Difficile, nella storia dell’Autonomia siciliana, trovare un disegno di legge più vergognosamente ‘ascaro’ di quello che oggi è approdato presso la commissione Bilancio e Finanze dell’Ars. Di fatto, a prescindere dalla riscrittura truffaldine di alcuni passaggi delle norme di attuazione sull’articolo 36, leggtendo questo documento ci accorgiamo che su IRPEF, IRAP e IVA della Sicilia il Governo Renzi trattiene ciò che vuole e ci restituisce ciò che ritiene opportuno. Il tutto con una presidenza dell’Ars che avalla questa vergogna. In questa disamina troverete anche tutte le clientele che rappresentano la degenerazione della politica in suk. A cominciare da fondi tolti alla sanità per pagare la SAS
Abbiamo letto il disegno di legge di assestamento di Bilancio 2016 che oggi inizia il proprio iter nella commissione Bilancio e Finanze dell’Assemblea regionale siciliana. E ne abbiamo dedotto, tanto per cominciare, che non si tratta di un semplice assestamento di Bilancio, ma di un disegno di legge omnibus dove il Governo regionale ha ‘infilato’ argomenti che nulla hanno a che spartire con le questioni di contabilità. Si tratta, in alcuni casi, di argomenti che andrebbero trattati con disegni di legge appositi. L’esempio eclatante è rappresentato dalla normativa che regola gli appalti e le forniture che, per la complessità – e per gli interessi che va a toccare – dovrebbe essere trattata con grande attenzione dal Legislatore, e non certo nel mezzo di una legge omnibus!
Ma i problemi non sono solo questi. Quello che in questo disegno di legge non funziona è l’impostazione generale. Siamo davanti, infatti, a un disegno di legge che fa dell’ascarismo dell’attuale Governo regionale e della maggioranza che lo sostiene il filo conduttore.
Per dirla in breve, succede quanto segue. Il Governo nazionale di Matteo Renzi – quello che ci vorrebbe far votare la sua pessima riforma della Costituzione – calpestando lo Statuto della Sicilia, si tiene una quota consistente delle entrate: IRAP, IRPEF, IVA. Dopo di che ne restituisce una parte, stabilendo unilateralmente quanto tenersi, quando restituire una minima parte di tali risorse finanziarie e come restituirle.
L’aspetto vergognoso di questo disegno di legge preparato dagli uffici dell’assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei – l’uomo imposto da Renzi al Governo di Rosario Crocetta – è che non è stato dichiarato irricevibile dalla presidenza dell’Ars, che è ormai prona agli interesso romani.
Passi che il Ragioniere generale prenda ordini da Roma tramite l’assessore-commissario Baccei. Ma che il Parlamento siciliano accetti un’impostazione dell’assestamento di Bilancio imposto da Roma è semplicemente incredibile.
Se l’Ars avesse un presidente degno di tale nome questo disegno di legge sarebbe stato rinviato al mittente.
Un altro aspetto ultra-vergognoso di tale manovra è il finanziamento giusto-giusto per i precari dei Comuni e delle ex Province. Si tratta di personale che è destinato a restare precario a vita e che vene tenuto in vita dall’attuale politica perché si tratta di 16-17 mila persone (fino allo scorso anno se ne pagavano almeno 10 mila in più che nessuno ha capito che fine abbiano fatto) che dovranno votare per mantenere l’attuale politica.
Si tratta di una parte del blocco di circa 800 mila soggetti (forse un po’ ridotto dalle ristrettezze economiche del momento) di cui questo blog ha parlato spesso, come potete leggere in questo articolo: Il rilancio della Sicilia passa per la sconfitta del blocco di 800mila soggetti legati alla spesa pubblica.
Vediamo, adesso, di entrare nel dettaglio.
Precisando che, tutto sommato, la relazione che accompagna questa disegno di legge omnibus – chiamato impropriamente legge di assestamento di Bilancio (che, lo ricordiamo, è un disegno di legge tecnico) – redatto dal Ragioniere generale della Regione, Salvatore Sammartano, in alcune parti è comprensibile, mentre in altre è oscuro.
Nella parte iniziale del disegno di legge si fa riferimento al riaccertamento dei residui attivi operato nel 2015 dagli uffici dell’assessorato regionale all’Economia, previsto dal decreto nazionale n. 118 del 2011.
Su questo punto noi non la pensiamo come il Ragioniere generale e il suo ufficio. Gli uffici della Regione, su input dell’assessore-commissario, il già citato Baccei, hanno cancellato dal Bilancio regionale 10 miliardi di residui attivi, cioè 10 miliardi di crediti che la Regione vantava verso terzi.
La legge – il già citato decreto 118 del 29011 – dice che, prima della cancellazione, va accertata l’inesigibilità di tali crediti. Gli uffici dell’assessorato regionale all’Economia dicono di aver accertato l’inesigibilità di questi 10 miliardi di crediti della Regione.
A noi, invece, risulta che una parte di questi crediti erano esigibili e che sono stati classificati come non esigibili: forse perché alcuni di questi crediti la Regione li vantava nei confronti dello Stato?
I nostri dubbi rimangono e li abbiamo espressi nei seguenti articoli:
Corte dei Conti Sicilia: 6.9 miliardi di crediti cancellati, un macigno sui Siciliani
Ars, i grillini scoprono che la cancellazione dei crediti era sbagliata
Perché ricordiamo tutto questo? Perché nel disegno di legge si ricorda, anche se con linguaggio da addetti ai lavori, che i crediti che la Regione ha cancellato li pagheranno i Siciliani con pesantissime rate di mutui!
Senza saperlo – molti Siciliani, comprese le generazione future – pagheranno a ‘rate’ i crediti nei confronti di terzi che il Parlamento siciliano ha azzerato
Scorrendo la lista delle entrate della Regione apprendiamo un fatto che è veramente una ‘Notizia’ con la Enne maiuscola: e cioè che dopo quasi 18 anni, bontà del liquidatore, si sono concluse le liquidazioni dell’Ente Minerario Siciliano (EMS) e dell’Ente Siciliano per la Promozione Industriale (ESPI). Da quello che abbiamo capito, da queste liquidazioni, la Regione dovrebbe incassare, tra il 2016 e il 2018, circa 11 milioni di Euro. Nulla rispetto a quanto sono costati, nei decenni passati questi due enti economici della Regione (parliamo di migliaia e migliaia di miliardi di vecchie lire).
Altri 8 milioni e 800 mila Euro la Regione conta di recuperarli dai Comuni ai quali ha anticipato le somme per il pagamento dei debiti contratti dagli stessi Comuni verso gli ATO rifiuti. In questo caso si tratta di chiacchiere, perché i Comuni siciliani sono quasi tutti con i bilanci in ‘rosso’, sia per i tagli di Stato e Regione, sia per la follia delle discariche, gestite per lo più dai privati su indicazione della stessa Regione. Insomma, sono somme che la Regione non recupererà, almeno quest’anno.
Una parte importante della manovra si occupa delle entrate tributarie. Sono entrate che lo Stato – in parte, come già ricordato, calpestando lo Statuto – ha trattenuto e che, adesso, in parte (in minima parte, a dir la verità), sta restituendo.
E’ con la restituzione di tali somme, da parte dello Stato – circa 220 milioni di Euro – che l’assestamento di Bilancio è stato trasformato in un disegno di legge omnibus.
Spulciando la manovra scopriamo che la Regione erogherà oltre 8 milioni e 300 mila Euro a Trenitalia per il ‘bel’ servizio che offre alla Sicilia e ai turisti che arrivano nella nostra disastrata Isola (articolo 7).
L’articolo 8 si occupa dell’assistenza ai disabili. Funzione esercitata dalle ex Province e passata alle Città metropolitane e ai Consorzi di Comuni. Per il primo quadrimestre dell’anno scolastico 2016-2017 lo stanziamento ammonta a 4,5 milioni di Euro. Per il 2017-2018 lo stanziamento è pari a circa 20 milioni di Euro.
L’articolo 9 del disegno di legge si occupa dei ‘buchi’ finanziari delle ex Province. E’ un articolo di legge pieno di omissioni. Parole che non spiegano, ma anzi nascondono, quello che è avvenuto negli ultimi tre anni a queste istituzioni. Non si parla di una ridicola riforma varata a più riprese dall’Ars. E, soprattutto, non c’è il minimo accenno alla Rc Auto – circa 220 milioni di Euro – che lo Stato ha deciso di scippare alla Regione. Una vergogna degna, del resto, di quella parte del Parlamento siciliano che approverà questa legge.
Ribadiamo: questa è la parte del disegno di legge che è un concentrato di omertà e di sottomissione della Regione ai voleri romani. Si parla delle difficoltà in cui si dibattono le ex Province, specialmente quella di Siracusa (che non paga gli stipendi ai dipendenti e sta dichiarando il dissesto), di Ragusa (che ha sospeso l’assistenza ai disabili: ma nessuno si rivolge alla magistratura?) e ad Enna (che non paga più i precari).
Alla fine di questo valzer delle omissioni (gli uffici si guardano bene dal’indicare i responsabili di questo sfascio: ovvero il Governo Renzi e lo stesso Governo regionale), scopriamo che lo stanziamento è pari a 18 milioni di Euro: cifra assolutamente insufficiente per le nove ex Province!
A questi si aggiungono 3,4 milioni di Euro per pagare i precari delle stesse ex Province.
L’articolo 10 si occupa dei precari dei Comuni, stanziando i soldi giusti giusti per tenerli al laccio, affinché possano restare ‘schiavi’ dell’attuale politica.
Molto importante l’articolo 11 della manovra. Riguarda l’Obbligo formativo. Sono gli interventi – gestiti storicamente dagli enti di formazione professionale d’ispirazione cattolica – che riguardano gli studenti siciliani che abbandonano la scuola dell’obbligo e che vengono formati da questi centri. Per l’anno scolastico 2016-2017 ci sono già circa 14 mila studenti che aspettano.
Per la formazione di questi ragazzi (completamento della scuola dell’obbligo e corsi di formazione per inserirli nel mondo del lavoro) la Regione utilizza fondi nazionali e, soprattutto, fondi europei.
Il fatto di avere inserito questo articolo di legge nell’assestamento di Bilancio – argomento che, per l’appunto, non ha nulla a che spartire con le questioni di contabilità – significa forse che, anche per il 2017, il Governo di Rosario Crocetta non ha alcuna intenzione di far partire, se non i corsi di formazione professionale, magari buona parte dei corsi di formazione professionale? Il dubbio rimane.
L’articolo 12 riguarda il rifinanziamento delle leggi di spesa. E qui c’è da divertirsi.
Ci sono i fondi per l’università Kore di Enna (le somme non sono specificate nella relazione introduttiva e nemmeno nell’articolato: dovrebbero essere nelle tabelle che non riusciamo a leggere: ma dovrebbe trattarsi di un milione di Euro: detto questo, trattandosi di soldi pubblici, gli uffici dell’assessorato potrebbero fare uno ‘sforzo’ scrivendo la cifra, senza bisogno di nasconderla); ci sono anche i fondi per il Brass Goup (dovrebbero essere 300 mila Euro).
Poi arrivano altri finanziamenti: per il Consorzio agrario di Palermo (150 mila Euro);
per la SAS (una società regionale che ha assunto oltre 2 mila persone senza concorso): circa 900 mila Euro;
poi 12 milioni e 400 mila Euro per l‘IRSAP, un ‘carrozzone’ che ha preso il posto dei vecchi Consorzi per le Aree di sviluppo industriale: solo che invece di ‘industrializzare’ la Sicilia è diventato famoso per avere assegnato centinaia di consulenze legali;
quindi un milione e 780 mila Euro agli enti che gestiscono le Riserve naturali della Sicilia (anche in questo caso c’è molto da dire, se è vero che uno di questo soggetti, a Torre Salsa, in provincia di Agrigento, aveva ‘autorizzato’ la realizzazione di un Resort a una società austriaca al confine dell’omonima Riserva naturale: e meno male che sono ambientalisti…);
un milione e 136 mila Euro per gli ex PIP di Palermo (si tratta di una delel tante sigle di precari);
un milione e 200 mila Euro per i malati di talessemia;
un milione e 870 mila Euro per i l’ESA: altri personale precario (ma l’ESA non doveva scomparire?);
un milione di Euro circa per la formazione degli assistenti sociali (scusate: ma chi gestisce questo affare? possibile che in una legge non si specifica nelle tasche di chi finisce un milione di Euro per un’attività formativa che potrebbe essere svolta alla luce del sole con la normale Formazione professionale?);
quindi 3 milioni e 300 mila Euro circa per il reddito minimo d’inserimento in alcuni Comuni; ciò posto: perché tale agevolazione per i disoccupati in alcuni Comuni della Sicilia sì e in altri no? chi ha stabilito che ad alcuni disoccupati debba essere corrisposto tale reddito e ad altri no? ma che modo di legiferare è questo? forse ciò succede perché non c’è più l’Ufficio del Commissario dello Stato e se una clientela di questa portata – in prossimità di due campagna elettorali (elezioni regionali de prossimo anno ed elezioni politiche nazionali del 2018) – si ‘pattia’ con il Governo nazionale si sfugge all’impugnativa? tutto questo non è vergognoso?
semplicemente incredibile il comma 13 di questo articolo 12:
“si autorizzala spesa di 120 migliaia di euro sul capitolo 14652l “spese per il funzionamento e le attivita’ svolte in conformita’ di programmi annuali, dalle sezioni specializzate aventi sede presso le universita’ aderenti alla unita’ polivalente di sperimentazione e ricerca applicata e dalle sezioni operative per I’assistenza tecnica e le attività promozionali”; cos’è un pensierino per ‘qualcuno”
ecco 44 mila Euro per il “Fondo destinato allo sviluppo della propaganda di prodotti siciliani”, soldi destinato alla ‘SPRINT’, lo sportello dell’assessorato regionale alle Attività produttive;
il comma 15 è una supervergogna: si stanziano 250 mila Euro per “l’utilizzo in posizione di comando, presso I’Ufficio Legislativo e Legale della Regione, di personale appartenente ad enti pubblici anche economici nonché ad amministrazioni ed enti soggetti a controllo e/o vigilanza della Regione o dello Stato con uffici in Sicilia e ad uffici statali, nella misura di nella misura di 5 unità per ufficio, di cui un dirigente e quattro funzionari con specifiche competenze nelle materie trattate dal dipartimento [n particolare, si tratta di figure professionali delle quali sussiste una grave carenza nei ruoli della Regione siciliana e la previsione di utilízzo oltre il 2016 è necessaria tenendo conto dei tempi occorrenti per I’espletamento delle eventuali procedure concorsuali”; cosa ci vogliono fare credere? che negli uffici della regione non ci sono laureati in Giurisprudenza per svolgere tali mansioni?
per i commi 16 e 17 non viene nemmeno indicato l’ammontare; leggiamo insieme questa clientela:
“Sono incrementate le autorizzazioni di spesa previste dalla legge finanziaria 2016 per i capitoli 104519 Spese per la partecipazione della Regione siciliana all’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d’Europa; e 104520 Spese per l’adesione e la partecipazione della Regione siciliana alle organizzazioni internazionali di enti locali che svolgono attività consultiva nei confronti della Comunità Europea i cui stanziamenti iniziali di bilancio sono risultati insufficienti rispetto alle quote associative dovute”; come potete notare, chissà da quanti anni chi scrive queste leggi fa copie e incolla, se è vero che la “Comunità Europea”, già qualche anno, è stata sostituita dall’Unità Europea…
E non avete letto il comma 18: ecco a voi un esempio ‘limpido’ di lingua italiana comprensibile a tutti:
“La disposizione contenuta nel comma 18 è finalizzata ad implementare le risorse finanziarie recate dal capitolo 442545 necessarie per il funzionamento della Commissione tecnica di cui ai commi 1 e 2 dell’articolo 91 della legge regionale 7 maggio 2015, n.9, attingendo dalle economie certe del capitolo 108169 scaturenti dal fatto che le previste proroghe dei contratti di lavoro, di cui all’accordo transattivo sottoscritto nel mese di settembre 2013 dei soggetti di cui all’articolo 5, comma 1, della legge regionale 9 maggio 2012, n.26 e s.m.i. e dell’articolo I della legge regionale 5 dicembre 2013, n.22, a tutto il mese di settembre non sono state perfezionate”.
Non si capisce di quale “Commissione” si tratti e non viene indicata la cifra stanziata: l’unica cosa certa è che qualcuno intascherà una certa cifra: la ‘trasparenza’, prima di tutto…
Anche per i commi 19 e 20 dell’articolo 12 altri piccioli ‘mansi’ senza specificare l’ammontare:
“Con i comma 19 e 20 sono incrementate le autorizzazioni di spesa previste dalla legge finanziaria 2016 per i capitoli 104519 “Spese per la partecipazione della Regione siciliana all’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d’Europa. e 105701. Contributo a favore del Centro interregionale di studi e documentazione (CINSEDO), con sede in Roma, quale quota di partecipazione della Regione siciliana per consentire il pagamento delle quote annuali di partecipazione della Regione relative agli anni 2013 e 2014”.
Per la seconda volta c’è uno stanziamento sconosciuto in favore dell’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d’Europa.
Al comma 21 l’ammontare viene invece specificato: sono 2 milioni di Euro: “Somma da versare all’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) per I’attuazione dei compiti istituzionali e per gli investimenti”: parliamo sempre dell’Ente che avrebbe dovuto essere abolito.
Quindi 2 milioni di Euro per le IPAB (Opere Pie).
Poi il comma 23, con il quale “si autorizza l’ulteriore spesa di 75 migliaia di euro sul capitolo 550801 – Contributi da concedere a termini degli artt. 3, 4 e 5 della legge 25 luglio 1952, n.991” (dovrebbero essere le Comunità montane che in Sicilia, però, sono state cancellate…).
Comma 24: come regalare 400 mila Euro a un pugno di amici: “si autorizza l’uIteriore spesa di 400 migliaia di Euro sul capitolo 47254 Spese dirette ad incrementare il movimento turistico verso la regione ed il turismo interno”. Non è incredibile?
Poi 400 mila Euro per l’autodromo di Pergusa.
A questi si aggiungono altri tre o quattro finanziamenti dei quali non si conoscono gli importi, né i soggetti che dovrebbero intascarli: olè!
Non potevano mancare i debiti fuori Bilancio. Già l’Ars ha approvato la prima tornata da 136 milioni di Euro, come potete leggere qui:
Ora sono in arrivo altri 100 milioni di debiti fuori Bilancio, come potete leggere qui:
Parliamo dell’articolo 13. Ecco 27 milioni di 400 mila Euro per i “Comuni di Agira, Marsala e Ustica nonché dell’Azienda Servizi Municipalizzati di Taormina (A.S.M.) e dell’Azienda Trasporti di Messina (A.T.M.)”. Parliamo di trasporti: e non si capisce perché questi fondi non debbano essere erogati con la prossima legge regionale di Bilancio: forse c’è qualcuno che ha fretta? Si tratta della quarta trimestralità del 2014: nel 2015 non sono stati effettuati i pagamento per non violare il pattyo di stabilità. Domanda: i debiti fuori bilancio della Regione servono per aggirare il patto di stabilità? E’ questa la tesi della ragioneria generale della Regione?
Poi ci sono 7 milioni e 800 mila Euro per l’Azienda Metropolitana Trasporti Catania: e qui perché la fretta di pagare entro la fine dell’anno?
Il bello, però, arriva con il comma 4:
“A seguito di giudicato sfavorevole per I’amministrazione regionale, si rende necessario, per effetto della sentenza pronunziata nell’ambito del Giudizio di ottemperarua, rcgolarizzare il trasferimento all’IRCAC della somma di Euro 7.621.053,39, relativo al contributo riconosciuto alla cooperativa [r Muse di Vittoria (RG) per il completamento delle opere ed in particolare il ripristino, la ripanzione, la demolizione e ricostruzione, nonché quanto altro da realizzare del complesso alberghiero della cooperativa. Il trasferimento è effettuato al netto delle somme ancora nelle disponibilita dell’istituto medesimo pari a circa 2 milioni. Parte delle somme saranno erogate con I’obbligo della restituzione a mezzo mutuo a tasso agevolato al bilancio della Regione”.
Così, tanto per capire: l’IRCAC contrae un debito e la regione paga, addirittura con un debito fuori Bilancio? Ma questi dicono vero o scherzano?
Nell’articolo 14 di parla di “assistenza da parte di IFEL, in favore delle Autonomie locali (come, peraltro, awenuto per gli Enti locali delle Regioni a Statuto ordinario) – il percorso per la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard degli Enti locali siciliani”. L’unica cosa che si capisce è che si erogheranno soldi all’ANCI Sicilia: ma non si specifica quanto.
Articolo 15: su input del Governo nazionale, alla faccia dello Statuto, che affida alla Regione l’organizzazione dei servizi sanitari, l’assessorato alla Salute ha sbaraccato i Punti nascita delle “isole minori”, che forse sarebbe meglio chiamare arcipelaghi siciliani.
“Con questo articolo si pagano alle donne che vivono in queste isole e che si recano altrove per partorire: l’iniziativa in esame nasce dall’esigenza di assicurare un contributo economico alle gestanti residenti nelle isole minori del territorio della Regione siciliana, che partoriscono fuori dalle medesime isole e che affrontano disagi e sacrifici economici. Il contributo è riconosciuto nella misura di tremila Euro a parto a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge ed è erogato secondo le modalità e le procedure che saranno stabilite con decreto dell’assessore regionale per la salute da emanarsi entro gg. 30 dalla data della pubblicazione della norma. La copertura frnanziaria è stata stimata su 300 nascite annuali, sulla base della rilevazione del numero dei nati in Sicilia residenti nelle isole nel triennio 2013-2015, variabile dai 241 e 276 nati”.
L’articolo 16 è un capolavoro di ascarismo e di clientelismo:
“Com’è noto, il prossimo G7 si terrà, nel maggio 2017, presso la città di Taormina (ME). Trattasi di un evento che porrà I’attenzione di tutti i media mondiali sulla Sicilia, rappresentando conseguentemente un’occasione unica per promuoverne l’immagine attraverso le bellezze storiche, monumentali e artistiche nonché attraverso le eccellenze produttive. Per tale finalità il presente articolo autorizza sin da adesso, considerati i tempi ristretti, nell’esercizio finanziario 2017, la spesa di 1250 migliaia di euro (legegre un milione e 250 mila Euro ndr) per la realizzazione, in coincidenza con il periodo in cui si svolgerà il G7, di una manifestazione denominata Siciliy-G7-Expo da articolarsi in una grande esposizione delle eccellenze della Sicilia e dell’area del Mediterraneo, con particolare riferimento ai beni culturali, turistici e ambientali, al nodo tecnologico e ai prodotti di eccellenza dell’agricoltura e dell’agroalimentare e che vedrà quindi il coinvolgimento di diversi rami dell’amministrazione regionale”.
In occasione del G7 la Regione organizza, supponiamo con i soliti quattro amici, senza evidenza pubblica, una fiera di paese per promuovere la Sicilia in Sicilia: ma non si vergognano a buttare il denaro pubblico così?
L’articolo 17 riguarda l’Associazione regionale allevatori. E’ un organismo che prima il Governo di rafafele Lombardo e, adesso, il Governo di Rosario Crocetta hanno quasi distrutto. Gli uffici dell’assessorato all’Economia impiegano quasi una pagina per dire che, forse, verrà sostenuta con le risorse del Piano di Sviluppo rurale 2014-2020.
L’articolo 18 non ha nulla a che spartire con l’assestamento di Bilancio: si parla del trasporto pubblico su gomma che, a partire dal 2019, dovrà essere messo a bando. tema serio, in una Regione dove le autolinee private, da decenni, fanno il bello e il cattivo tempo. Ma, ribadiamo: che c’entra con l’assestamento di Bilancio?
Articolo 19: lo schedario vitivinicolo. Stesa musica: che c’entra con l’assestamento di Bilancio?
Articolo 20: finanziamento regionale per demolire gli immobili abusivi. Leggiamo in un passaggio:
“…prevede un meccanismo per agevolare la nmozione o la demolizione, da parte dei comuni, di opere ed immobili realizzati nelle aree del Paese classificate a rischio idrogeologico elevato o molto elevato ovvero esposti a rischio idrogeologico, in assenza o in totale difformità del permesso di costruire”. E le abitazioni realizzate in riva al mase, in barba alla legge – tipo Licata – che fa, le teniamo in piedi?
Articolo 21: un milione e 700 mila Euro per tenere al laccio i precari (supponiamo dei Comuni: ma non è specificato) in vista delle prossime campagne elettorali.
Articolo 23: contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione. Cosa c’entra tale questione – peraltro delicatissima, visto che parliamo di un settore dove sguazzano i mafiosi – con l’assestamento di Bilancio? Forse bisogna fare un favore ai picciotti in filando nella confusione norme ‘ammaestrate’?
L’articolo 24 è una sommatoria informe di argomenti uno diverso dall’altro.
Il comma 1 riguarda Taormina Arte, che versa in difficili condizioni economiche e finanziarie; con tutta la buona volontà non abbiamo capito quanti soldi la regione intenda ‘cacciare’.
Il comma 2 si occupa di cultura “senza oneri a carico del Bilancio regionale”: e i soldi per le mostre e le manifestazioni di cui si parla da dove dovrebbero spuntare?
Il comma 3 si occupa di come convincere gli automobilisti siciliani a pagare la tassa automobilistica. Soldi che poi regaleremo al Governo Renzi come i 220 milioni di Euro della RC Auto rubate alle ex Province siciliane?
Il comma 4 è una vergogna contestata dalla Corte dei Conti:
“Con la disposizione contenuta nel Comma 4 si intende estendere la disposizione di cui alla di cui all’articolo 8, comma I della legge regionale 13 gennaio 2015, n.3 e nello specifico gravare gli oneri discendenti dai contratti di servizio sottoscritti tra gli Enti Pubblici del Servizio Sanitario Regionale e la Società Consortile per Azioni Servizi Ausiliari Sicilia sul Fondo Sanitario Regionale, anche agli esercizi successivi a|2016″.
In pratica, con i soldi del Servizio sanitario regionale, mentre mancano i posti letto negli ospedali e mentre i Pronto Soccorso sono nel caos, si va a pagare lo stipendio agli oltre 2 mila dipendenti della SAS, una società regionale dove le assunzioni sono state fatte senza concorso. Una vergogna della vergogna della vergogna.
I commi 5 e 6, se non abbiamo capito male, puntano ad evitare che le Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina si prendano i fondi stanziati per i Comuni con oltre 30 mila abitanti che ricadono nelle rispettive province. Sarà così? Anche questo non ci sembra un argomento da assestamento di Bilancio.
Il comma 7 si occupa dell’Housing sociale”. Si tratta di un Fondo Immobiliare chiuso, riservato a investitori qualificati, per la realizzazione di interventi di edilizia sociale e riqualificazione urbana di aree degradate. E’ una storia complicata che non ci sembra possa essere affrontata con l’assestamento di Bilancio.
Il comma 9 è semplicemente ridicolo: fa riferimento al ‘Patto scellerato’ atto II siglato da Crocetta e Renzi nel Giugno scorso. Un ‘Patto’ che, grazie all’ascarismo della maggioranza di centrosinistra dell’Ars, è stato consacrato nella parziale riscrittura delle norme di attuazione relative all’articolo 36. In base a tale articolo la Regione si ‘impegna’ a regalare allo Stato 3 miliardi di Euro di entrate che lo Statuto assegna alla Regione. L’ennesima vergogna di Crocetta e del PD.
In cambio di questa ‘ascarata’ lo Stato riconosce alla Regione un miliardo e 400 milioni di Euro: la stessa somma che Roma si trattiene per il risanamento dei conti pubblici. Una farsa!
Si chiude con 2 milioni e 500 mila Euro per l’AST, Azienda Siciliana Trasporti.