E’ stato l’editore di questo blog, nonché presidente dell’associazione I Nuovi Vespri, Franco Busalacchi, a chiudere i lavori del convegno ‘Liberiamo la Sicilia’ che si è svolto ieri a Palermo al Teatro Jolly. Ecco il suo intervento in cui, partendo dallo stato attuale, lancia una proposta per ridare una speranza alla nostra Isola
E’ stato l’editore di questo blog, nonché presidente dell’associazione ‘I Nuovi Vespri’, Franco Busalacchi, a chiudere i lavori del convegno ‘Liberiamo la Sicilia’ organizzato da noi, che si è svolto ieri a Palermo al Teatro Jolly. Una mattinata intensa, circa trecento le persone che hanno partecipato e che hanno seguito gli interventi dei movimenti indipendentisti siciliani (cui dedicheremo un articolo a parte) quello di Jaume Fores Llasat, esponente di Esquerra Republicana de Catalunya (qui potete leggere l’intervista che ci ha rilasciato), dei docenti universitari Andrea Piraino e Massimo Costa (leader di Siciliani Liberi) che hanno parlato di Statuto, della sua distruzione, dello stato di colonia cui è ridotta la Sicilia (a questi interventi dedicheremo un post specifico), e ancora l’intervento di Saverio de Bonis, presidente del comitato Grano Salus (a breve pubblichiamo anche il suo intervento) e gli spumeggianti interventi dei numerosi partecipanti. Tutti legati da un unico comune denominatore: hanno distrutto l’Autonomia, alla Sicilia non resta che l’indipendenza.
Busalacchi ha tirato le fila: “Ci rendiamo conto che l’indipendenza desti perplessità e timori. Sono i timori di coloro che sono stati artatamente posti in una condizione di sudditanza. Di chi è stato convinto con una azione martellante che da solo non ce la può fare. La Sicilia è stata indipendente per duemila anni e dentro il proprio inconscio ogni Siciliano lo sa. Dobbiamo fare riaffiorare nella coscienza di tutti questo stato naturale”.
Il presidente dell’associazione i Nuovi Vespri ha parlato anche delle attuali politiche nazionali e regionali, delle potenzialità dell’economia siciliana, della sua agricoltura, di pubblica amministrazione, dei rapporti Stato-mafia, l’Europa, la scuola e altri temi essenziali per la nostra Isola. E, quindi, ha proposto una via per rilanciare la Sicilia e liberarla da tutte le catene imposte da una classe di politici siciliani di ascari e mercenari e da una classe politica nazionale di vampiri.
Ecco il suo intervento:
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La citazione di Engels mi commuove sempre perché rende giustizia di quel fatalismo che ci è stato appiccicato addosso ( anche da alcuni siciliani, vedi il Gattopardo e, ancor prima , alcuni passi verghiani) , fatalismo che c'è stato ma in una Sicilia che per definizione è plurale ( Bufalino parlava di cento Sicilie) c'è stato soprattutto dell'altro: i Vespri e le grandi battaglie dell'Ottocento ne sono testimonianza.
Al fatalismo che ha paralizzato l'azione di molti siciliani molti altri hanno cantato : 'ma chi ti lamenti pigghia lu bastuni e tira fora li denti'.
Meglio che parli Engels:
“In tutta la storia della razza umana nessuna terra e nessun popolo hanno sofferto in modo altrettanto terribile per la schiavitù, le conquiste e le oppressioni straniere, e nessuno ha lottato in modo tanto indomabile per la propria emancipazione come la Sicilia e i siciliani. Quasi dal tempo in cui Polifemo passeggiava intorno all’Etna, o in cui Cerere insegnava ai siculi la coltivazione del grano, fino ai giorni nostri, la Sicilia è stata il teatro di invasioni e guerre continue, e di intrepida resistenza. I siciliani sono un miscuglio di quasi tutte le razze del sud e del nord; prima dei sicani aborigeni con fenici, cartaginesi, greci, e schiavi di ogni parte del mondo, importati nell’isola per via di traffici o di guerre; e poi di arabi, normanni, e italiani. I siciliani, durante tutte queste trasformazioni e modificazioni, hanno lottato, e continuano a lottare, per la loro libertà.
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Quando le prime luci avevano appena cominciato a diffondersi sulle tenebre medievali, i siciliani avevano già ottenuto con le armi non solo varie libertà municipali, ma anche i rudimenti di un governo costituzionale, quale allora non esisteva in nessun altro luogo. Prima di ogni altra nazione europea, i siciliani stabilirono col voto il reddito dei loro governi e dei loro sovrani. Così il suolo siciliano si è sempre dimostrato letale per gli oppressori e gli invasori, e i Vespri siciliani restarono immortalati nella storia…”
Di portata rivoluzionaria l'idea di una Sicilia neutrale, riconoscimento del suo essere una della 'nake' della civiltà, ponte tra Occidente e Oriente, Settentrione e Meridione.
CONDIVIDO QUESTO PUNTO:
"liberare la Sicilia da tutte le catene imposte da una classe di politici siciliani di ascari e mercenari e da una classe politica nazionale di vampiri."
E' stata una giornata molto importante. L'indipendentismo sarà certamente protagonista della prossima battaglia politica siciliana. Faccio una facile profezia:
il record storico ottenuto dagli indipendentisti all'ARS è ancora l'8,7 % del 1947.
Nel 2017 sarà di gran lunga superato.
Grazie prof. Costa. Non è profezia , è l'ottimismo della ragione, quella ragione che i siciliani, ridotti allo stremo da scelte politiche e politiche economiche dissennate, finalmente stanno usando perché si tratta di una scelta non solo conveniente ma anche obbligata.
Per quelli che ancora hanno paura dell'ignoto dovreste preparare dei volantini, in epoca digitale dei pdf, delle slides, etc etc per illustrare ictu oculi la bontà 'economica' della scelta.
Su internet il bellissimo pezzo citato è attribuito a karl marx
Marx e Engels hanno scritto moltissimi saggi a quattro mani, e anche alcune raccolte editoriali ( ad esempio 'Opere complete' di Editori Riuniti) sono riferite ad entrambi, quindi i motori di ricerca 'confondono'. Sono quasi sicuro che il passo citato sia di Engels, in ogni caso la sostanza non cambia, stante anche la condivisione di pensiero tra i due Autori.