In effetti, dal Governo di ‘sinistra’ di Rosario Crocetta il ‘rivoluzionario’ ci mancava solo l’ultimo ‘regalo’ ai nuovi ‘padroni’ della Formazione professionale, cioè agli enti e alle società selezionati con l’Avviso 8. Questa ipotesi sarebbe contenuta in un accordo che l’assessore alla Formazione, Bruno Marziano, dovrebbe firmare domani con i titolari dei ‘nuovi’ enti e con alcune organizzazioni sindacali. Si introdurrebbe una sorta di quasi-caporalato. Anche se non mancano i dubbi su questo nuovo papocchio lavoristico che ignorerebbe leggi e, regolamenti e circolari del settore esistenti per volare alto sulle cime del mirabolante quanto renziano Jobs Act…
Un taglio delle retribuzione del 30% ai dipendenti della Formazione professionale siciliana? La domanda non è peregrina, a giudicare dal caos in cui versa uno dei settori economici e sociali più tormentati della Regione siciliana. Di scena è quello sta succedendo in queste ore con le ‘code’ dell’Avviso 20/2011 e, soprattutto, quello che potrebbe succedere quando i nuovi soggetti selezionati (Iddio sa come…) con l’Avviso 8 metteranno le mani sui 136 milioni di Euro previsti per la realizzazione dei corsi 2016 (che in realtà – ammesso che partano – si svolgeranno il prossimo anno).
In base a un accordo proposto da ‘nuovi’ enti, che dovrebbe essere firmato domani tra Governo regionale (leggere assessore alla Formazione professionale), enti e società del settore e organizzazioni sindacali i nuovi assunti potrebbero essere assoggettati alla nuova legislazione in materia di lavoro (il Jobs Act caro a Renzi). Però in questo caso – a quanto si sussurra – le “tutele crescenti” tutelerebbero enti e società e penalizzerebbero i lavoratori, ai quali potrebbe venir sottratto il 30% della retribuzione!
Fino a che punto è normale introdurre – addirittura con un accordo firmato pure dai sindacati! – quella che si configura, alla fine, come una sorta di quasi ‘caporalato’?
Vero è che, con il Governo di Rosario Crocetta a trazione PD, abbiamo visto di tutto: MUOS di Niscemi, acqua nelle mani dei privati, i titolari delle discariche private che fanno il bello e il cattivo tempo nel settore dei rifiuti, i soldi della sanità pubblica dirottati per pagare oltre 2 mila dipendenti della SAS (il tutto mentre negli ospedali mancano i posti letto, manca il personale medico e infermieristico, con i Pronto Soccorso ridotti a bolge dantesche), assenza di ‘trasparenza’ nella gestione del Piano di Sviluppo Rurale, navi cariche di grani duri canadesi di pessima qualità che invadono i porti di Palermo, Catania e Pozzallo e via continuando con una Sicilia ormai allo sbando totale.
Ma il quasi ‘caporalato’ nella Formazione, lo dobbiamo ammettere, è una cosa che supera la nostra fantasia.
Vorremmo tanto sbagliarci. Anche perché le regole per evitare altra ‘macelleria sociale’ in questo settore esistono: sono il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e le norme sull’accreditamento, oltre alla normativa regionale, ancora vigente. Più una serie di circolari che non sono mai state abrogate o superate. E allora?
Come mai il Dipartimento regionale della Formazione, come avvenuto in altri casi, non emana una direttiva che, nel rispetto delle norme esistenti, regolamenti le attività di questo benedetto Avviso 8, scongiurando forme improprie di gestione del personale?
Torna il nostro retro-pensiero. Forse c’è di mezzo una questione di vile pecunia? Infatti il gioco al ribasso delle ‘nuove’ associazioni datoriali (quelle che si sono sostituite ai vecchi enti) di chiamare in causa l’accordo del 7 agosto 2015, già applicato in alcune Regioni italiane, significherebbe una cancellazione definitiva delle tutele occupazionali e un taglio per le retribuzioni del personale di circa il 30%.
Stamo vaneggiando? Non si direbbe, se è vero ciò che si sussurra: e cioè che il nuovo colosso emergente, CERF, che deve ancora svolgere le attività dell’Avviso 20, avrebbe già applicato, nei confronti degli operatori impegnati, un taglio della retribuzione. Non solo. Stando sempre a quanto ci è stato raccontato, non avrebbe applicato la normativa vigente e avrebbe destinato personale residente a Palermo in alcune sedi della provincia di Ragusa.
Tra l’atro, certi conteggi a noi non tornano. Ricordiamo che l’attuale parametro ammonta a 129,00 Euro ora/corso. Somma che tiene conto della retribuzione del personale impegnato nel progetto. Per la cronaca, giova ricordare che la quota della retribuzione del personale ammonta a circa l’82%. A che titolo i datori di lavoro si dovrebbero trattenere il 30% di questo 82%?
Questo taglio verrebbe applicato solo ai nuovi assunti o anche ai licenziati che verrebbero riassunti?
Il risultato è che gli operatori di questo settore, oltre al fatto assolutamente marginale che potranno ricevere un acconto, nella migliore delle ipotesi, dopo 4/5 mesi dall’avvio delle attività formative, oltre al taglio del 30% della busta paga, si dovranno sorbire anche la cancellazione di istituti contrattuali come, ad esempio, le ore di disposizione.
Insomma, un ‘vero’ Governo regionale di sinistra…
Amaro il commento di Antonio Spallino, USLAL Formazione professionale:
“E’ vero, al peggio non c’è mai fine. Ci lamentavamo della vecchia Democrazia Cristiana. Oggi in molti la rimpiangono. Ora abbiamo il PD. Criticavamo gli ex Presidenti della Regione Cuffaro e Lombardo. Che dire del fu compagno ed ex rivoluzionario Presidente Saro Crocetta? Cuffaro e Lombardo messi a confronto con Saro Crocetta sunnu santi. Con le dovute eccezioni, disapprovavamo il comportamento dei vecchi Enti di Formazione professionale. Minc…, ma chisti Enti novi i futtero pi tri punti. L’unico loro desiderio è quello di liberarsi del personale. Siamo quasi arrivati al caporalato. Alle quattro di mattina gli operatori che vorranno lavorare si dovranno far trovare a Palermo, in Piazza Politeama. Lì resteranno in attesa che passi un Presidente di un Ente. Questi, dopo aver attentamente valutato le caratteristiche somatiche degli operatori, sceglierà liberamente chi assumere. Questo nuovo modo di reclutare il personale qualcuno la definisce deroga al CCNL”.