Renzi non è venuto in Sicilia non per parlare della Sicilia, ma per vendere le ‘pentole’ della JP Morgan, ovvero la ‘riforma’ costituzionale scritta da questa istituzione di ‘squali’ della finanza. Per il capo del Governo la sua continua presenza in Sicilia è una continua verifica: deve verificare se la campagna di disinformazione sui soldi che ha scippato alla Regione siciliana negli ultimi due anni sta funzionando. Gli studenti e altri Siciliani protestano? Al Governo romano non gliene può fregare di meno
“Pochi uomini desiderano la libertà; molti uomini si augurano solo un padrone giusto”. Chissà se chi ha organizzato la sceneggiata di oggi a Palermo – con Matteo Renzi nella parte che più di ogni altra gli si addice: quella dell’imbonitore -avrà magari pensato a questa frase di Sallustio. Diciamolo con chiarezza: il Pinocchio di Ponte Vecchio non è venuto in Sicilia per aiutare la Sicilia: è piombato nella nostra sempre più disastrata Isola per provare a convincere i Siciliani ad “acquistare le proprie mercanzie, decantandone qualità e prezzo”, proprio come fanno i venditori di pentole. E’ venuto dalle nostre parti per provare a convincere i Siciliani a votare sì alle riforme della Costituzione scritte dai banchieri della JP Morgan.
Venire in Sicilia, per Renzi, è importante. Per lui e per il suo sistema di potere di banche, finanza e disinformazione è una prova importante. Deve verificare se, nonostante la rete – che fino ad oggi è l’unica cosa del nostro Paese che non controlla – almeno il 50% più uno dei Siciliani sia stato ben disinformato su quello che il suo Governo ha combinato alla nostra Regione con gli ‘ascari’ siciliani che sono al suo servizio tra i due ‘Palazzi’ della politica siciliana: Palazzo Reale e Palazzo d’Orleans.
Palazzo Reale è la sede del Parlamento siciliano. Palazzo d’Orleans è la sede del Governo dell’Isola. Con gli ‘ascari’ al suo servizio piazzati in questi luoghi della politica, il Governo Renzi, dal 2014 ad oggi, ha svuotato le ‘casse’ della Regione e, proprio in queste ore, sta riscrivendo le norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto per scippare alla Sicilia altri 3 miliardi di Euro all’anno.
Hanno fatto le cose per bene, Renzi e i suoi giannizzeri. A Rosario Crocetta, lo scorso giugno, hanno fatto firmare il secondo ‘Patto scellerato’ (qui potete leggere le follie firmate da Crocetta a nome di 5 milioni di Siciliani che non gliel’hanno mai chiesto, con penalizzazioni incredibili per la Sicilia!). Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, in cambio di un’improbabile candidatura-elezione a sindaco metropolitano di Messina, ha fatto approvare questo ‘Patto scellerato’ dal Parlamento dell’Isola.
Il Parlamento nazionale di ‘nominati’ ha poi ‘infilato’ e approvato in ‘Patto scellerato’ in una propria legge (adducendo come scusa che se è stato approvato dal Parlamento siciliano, che ha deciso di penalizzare i Siciliani, Roma non può certo opporsi…).
In base a questo ‘Patto scellerato atto II’ – grazie all’acquiescenza della componente siciliana della Commissione paritetica – di fatto l’articolo 36 viene stravolto con bugiarde e truffaldine norme di attuazione. E alla Regione siciliana, grazie a questo gioco ascaro al quale hanno preso parte Parlamento nazionale, Parlamento siciliano, Governo nazionale e Commissione paritetica Stato-Regione, ci rimetterà 3 miliardi di Euro all’anno.
L’unica nota positiva è che questa truffa, con un Governo nazionale di persone serie e con una Regione siciliana liberata dagli ‘ascari’ potrà essere messo in discussione con una legge ordinaria. Ma intanto c’è.
Attenzione: a Renzi e al suo sistema di potere interessa sì drenare soldi alla Sicilia per sostenere le fallimentari ‘riforme’ del suo Governo (finora il Jobs Act – ovvero i regali elargiti, nel 90% dei casi, alle imprese del Centro Nord Italia sono stati pagati con i soldi del Sud); ma lui interessa – soprattutto – verificare che la campagna di disinformazione messa in piedi stia funzionando. E interessa, inoltre, verificare su quanti seguaci può contare in Sicilia, soprattutto tra chi rappresenta le istituzioni.
L’Università di Palermo, nel ‘disegno’ di Renzi, è importante. Sa di avere contro la maggioranza degli studenti che il suo Governo ha penalizzato: ma appunto per questo è venuto in Sicilia ad inaugurare l’anno accademico: perché a chi lo contrasta deve lanciare un segnale preciso: lamentati pure, ma sappi che anche in Sicilia comando io! Io sono qui, invitato dal vostro Rettore: io comando e, se vi comporterete male, faremo quello che abbiamo fatto a Catania: celerini per tutti, per i belli e per i brutti…
Renzi, nel 2014, ho fatto firmare a Crocetta un primo ‘Patto scellerato’ che è costato ai Siciliani oltre 5 miliardi di Euro. E l’ha fatto imponendo al presidente della Regione siciliana di rimangiarsi, a nome dei Siciliani, ricorsi su questioni finanziarie già vinti in Corte Costituzionale.
Poi ha dato disposizioni di ‘alleggerire’ il Bilancio regionale di 10 miliardi di crediti: magari una parte di questi crediti che la Regione vantava verso terzi erano di difficile esigibilità; ma un’altra parte – non secondaria – erano esigibili. Ma Renzi, attraverso la sua lunga mano in Sicilia – cioè attraverso l’assessore all’Economia che ha imposto al Governo Crocetta, cioè Alessandro Baccei – ne ha imposto la cancellazione. E gli ‘ascari’ siciliani al suo servizio hanno obbedito.
Del secondo ‘Patto scellerato’ con Crocetta abbiamo già detto. Restano altri due raggiri: il ‘Patto per il Sud’ firmato sempre con Crocetta nelle scorse settimane ad Agrigento (qui vi abbiamo raccontato le sue balle) e la sanità.
I soldi del ‘Patto per il Sud’ sono soldi delle Regioni del Sud che il Governo Renzi ha in parte razziato (come gli ha fatto notare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che sarà anche del PD, ma ha la schiena dritta) e che ha presentato come ‘nuovi’.
Il problema è che, anche la metà di questi fondi che avrebbe dovuto restituire alle Regioni del Mezzogiorno, non ci sono più: almeno in parte non ci sono più. Insomma, quella di Agrigento è stata solo una volgare sceneggiata, proprio come quella che andrà in scena oggi, a Palermo, al Teatro Massimo.
Quanto alla sanità, lo Stato, dal 2009, ruba alla Regione siciliana 600 milioni di Euro all’anno. Soldi che Renzi si guarda bene dal restituire alla Sicilia (come potete leggere qui).
Tutte queste cose I Nuovi Vespri le scrivono da quando il blog è sulla rete. Ma a Renzi interessa verificare – per questo viene spesso in Sicilia – che tutte queste cose non diventino patrimonio dei Siciliani. Renzi viene in Sicilia per verificare se la sua campagna di disinformazione funziona. Renzi viene in Sicilia per verificare se la ‘presunta’ classe dirigente della Sicilia – che le cose che avete letto le conosce benissimo – nonostante tutto, è ancora, in maggioranza, al suo servizio.
Gli studenti inferociti per i tagli – o i Siciliani che si informano, a prescindere dall’informazione officiale – per Renzi sono problemi risolvibili. L’importante è che il sistema di disinformazione sia sempre in piedi. Perché è dentro questo sistema di disinformazione che lui deve cercare di convincere i Sicilia a votare sì per la Costituzione italiana riscritta dai banchieri della JP Morgan.
Ma per fare questo ha bisogno dei politici ‘ascari’, delle istituzioni compromesse, dei sindaci. Già, i sindaci. E’ importante, per Renzi, che la manifestazione di oggi sia stata organizzata al Teatro Massimo, perché il presidente di questo Teatro, per statuito, è il sindaco.
Il gioco continua, signori. Le pentole entrano nella Costituzione italiana. Avanti con le bugie. Avanti le la ‘riforme’ del Senato dove potranno trovare ricettacolo i tangentisti. E avanti con il titolo V, questa volta da ‘sistemare’ bene, affinché le banche e i ‘pirati’ possano prendersi per quattro soldi le società che oggi fanno capo ai Comuni, che i Comuni, cioè i cittadini, continueranno a mantenere, direttamente e indirettamente…
Vediamo quanti Siciliani, al posto della libertà, sceglieranno Renzi come “il padrone giusto”.
Foto tratta da BlogSicilia
AGGIORNAMENTO: ECCO COME E’ ANDATA LA MATTINATA PALERMITANA DI RENZI:
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