Nel silenzio generale il Parlamento siciliano ha fatto volare via una settimana in cavalleria. Motivo: il Governo – nella persona dell’assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei – non è riuscito a convincere i deputati ad approvare i 135 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio. La commissione Bilancio e Finanze ha rimesso tutto nelle mani dell’Aula, convocata per martedì prossimo. Come finirà? Secondo noi ci sarà ‘maretta’…
Ci avete fatto caso? Nel silenzio generale l’Assemblea regionale siciliana si è presa una settimana di vacanza. Certo, qualche commissione legislativa si è riunita (da mesi, ad esempio, la commissione Lavoro e Cultura del Parlamenti dell’isola convoca, senza fortuna l’assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, che ignora le richieste dei deputati), ma nel complesso la settimana parlamentare di Sala d’Ercole è filata via senza battere colpi. Motivo: il Governo non riesce a convincere i parlamentari a votare i circa 135 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio (ve ne abbiamo parlato in questo articolo).
Alla fine sapete cosa hanno deciso? Di affrontare la questione in Aula. Se ne parlerà – ammesso che se ne parlerà – nel pomeriggio di martedì 4 ottobre.
Per la cronaca, c’è stato un tentativo di fare approvare il ‘papello’ dalla commissione Bilancio e Finanze: ma è arrivato un secco no. Vedremo cosa succederà martedì prossimo a Sala d’Ercole.
Va detto che questi debiti – che iniziano a fine anni ’90 del secolo passato e arrivano ai giorni nostri – non dovrebbero esistere. Infatti, se c’è un Bilancio a che servono i debiti fuori Bilancio?
I debiti fuori Bilancio sono molto ‘gettonati’ dai Comuni, dove vengono approvati dai Consigli comunali. Ora stanno diventando ‘visibili’ anche alla Regione, perché con la riforma della contabilità pubblica (Decreto 118 del 2011) debbono essere approvati dai Consigli regionali (e dal Parlamento nel caso della Sicilia).
Il problema è che se prima erano un fatto ‘esterno’ al Parlamento, ora gli stessi parlamentari dell’Ars dovrebbero avallare spese – in molti casi poco chiare (se non oscure) – che risalgono agli anni passati.
Domanda: perché dovrebbero farlo?
A nostro modesto avviso, la legge sta provando a normare un’anomalia, caricando sulle spalle dei deputati responsabilità di altri soggetti.
Siamo proprio curiosi di vedere come finirà la prossima settimana.
Sempre per la cronaca, va detto che, scorrettamente, il Governo – nella persona dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei – ha inserito questi debiti fuori bilancio nel rendiconto 2015 che è stato già ‘parificato’ dalla Corte dei Conti.
La faccenda è assai spinosa. Ci saranno pressioni fortissime sui deputati della maggioranza di centrosinistra per convincerli a votar (le opposizioni non dovrebbero immischiarsi in questa vicenda: poi, si sa, tutto è possibile). Ma questa volta dubitiamo che Crocetta e Baccei riusciranno a convincere i circa cinquanta parlamentari della maggioranza.
In teoria si potrebbe verificare un fatto eccezionale: la ‘bocciatura’, da parte dell’Ars, del rendiconto 2015. Per costringere il Governo a ripresentare il rendiconto senza il ‘papello’ dei debiti fuori bilancio.
Si aprirebbe il primo caso di un rendiconto ‘parificato’ dalla Corte dei Conti e ‘bocciato’ da Sala d’Ercole…