Oggi ricorre l’anniversario della scomparsa di Agesilao Greco, il ragazzo siciliano dalle eccezionali capacità fisiche. Il “figlio dell’Etna” (era nato a Caltagirone) diventa giovanissimo “maestro d’armi”. Colleziona una vittoria dietro l’altra fino a diventare una leggenda della scherma mondiale. Non è un caso se a Catania questo sport vanti una grande tradizione
Oggi ricorre l’anniversario della morte di un grande siciliano, il maestro di scherma Agesilao Greco (nella foto sopra, a destra, impegnato in un incontro).
Greco nacque a Caltagirone il 17 gennaio del 1866 e, ragazzo dalle “eccezionali capacità fisiche” fu indirizzato sulle orme del padre a frequentare la Scuola Magistrale di Scherma presieduta da Masaniello Parise. Divenuto maestro d’armi, entrò poi nella leggenda della scherma mondiale, dove il suo nome è riportato in tutti i libri e trattati di scherma.
Fu maestro di scherma alla prestigiosa Nunziatella di Napoli.
Numerosissimi furono gli incontri e le sue vittorie schermistiche: fra incontri ufficiali, amichevoli o nella Sala d’Armi si arriva a qualche migliaio: è stato campione imbattuto per decenni, con svariati successi in ambito internazionale.
Fu amico di Marinetti, D’Annunzio, Trilussa e Ungaretti.
Nel 1910 vinse il primo torneo italiano di spada.
Greco, oltre che insigne protagonista e didatta, fu anche un teorico, autore di fondamentali trattati sulla cosiddeetta “Arte della scherma”.
Sul suo luminoso esempio di figlio dell’Etna è nata e continua la grande tradizione della scherma catanese che onora tutto lo sport siciliano.