Una circolare- che pubblichiamo- dei due rettori impedisce agli studenti di organizzare liberamente i dibattiti referendari. Vogliono garantire l’indipendenza dell’ateneo, dopo avere ospitato la ministra Boschi e Renzi? Sarà un caso che sono entrambi vicini al PD? Le proteste dei Comitati per il No
Sarà un caso. Ma nelle università siciliane di Palermo e Catania, entrambe guidate da rettori riconducibili all’area del PD, gli studenti, in vista del referendum costituzionale del 4 Dicembre, sono sottoposti a quella che potremmo definire una sorta di libertà vigilata.
Ci riferiamo alla ‘circolare’ inviata nei giorni scorsi da Fabrizio Micari e Giacomo Pignataro ai direttori dei dipartimenti e alla consulta degli studenti con la quale si avvisa che, in merito alla richiesta di concessione di spazi per dibattiti e iniziative, “nessun evento sarà autorizzato salvo nei casi in cui venga garantito il contraddittorio e la piena equidistanza delle diverse posizioni politiche con la presenza di tecnici ed esperti della materia”.
Una circolare che sta suscitando non pochi malumori perché considerata una vera e propria limitazione della libertà degli studenti che reclamano il loro diritto ad organizzarsi come meglio ritengono e che non credono affatto all’obiettivo dichiarato dai due rettori, ovvero, “garantire la totale indipendenza dell’Ateneo”.
E se non ci credono, hanno le loro ragioni. Innanzitutto, come già ricordato, entrambi sono considerati vicini al PD. Il rettore di Palermo, Fabrizio Micari, come ci ha raccontato Emanuele Lauria in questo articolo su Repubblica, per la sua elezione è stato palesemente sostenuto dai renziani (“i maggiori esponenti del PD tifano esplicitamente per lui”), e, quindi, dai sostenitori del Si al referendum, come il professor, Giuseppe Verde, firmatario del manifesto per il Sì.
Come se non bastasse, la sua controversa decisione di invitare Matteo Renzi, in piena campagna elettorale, per l’inaugurazione dell’anno accademico della ‘sua’ università lo scorso 22 Ottobre, potrebbe servire a dimostrare che, in fondo, questo desiderio di garantire l’indipendenza dell’ateneo non è così forte dentro di lui, o, quantomeno, che la coerenza è un concetto ancora in fase di elaborazione dalle parti di Palazzo Steri.
Simili considerazioni vengono sussurrate per il rettore di Catania, Giacomo Pignataro, che, per inciso, dovrebbe guidare quell’ateneo ancora per poco, poiché il CGA ha stabilito l’azzeramento di tutti i vertici dell’università catanese. Oltre ad essere il fratello dell’ex sindaco PD di Caltagirone (Franco Pignataro), è notoriamente vicino ad ambienti di quel partito. E, anche lui, ha dato ‘prova’ del suo attaccamento all’indipendenza dell’ateneo con un episodio finito su tutti i media. Ovvero, quando lo scorso Maggio, proprio per mantenersi ‘neutrale’, non solo ha ospitato la madrina della riforma Maria Elena Boschi, ma anche zittito pesantemente un giovane studente che aveva osato tenerle testa. Imparziale e indipendente, non c’è che dire.
Alla luce di questi ‘particolari’, le circolari- sotto pubblichiamo quella di Catania, simile quella di Palermo- risultano particolarmente indigeste, soprattutto, agli studenti che sostengono il NO. Perché se è vero che riguardano entrambe le posizioni, è anche vero che le due università hanno già dato ampio spazio al SI con incontri istituzionali, infischiandosene della neutralità, e lo stesso non hanno fatto per il No. Non gli sarà neanche sfuggito che, in questo momento, ad essere più attivi e quindi più temuti, sono i ragazzi contrari alla riforma.
In generale, poi, dire come ha fatto Micari che nelle università non si fa politica risulta alquanto incomprensibile perché da sempre le università sono fucina della politica.
Nel panorama siciliano si salva Messina, dove il rettore, Pietro Navarra, sta garantendo libertà di espressione totale ad entrambi gli schieramenti che potranno discutere di quello che vogliono e invitare chi ritengono opportuno invitare. Così come gli studenti sono liberi di partecipare o meno.
Non sono mancati tentativi di quella che viene percepita come censura anche in altre università, come all’Orientale di Napoli, dove la rettrice ha provato a bloccare una iniziativa per il NO. Tentativo abortito, grazie alla protesta degli studenti. Storie simili si sono registrate in altre università italiane, (Torino, Bologna) e, anche questo sarà un caso, sempre contro dibattiti a sostegno del No (nessun problema invece ad ospitare la ministra Boschi che gira per atenei dallo scorso Gennaio).
Anche i ragazzi di Palermo, comunque, hanno manifestato ufficialmente il loro dissenso: “In data 27 Ottobre si è svolta la prima riunione degli studenti universitari per il No al Referendum Costituzionale del prossimo 4 Dicembre, ma l’incontro si è dovuto svolgere in locali esterni all’ateneo palermitano. Infatti, l’autorizzazione dell’aula del Dipartimento di Giurisprudenza è stata prima concessa e poi revocata dai competenti responsabili. La revoca dell’autorizzazione, peraltro arrivata solo telefonicamente, avveniva nel momento in cui i competenti organi di ateneo venivano a conoscenza del fatto che l’incontro fosse organizzato e promosso da studenti chiaramente schierati per il No”.
“A seguito di tale revoca – prosegue la nota- il Comitato Studenti Universitari per il NO, richiedeva per iscritto le ragioni della revoca e le direttive (prescrizioni) per l’attività in vista del Referendum, ricevendo però solamente altre pressioni, non scritte, affinché all’interno dei locali universitari non si svolgesse alcuna attività del Comitato. Riteniamo che il pluralismo – dichiara Antonella Genovese, portavoce del Comitato – si garantisca dando la possibilità a tutti gli schieramenti di poter organizzare attività all’interno dei locali dell’Università, e non procedendo ad un controllo di meritevolezza per ogni singola iniziativa. Abbiamo intenzione – conclude Genovese – di rispettare tutte le prescrizioni degli organi di governo d’ateneo, ma sicuramente continueremo nell’attività di informazione e propaganda fino al 4 Dicembre”.
“Apprendiamo con rammarico – dichiara Emanuele Vella, rappresentante degli studenti di Giurisprudenza – che il Rettore abbia intenzione di censurare tutte le attività che provengono da una precisa parte politica. Non possiamo infatti dimenticare come appena una settimana fa all’inaugurazione del Anno Accademico interveniva anche Matteo Renzi, che si trovava in Sicilia per il suo Tour a sostegno del Sì alla riforma costituzionale. Cercando di non essere polemici, potrebbe apparire che la nostra università garantisca la libertà di espressione, il pluralismo ed il contraddittorio a giorni alterni. Come infatti si è svolto, proprio nei locali di Giurisprudenza, il convegno organizzato da Sinistra Italiana, CGIL ed ANPI, parimenti immaginavamo di poter svolgere una riunione tra studenti. Infine, richiamando espressamente le parole del Rettore Fabrizio Micari secondo il quale “Unipa è aperta a tutti”, pronunciate in occasione del convegno svoltosi al Rettorato ed organizzato dal gruppo dei senatori del Partito Democratico per presentare la legge sulle unioni civili, ci auguriamo – conclude Vella – che venga data l’opportunità a tutti di svolgere attività di informazione e propaganda all’interno dei locali universitari”.
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