troika e con l’Unione Europea dell’Euro è stato proprio Renzi. Così la Grecia, con i suoi 300 miliardi di Euro circa di debiti è stata ulteriormente massacrata, tanto che gli stessi greci, oggi, non sembrano entusiasti di Tsipras e del suo Governo.
Oggi la Grecia è in grandissima difficoltà: basti pensare che 500 mila giovani greci hanno lasciato il prorpio Paese, come potete leggere in questo reportage:
Ora Renzi – che non ha avuto alcuna pietà per le difficoltà della Grecia – attacca, o finge di attaccare, l’Unione Europa. Chiedendo, alla fine, quello che chiedeva la Grecia, ma che alla Grecia non è stato concesso: con lo stesso Renzi che plaudiva alla severità con gli ellenici che non rispettavano i “parametri” della grande Unione Europea dell’Euro.
Che dire? Che, con molta probabilità, la ‘guerra’ di Renzi alla UE è una sceneggiata grazie alla quale il nostro capo del Governo otterrà qualche concessione nella speranza che gl’italiani votino sì al referendum del 4 dicembre.
Renzi, come gli capita spesso, pensa di essere il più intelligente di tutti. Come se gl’italiani non avessero compreso che le ‘riforme’ costituzionali – che dovrebbero ridurre al lumicino gli spazi di democrazia nel nostro Paese – sono volute proprio da quai potentati europei con i quali, oggi, il capo del Governo del nostro paese finge di litigare.
La verità è che Renzi non sa più a quale Santo rivolgersi per far votare sì agl’italiani…
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caro Renzi, nonno buonanima in questo caso ti avrebbe detto :" è n'utili ca ta lisci e fa cannola tantu lu santo e di marmu e non suda"