Bruno Marziano e Gianni Silvia nel 2016 hanno privato la Sicilia della Formazione. Ne risponderanno?

17 ottobre 2016

Il 2016 sta volando via. E migliaia e migliaia di giovani siciliani sono stati privati di un servizio pubblico: la Formazione professionale. L’assessore Marziano e il dirigente generale Silvia hanno contezza del danno che hanno prodotto? Ci rendiamo conto che i due sono troppo giovani per sapere che, negli anni di Piersanti Mattarella, la Formazione professionale era un servizio pubblico e non una montagna di soldi da immolare sull’altare degli equilibri politici (magari facendo coincidere corsi e pagamenti con la campagna elettorale, come avverrà il prossimo anno). E l’etica pubblica dov’è finita, egregio assessore? 

In un post sulla propria pagina facebook, l’avvocato Francesco Menallo, profondo conoscitore del mondo della Formazione professionale siciliana (è presidente della Fondazione CAS onlus messa fuori dal settore da un’Amministrazione regionale che poi ha perso la causa e ha risarcito la stessa Fondazione) scrive:

“Oggi credo scada il termine per depositare le osservazioni all’Avviso 8, inqualificabile tentativo di succedaneo del Prof 2017. Nel 2016 non si è svolto neanche un abbozzo di formazione professionale in Sicilia. Non posso dire se sia stato un bene od un male, sono troppo coinvolto per tutto quello che ho dovuto subire in 20 anni da burocrati, politici, sindafankazzisti e varia disumanità. Quello che è certo è che un servizio pubblico in Sicilia non è stato erogato, in nessuna forma, per un anno. Un intero assessorato ha girato a vuoto per un anno. E’ una fattispecie di reato?”.

Può sembrare l’uovo di Colombo, però quello che dice l’avvocato Menallo è vero. Siamo a metà ottobre. I corsi partiranno tra novembre e dicembre. Ovviamente se tutto andrà bene. Perché se, come si dice, partiranno anche i ricorsi, Iddio solo sa cosa potrebbe succedere.

Ma anche avviando i corsi di Formazine professionale a fine anno, è chiaro che tutto slitterà al 2017. Per tutto il 2016 l’assessorato – e qui ha ragione l’avvocato Menallo – “ha girato a vuoto”.

Noi non sappiamo se questo si configura come un reato. Ma sappiamo con certezza una cosa: che in un anno l’assessorato regionale alla Formazione professionale non ha prodotto nulla: nulla di nulla!

Di fatto, l’assessore alla Formazione professionale, Bruno Marziano, quest’anno ha incassato l’indennità che il ruolo gli assegna per produrre il vuoto politico-pneomatico-amministrativo.

Lo stesso discorso vale per il dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale, il dottore Gianni Silvia: anche lui, supponiamo, non avrà certo rifiutato l’indennità mensile prevista per il ruolo che occupa.

Lo stesso discorso potrebbe essere esteso alla struttura del dipartimento, con i dovuti distinguo, però: perché non spetta certo ai dirigenti, ai funzionari e, in generale, al personale impartire le direttive.

Insomma, se l’assessorato alla Formazione professionale della Regione siciliana, nel 2016, non è riuscito a far decollare nemmeno un corso, ebbene, la responsabilità va ripartita tra l’assessore Marziano e il dirigente generale Silvia.

Ai tempi di Piersanti Mattarella – anni in cui maturò la legge regionale n. 24 del 1977 – la Formazione professionale era considerata un servizio pubblico. E tale è rimasto fino al 1996, anno in cui il disastroso centrodestra siciliano ha assunto il Governo della Regione.

Da allora è iniziata la lenta e inesorabile privatizzazione della Formazione professionale della Sicilia. Anche prima del 1996 gli ex assessori regionali al Lavoro (allora la Formazione veniva gestita da questa branca dell’Amministrazione regionale) mantenevano, a titolo di clientela, qualche corso che veniva finanziato dagli assessori che gli succedevano. Ma quello che è avvenuto dalla metà degli anni ’90 in poi è semplicemente incredibile.

Tutta la stagione di Francantonio Genovese e Nino Papania (che comunque non erano i soli) inizia allora. Compravendita di ore formative e poi di interi enti. E l’avvento di società per azioni chiamate a gestire quello che avrebbe dovuto essere un servizio pubblico.

Si pensava che con lo scandalo esploso nel mondo della Formazione a Messina – che ha coinvolto, tra gli altri, il parlamentare nazionale del PD, Francantonio Genovese – la politica avrebbe fatto un passo indietro. E che politica e alta burocrazia regionale avrebbero cambiato musica.

Invece, spiace dirlo, non è cambiato nulla. Semmai sono stati affinati i mezzi. Ovviamente, le grandi operazioni clientelari si preparano bene. Se le elezioni regionali sono nel 2017, beh, che bisogno c’è di far partire i corsi nel 2016? Così poi quelli che debbono votare per i partiti di Governo se lo dimenticano? Meglio far coincidere avvio dei corsi di Formazione professionale ed elezioni (meglio ancora se i pagamenti scatteranno alla fine del prossimo anno in coincidenza con l’apertura delle urne: con il denaro tra le mani tutto è più semplice: o no?).

C’è solo un piccolo ‘problemino’: che, per il 2016, la Sicilia – o meglio: migliaia e migliaia di giovani disoccupati siciliani sono stati privati di un servizio pubblico. In compenso, è stato raggiunto un grande ‘obiettivo’ politico…

Il non-risultato raggiunto dall’attuale Governo regionale di centrosinistra è l’obiettivo politico raggiunto.

Il fatto che l’assessore Marziano e il dirigente generale Silvia abbiano raggiunto – insieme – lo stesso non-risultato ci dice che la legge che regola il rapporto tra politica e burocrazia (parliamo della legge Bassanini di fine anni ’90 del secolo passato, legge recepita dal Parlamento siciliano) è un fallimento. Tale legge avrebbe dovuto sancire la ‘separazione’ tra politica e burocrazia.

Ma, come abbiamo sottolineato, Marziano e Silvia vanno a braccetto, altro che ‘separazione’ tra politica e burocrazia! E, del resto, se non fosse così, l’assessore si sbarazzerebbe subito del dirigente generale che non obbedisce ai suoi ordini.

Da qui lo scenario che è sotto gli occhi di tutti. Un bando che ci viene presentato come “trasparente” finisce con il finanziare amici e galoppini di assessori e sottosegretari. Per carità, tutto a norma di legge. Del resto, se hanno impiegato un anno per ‘confezionare’ tale bando è chiaro che avranno vagliato anche le virgole.

Anche se il nervosismo dell’assessore Marziano stano un po’. L’assessore, davanti all’evidenza di un suo amico ‘premiato’ con un corso di formazione milionario, prima ribatte, in stile Renzi (si vede che il capo del Governo fa scuola…), che nessuno può impedire a un assessore di avere amici nel mondo della Formazione. Poi ci ripensa e annuncia querele a destra e a manca.

La verità, egregio assessore, è che in Sicilia se ci fosse un po’ di Giustizia – politica prima che di altro genere – lei, al di là degli aspetti ‘teleologici’ dell’Avviso 8, dovrebbe spiegare perché, in un anno, non è riuscito a far partire un solo corso di Formazione professionale.

Lo stesso discorso vale per il dirigente generale, dottore Silvia, che, egregio assessore Marziano, non è un suo diretto dipendente, ma un dirigente che dovrebbe rispondere del suo operato all’Amministrazione.

Ma qualcosa ci dice che né lei, assessore, né il dirigente generale sarete chiamati a pagare per avere privato migliaia e migliaia di giovani siciliani di un servizio pubblico.

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