Manganellate renziane/ Il parere di un poliziotto: “Sbagliato blindare la città”

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Igor Gelarda, segretario provinciale del sindacato di polizia Consap, va alla radice e parla di una anomalia tutta italiana. Come lui la pensano molti suoi colleghi mandati allo sbaraglio e con una gestione dell’ordine pubblico che non può che causare scontri con chi crede che siamo ancora in democrazia…

Mentre i pappagalli del PDe (e qualche commentatore che sembra assueffato ai metodi antidemocratici) danno la colpa degli scontri di ieri a Palermo agli studenti, tentando di far passare per pretesa assurda il loro diritto di manifestare davanti al teatro dove si esibiva Matteo Renzi, tra gli stessi poliziotti circolano idee ben diverse.

A dare voce ai tanti agenti che non hanno apprezzato l’organizzazione della giornata di ieri e le dirette conseguenze, è Igor Gelarda, che è un poliziotto e che è anche segretario provinciale del sindacato di polizia Consap:

“Vedere gli studenti colpiti è bruttissimo,e probabilmente, l’ordine pubblico poteva essere gestito meglio ed evitare che i miei colleghi si trovassero costretti allo scontro. E comunque si trovassero in una situazione così spiacevole. Ma secondo me la cosa incredibile e indicibile sta a monte. Non si può arrivare alla follia di blindare totalmente una città solo perché viene il presidente del Consiglio, allo stesso modo- sottolinea Gelarda-  di quando si deve evitare l’incontro e lo scontro tra tifoserie ultras avversarie. Non hanno fatto neanche passare le mamme che andavano a prendere i bambini a scuola a piedi. Tutto il resto è conseguenza di questa anomalia dell’Italia di oggi”.

Parole che dovrebbe fare riflettere tutti. Misurate per il ruolo che Gelarda riveste, ma chiarissime.

Proviamo noi ad aggiungere qualcosa: a decidere di blindare la città non sono stati i poliziotti. A decidere che gli studenti non dovessero arrivare davanti al Teatro Massimo non sono stati i poliziotti. A imporre il divieto assoluto di avvicinamento anche a ragazzi “armati solo di uno striscione” e ai docenti che manifestavano con loro, non sono stati i poliziotti. A disegnare le premesse di uno scontro dinnanzi ad una protesta assolutamente legittima, con una organizzazione dell’ordine pubblico discutibilissima, non sono stati i poliziotti ( pure loro, tra l’altro,  come vi diciamo qui, maltrattati dai Governi).

Checché ne dicano i lacché del PD, la responsabilità, anche in questo caso, è tutta politica. E siamo dinnanzi ad una politica insofferente dinnanzi alla democrazia e alla libertà di critica e di dissenso che implica.

E il rifiuto preventivo di una critica – come vi abbiamo detto qua– è solo un esercizio di violenza, che è il contrario della democrazia.

 

Note a margine delle manganellate rifilate agli studenti di Palermo

Carica contro gli studenti, la testimonianza del prof Buttitta VIDEO

Visualizza commenti

  • Ok, non sono stati i poliziotti, ma proprio loro potrebbero far cacare in mano Renzi & Co. Basterebbe che si unissero in modo pacifico (e senza alcun disordine) ai manifestanti (reprimendo, qui sì con violenza, ogni manifestazione sopra le righe), ma non dovrebbero essere singoli poliziotti a prendere l'iniziativa, dovrebbero essere i sindacati ad organizzare la cosa.

  • I sindacati di polizia le loro manifestazioni le organizzano ma quando fanno il loro lavoro è quello che devono fare.
    La sostituzione della classe dirigente siciliana ( e italiana) è compito di noi singoli cittadini che dobbiamo informare chi informato non è circa le devastanti politiche che il governo Crocetta e il governo Renzi hanno riservato per la Sicilia ipotecando il futuro di generazioni ( su questa pagine tuttii riferimenti possibili).
    Non si può nei vari 'patti' siglati, da ultimo a Messina, dare 50 con una mano dopo essere presi 1000 con l'altra a seguito di altro 'patto'.
    Solo questa capillare informazione porterà i cittadini siciliana a votare NO a dicembre e a fare la scelta migliore alle elezioni del 2017 che molto prababilmente manderanno a casa la vecchia classa dirigente.

    Scriveva Buttitta puntando il dito allo spettare-lettore : Parru cu' ttia , toi è la curpa... cioè alzati, agisci, parla, fai sentire la tua voce, il bene comune dipende da te.

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