La ‘Sinistra’ dei peracottari: Renzi vuole il Ponte di Berlusconi, Crocetta i termovalorizzatori di Cuffaro

30 settembre 2016

Con Renzi e con Crocetta la Sicilia, invece di andare avanti, va indietro. Riproponendo affari fallimentari di quattordici-quindi anni addietro. Il primo, agitando il progetto del Ponte di Messina, s’illude che aumentino i sì al referendum del 4 dicembre. Il secondo – Crocetta – vorrebbe mettere in giro un po’ di denaro in vista delle elezioni regionali del prossimo anno. Provando a nascondere che il prossimo Governo regionale erediterà una Sicilia con le discariche fuori legge e con i Comuni indebitati con i privati titolari delle discariche

Matteo Renzi, come Berlusconi, vuole il Ponte sullo Stretto di Messina. Rosario Crocetta, come Totò Cuffaro, vuole gli inceneritori di rifiuti. Stiamo tornando indietro nel tempo? Sembra proprio di sì. Di questi due argomenti si parlava nel 2001. E se ne torna a parlare oggi. Sono il frutto di due Governi senza idee – il Governo nazionale e il Governo della Regione siciliana – che procedono stancamente con il passo del gambero.

A Renzi del Ponte di Messina non gliene può fregare di meno. Usa questo tema perché pensa – o forse s’illude – di portare acqua al mulino del sì al referendum costituzionale. Rosario Crocetta e i suoi “valorizzatori” – questo il nome che ha dato agli inceneritori di rifiuti – è tragicomico. Per lui è l’ultimo tentativo di avviare un affare che dovrebbe mettere in circolo un bel po’ di soldi da qui alle elezioni regionali del prossimo anno. Provando a far dimenticare ai Sicilia che sta per andare via lasciando i Siciliani nelle mani dei ‘Signori delle discariche’ e i Comuni siciliani indebitati proprio a causa dei rifiuti. 

Alla fine, se ci facciamo caso, Renzi e Crocetta presentano due megaprogetti a poco più di un anno dalla fine delle rispettive esperienze di Governo. Così facendo, i due provano a condizionare chi verrà dopo di loro.

Quelle di Renzi e di Crocetta sono due operette tragicomiche.

In queste ore la rete è piena di video di qualche anno fa, quando Renzi si scagliava contro il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Niente Ponte, diceva l’attuale capo del Governo italiano, ma scuole. Come gli capita spesso – non a caso non gode di tanta credibilità – Renzi ha cambiato idea. Nella speranza – a nostro modesto avviso vana – che l’ennesima piroetta porti voti al mulino del sì al referendum costituzionale del 4 dicembre.

Non meno tragicomico di Renzi è Crocetta, che rispolvera, sedici anni dopo, le idee di Totò Cuffaro sui rifiuti. E’ semplicemente incredibile come un Governo regionale in uscita possa pensare di condizionare, su un tema delicatissimo come quello dei rifiuti, il futuro del prossimo Governo regionale. Il tutto per mettere in giro un po’ di denaro in vista della campagna elettorale del prossimo anno, quando si voterà per eleggere il nuovo Parlamento siciliano e il nuovo presidente della Regione. E per far dimenticare i disastri attuali in materia di rifiuti.

Renzi e Crocetta – il primo con il Ponte di Messina, il secondo con gli appalti di improbabili inceneritori di rifiuti – rappresentano in modo inequivocabile la crisi della sinistra italiana. Incapaci di guardare e di pensare al futuro, si rivolgono al passato:

Renzi per provare a esorcizzare il referendum sulle ‘presunte’ riforme costituzionali;

Crocetta per gestire appalti e gettare fumo negli occhi dei cittadini. 

E’ interessante – a proposito di Crocetta e dei suoi inceneritori di rifiuti – la disinformazione che gli fa da corollario. Tra il 2001 e il 2002, quando Cuffaro avvia la realizzazione dei quattro impianti per l’incenerimento dei rifiuti (che allora vengono chiamati termovalorizzatori perché si sarebbe dovuta recuperare l’energia prodotta dalla combustione), in Europa, in effetti, c’erano Paesi che guadagnavano un sacco di soldi bruciando i rifiuti di altri Paesi. E infatti i quattro impianti previsti in Sicilia – sovradimensionati – sarebbero dovuti servire per bruciare i rifiuti di tutto il Sud Italia (i quattro termovalorizzatori di Cuffaro, per la cronaca, sono stati bloccati dalla magistratura europea: i bandi erano irregolari).

Va da sé che, anche allora, si sapeva che il futuro, in materia di gestione dei rifiuti, non era negli inceneritori. Tant’è vero che l’orientamento era già quello della raccolta differenziata dei rifiuti, sino ad arrivare allo Zero rifiuti o Rifiuti Zero (in inglese Zero Waste): una strategia di gestione dei rifiuti che punta a riprogettare la vita ciclica dei rifiuti da considerare non come scarti, ma risorse da riutilizzare, ora come materia prime, ora come secondarie.

Rifiuti Zero significa riutilizzo delle materie presenti in natura, con la graduale eliminazione delle discariche e dell’incenerimento dei rifiuti (oggi sono oltre 200 i Comuni italiani che aderiscono alla strategia Rifiuti Zero: la Sicilia, invece, dal 2001 ad oggi ha scelto le discariche per fare arricchire i privati che le gestiscono inquinando l’ambiente e gli inceneritori riproposti oggi dal Governo Crocetta).

Se già allora si parlava di eliminazione delle discariche e degli inceneritori, figuriamoci oggi, a distanza di quindici-sedici anni! Che cosa vogliamo dire? Semplice: che il centrosinistra che oggi governa la Sicilia si conferma quello che questo blog scrive spesso: ovvero una sommatoria informe di peracottari.

Gli impianti che Crocetta vorrebbe avviare oggi con i bandi non affrontano l’emergenza rifiuti di oggi, come si cerca di far credere. Come già accennato, i bandi annunciati dal Governo regionale servono solo a mettere in giro i primi soldi (esproprio dei terreni) in vista delle prossime campagne elettorali. Questi inceneritori – ammesso e non concesso che il prossimo Governo regionale non blocchi tutto (cosa che si verificherà) – diverrebbero operativi, bene che vada, tra almeno cinque anni (forse anche sette-otto anni).

E l’emergenza rifiuti di oggi?

Il gioco mediatico è proprio questo: gettare fumo negli occhi dei Siciliani, provando a far dimenticare che la Sicilia, per i prossimi anni, proseguirà con le discariche e, con molta probabilità, con il costosissimo trasferimento dei rifiuti fuori dalla Sicilia.

Il centrosinistra governa la nostra Regione dal 2008. E cos’hanno fatto questi signori dal 2008 ad oggi in materia di gestione dei rifiuti? Hanno ridotto la percentuale di raccolta differenziata – che otto anni fa, in alcune zone della nostra Isola, sfiorava il 20%, mentre oggi, a parte casi isolati, non supera il 5-6% – per dare quasi tutto nelle mani ai ‘Signori delle discariche’, alcuni dei quali sono inquisiti (mentre altri, pur avendo compiuto gli stessi atti di coloro i quali sono inquisiti, sono liberi e freschi come quarti di pollo).

Dietro queste sceneggiata c’è un disegno criminale. Il Governo regionale che verrà si ritroverà con le discariche fuori legge e in buona parte sature; con la raccolta differenziata a percentuali molto basse; e, soprattutto, con un indebitamento dei Comuni siciliani verso il sistema delle discariche mostruoso.

Nei giorni scorsi, su qualche giornale, abbiamo letto che l’indebitamento ammonterebbe a un miliardo e 800 milioni di Euro. A nostro avviso l’indebitamento è di gran lunga maggiore. Questa cifra era tale nel dicembre del 2011. Vero è che, poi, una parte dei fondi regionali destinati ai Comuni sono stati dirottati nelle tasche dei ‘Signori delle discariche’. Ma da un anno i Comuni siciliani sono senza soldi e il conferimento dei rifiuti nelle discariche non si è certo bloccato.

Sappiate che questi signori del centrosinistra siciliano, che dal 2008 ad oggi hanno creato le condizioni per fare arricchire i titolari di discariche fuori legge, saranno i primi, tra qualche anno, a ‘contestare’ al futuro Governo regionale l’indebitamento dei Comuni, le discariche fuori legge e l’inquinamento della Sicilia…

Foto tratta da blogsicilia.it  

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